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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Elena Nardi a Villa Doria
    Vie e disparità

    Elena Nardi a Villa Doria

    DolsBy Dols18/05/2014Updated:11/07/2014Nessun commento5 Mins Read
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    Elena Nardi a Villa Doria
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    A Villa Doria di Albano Laziale è stato intitolato un viale  a Elena Nardi, partigiana italiana.

    di Mary Nocentini

    Villa Doria ad Albano Laziale non è solo un parco pubblico bello ed ampio, in cui poter passeggiare. Come molti altri spazi di questo tipo, in Italia, è un luogo di storia, un contenitore di memorie che paradossalmente si perdono proprio a causa, talvolta, della loro “pressante evidenza” nella quotidianità.
    Il parco, infatti, contiene i resti della villa di Pompeo Magno, alleato e poi avversario di Cesare. La villa suburbana di questo grande personaggio della storia politica di Roma antica, ci induce a riflettere sulle grandi trasformazioni e i periodi di crisi che hanno sempre investito le realtà sociali e istituzionali. Questo spazio verdeggiante è stato il giardino dei Doria che nel secolo XVII avevano nell’attuale piazza Mazzini, davanti al parco stesso, il loro palazzo di villeggiatura, come molte altre famiglie di nobili e della ricca borghesia del tempo.
    Per trasportarci in momenti più recenti, la villa ci offre la visione della lapide in ricordo della morte di 27 soldati italiani del distaccamento della divisione di fanteria “Piacenza” che dopo l’armistizio dell’8 settembre, al comando del colonnello Giorgio Tundo, si oppose con la forza all’esercito tedesco. La mattina del 9 settembre del 1943, tedeschi ed italiani si scontrarono in questa zona e i tedeschi risultarono vincitori. Tra gli italiani vi furono 27 morti e 32 feriti gravi. Nel 2008 la lapide fu oggetto purtroppo, di atti vandalici. Sempre nel 2008 è stata ripristinata e la sezione locale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia “Marco Moscato” celebra ogni anno la commemorazione del 9 settembre. Passeggiando per i viali interni del parco non possiamo non notare che sono dedicati a partigiani antifascisti e a martiri della seconda guerra mondiale, un periodo così importante per la nostra nazione e per tutta l’Europa.

    Un vero giardino della memoria, dunque: il ricordo di uomini intelligenti, prestigiosi, nobili e non, che nel percorso della storia hanno lasciato una traccia. Uomini, appunto. E le donne? E la loro presenza nella storia? Non si allarmi nessuno: non vogliamo dire che Pompeo o i 27 soldati dell’esercito italiano o i combattenti contro il nazifascismo non siano degni di nota; non vogliamo nemmeno dire che la villa sia luogo poco importante o poco rappresentativo. Ma certo ora che dal 25 Aprile scorso, un viale del parco è dedicato a Elena Nardi, partigiana italiana nata ad Albano, il nostro giardino della memoria corrisponde ad una realtà più completa e rappresenta un modo più aperto ed inclusivo di vivere la storia. Perché accanto ai vari Pompeo, nelle vicende pubbliche e private, le donne ci sono state ma le strategie celebrative ufficiali le dimenticano più o meno consapevolmente. Così come è stato abbastanza facile relegare le partigiane italiane in una dimensione di secondo piano. A questa intitolazione siamo arrivati grazie alla sensibilità e all’impegno dell’associazione “8 marzo onlus” guidata da Ada Scalchi che ha aderito alle proposte del gruppo di ricerca “Toponomastica Femminile”. L’obbiettivo dei due gruppi non è tanto quello di far semplicemente aumentare le intitolazioni stradali femminili. Ma certo quello di cambiare le strategie della memoria, di capovolgere i criteri con i quali leggiamo la storia. Devono divenire criteri che includano tutte e tutti e aiutino le giovani generazioni a costruire un immaginario simbolico in cui il femminile ed il maschile abbiano pari dignità.
    ElenaNardiQuella targa non può dire tutto di “Nennella”, la partigiana combattente Elena Nardi che si distingueva per la generosità, la capacità di dare conforto e sostegno pratico. E per il coraggio con il quale ha trasportato di notte, nelle ceste usate per la verdura, insieme alla sua compagna Laura Quattrini, l’esplosivo che è servito per l’attentato al ponte delle Sette Luci, sulla linea ferroviaria per Napoli, parallelo alla via Ardeatina, a 35 chilometri da Roma: una delle operazioni di sabotaggio più importanti della lotta contro i tedeschi, nel Lazio. La targa non contiene le sue paure e le sue ansie; neppure l’urgenza di agire, condivisa con le altre compagne dei Castelli Romani, per evitare a tutta la società italiana di cadere ancora di più nell’abisso della disgregazione a cui il fascismo la stava portando. La targa non spiega quanto in generale le donne sentissero la necessità di abbattere il fascismo perché esso rappresentava anche la mancanza di diritti in tutti gli ambiti della vita sociale.
    Ma quella targa dimostra che il comune di Albano Laziale ha voluto essere sensibile ad una visione più ampia delle vicende storiche del ‘900 perché ha indetto un concorso per le scuole con il quale si invitavano le studentesse e gli studenti ad individuare donne importanti del territorio vissute nel secolo precedente, a cui dedicare nuovi spazi di circolazione. Tra i partecipanti ha vinto il gruppo della scuola media “Roberto Pezzi” di via Enea che ha ricostruito la biografia di Elena Nardi e riproposto l’importanza delle sue azioni nella lotta contro il nazifascismo.
    Le donne hanno dato il loro apporto alla lotta per la liberazione e per la conquista di diritti e dignità. A queste donne non dobbiamo costruire monumenti tardivi. A loro dobbiamo dare ascolto e voce. Dobbiamo recuperare il loro punto di vista, il loro modo di percepire la necessità di fermare le ingiustizie e le guerre, il loro approccio più autentico alla vita, nell’ultimo conflitto mondiale come oggi anche in terre lontane dal nostro paese.
    Adesso dunque, passeggiando nel parco di Albano, appena all’entrata del paese, se osserviamo con attenzione maggiore ciò che ci circonda, abbiamo modo di godere ancora di più della ricchezza della storia e del suo realizzarsi attraverso l’apporto di tutte e tutti.

    Elena Nardi toponomastica femminile Villa Doria
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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