Leymah Gbowee nata nel ’72 in Liberia, è una pacifista ed è il motore del movimento femminile MASS ACTION FOR PEACE. Ha ricevuto il Nobel nel 2011
Avevo acquistato il libro al momento della sua pubblicazione, poi per questioni lavorative e per l’effetto “nascondi tutto” di un trasloco lo avevo lasciato da parte. E così due anni dopo è arrivato il momento di leggere ”Grande sia il nostro potere” di Leymah Roberta Gbowee con Carol Milthers, edito da CORBACCIO
Leymah Gbowee è nata nel ’72 in Liberia, è una pacifista ed è il motore del movimento femminile MASS ACTION FOR PEACE che nel 2003 riunì donne musulmane e cristiane liberiane che avevano vissuto una delle guerre civili più disastrose e sanguinose d’Africa. Leymah Gbowee ha ricevuto nel 2011 il Premio Nobel per la Pace insieme a Ellen Johnson Sirleaf e Tawakkul Karman, altre due protagoniste e seminatrici di Pace in contesti molto dibattuti.
Il libro è in sostanza un’autobiografia dove Leyham Gbowee racconta la sua vita e le sue esperienze ma soprattutto racconta come abbia deciso di prendere in mano il suo destino dopo una serie di scelte sbagliate, personali e non solo. Il tutto è ambientato in una Liberia dilaniata dalla guerra civile (iniziata nel 1989). Dal momento in cui prenderà consapevolezza della sua situazione, Leyman inizierà un percorso di responsabilità e di impegno civile, tanto da divenire una delle attiviste più importanti.
Il movimento di donne liberiane guidato da Leymah Gbowee, ha dato un contributo decisivo al processo di pace, in un Paese martoriato da decenni di guerra civile. Con una protesta pacifica ma tenace, madri, mogli, sorelle hanno detto no agli stupri, al rapimento di ragazzini da trasformare in bambini-soldato, al massacro di civili inermi. Usando tutte le armi possibili, incluso lo sciopero del sesso, per accelerare il processo di pace. Le pagine scorrono e raccontano di una forza tutta particolare che le donne, in particolare quelle africane, sanno tirar fuori senza nascondere debolezze e difficoltà. L’autrice racconta delusioni politiche tanto quanto quelle sentimentali, la sorellanza ma anche le invidie tra donne che frenano il cambiamento, la tristezza di dover scegliere tra impegno civile e vita da madre. Leymah racconta anche di Geneva, sua sorella e grande donna: ha contribuito alla battaglia pacifista di Leymah prendendosi cura dei suoi 6 figli, tra cui anche un adottivo, e della loro crescita.
È molto piacevole leggere quest’autobiografia perché se ne percepisce la genuinità e la spontaneità: si legge di energia come di fragilità, di paura come di determinazione generando così empatia. Allo stesso tempo un racconto duro come quello di una guerra civile trasferisce ai lettore un senso del possibile per i quotidiani conflitti. In questa fase storica dove si dibatte di innovazione, cambiamento e status quo è molto interessante leggere anche dei moti dell’anima di persone che con il proprio impegno sono divenuti motore di cambiamento e di rivoluzione.
Con la sua lotta pacifica Leymah Gbowee fornisce un esempio concrete e pragmatico. Per chi è poi vicino e interessato di questioni africane “Grande sia il nostro potere” regala una speranza di riconciliazione e di futuro per le vittime e per i carnefici. Una via alla ricostruzione della società civile è possibile sebbene difficile e articolata. Leymah Gbowee è riuscita a trasformare la violenza privata che lei stessa subiva e a trasformare la sua amarezza in azione, incoraggiando le donne, le vere vittime della guerra, a creare una forza irresistibile.
Oggi Leymah Gbowee vive in Ghana e si occupa di riconciliazione e ricostruzione nelle diverse aree colpite da lotte intestine e guerre civili: “La mia rabbia mi portò al punto di dover decidere da che parte della guerra volevo stare. Mi chiesi: vuoi stare dalla parte dei persecutori, vuoi stare sempre in mezzo, come vittima, o vuoi stare dalla parte dei vincitori? Scelsi di vincere”.
#buonalettura
GRANDE SIA IL NOSTRO POTERE
Leymah Gbowee con Carol Milthers
Corbaccio – anno 2012 – pagine 280
€ 16.60