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    Dol's Magazine
    Home»I racconti di dols»Racconti di Natale»Un Babbo Natale speciale:)
    Racconti di Natale

    Un Babbo Natale speciale:)

    Antonio TuriBy Antonio Turi16/11/2013Updated:27/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    Albero_Natale520Un racconto di Natale regalato alle navigatrici e navigatori di dols da Antonio Turi

    “Papà! Eccolo lì!”.
    Lo strillo di Luca, mio figlio, 6 anni, mi perfora le orecchie proprio quando la commessa, dentro il negozio, in via Duomo, mi ha finalmente notato, fermo in silenziosa ammirazione davanti alla vetrina.
    Tiro fuori il mio sorriso più ammaliante, cercando contemporaneamente di tenere fermo Luca, che mi sta tirando per la manica.
    Niente. La commessa distoglie lo sguardo e si gira a parlare con una collega.
    Pazienza. Comunque sicuro che torno e con la scusa di comperare qualcosa entro e vediamo che cosa succede.
    “Eccolo lì chi?”, chiedo a Luca, staccandomi dalla vetrina.
    “Babbo Natale!”, esplode lui, “Guarda, e lì!”.
    Io torno a bomba sulla terra.
    Ricordo che è per questo che io e Luca siamo usciti, insieme, questa mattina.
    Per consegnare la letterina a Babbo Natale.
    Non è che ne avessi molta voglia. Ma Laura, mia moglie, rompeva. Luca, di più.
    Alla fine ho detto di sì, pensando che poi, oh, si poteva unire l’utile al dilettevole e passare da via Duomo, che quella commessa lì è una settimana che ci giro intorno e magari chissà, mi vede con un bambino e si sa come sono fatte le donne.
    Strane, sono fatte.
    Nel senso che nel vedere Luca, finalmente si decideva a parlarmi.
    “Papà!”, strilla Luca.
    Sospiro.
    Seguo il suo sguardo e lo vedo.
    È un Babbo Natale decisamente fuori misura. Una specie di colosso che non ha niente a che fare con l’immagine del povero vecchietto artritico e ucciso dalla stanchezza dei troppi viaggi.
    Però a parte le dimensioni, ancora più evidenti visto che ci dà le spalle, è certamente un Babbo Natale. È vestito di rosso e accanto ha una vecchia slitta di legno completa di renne di cartone.
    Mi dico che uno vale l’altro e quindi tanto vale togliersi il pensiero.
    Per di più con questo Babbo Natale non c’è neanche bisogno di fare la fila, perché nonostante continui ad agitare il campanello non si ferma proprio nessuno.
    “Andiamo!”, dico rompendo gli indugi.
    Penso che se facciamo presto a consegnare ‘sta lettera possiamo anche tornare al negozio. Entrare pure.
    “Dai su!”, incito Luca.
    Lui non se lo fa ripetere due volte e parte di corsa. Ma non fa in tempo a fare due metri che Babbo Natale si gira. Sotto la barba bianca il volto è nero come il carbone.
    Mi blocco perplesso.
    Lo stesso fa Luca.
    Mio figlio si gira a guardarmi. Chiaro che si aspetta che io dica qualcosa.
    Nessuno ha mai parlato di Babbi Natale neri. Africani, per dirla com’è.
    Io apro la bocca. Sto per dire qualcosa. Non so cosa, ma sto per dirlo. Sto ma non lo dico, perché intanto Babbo Natale ha agitato ancora il campanello e il suono ha ricatturato l’attenzione di Luca.
    Mio figlio ha smesso di guardare me. È tornato a fissare Babbo Natale. Che gli sorride. Un grande sorriso aperto, gioioso.
    Di colpo Luca supera tutti i suoi dubbi. Riprende a correre mentre Babbo Natale posa il campanello e allarga le braccia per accoglierlo.
    In un attimo Luca e il Babbo Natale nero diventano una cosa sola. Giocano e scherzano. Fanno un casino incredibile.
    Io ho sempre quella espressione deficiente sulla faccia.
    Dentro, qualcosa mi dice di correre lì. Di strappare Luca dalle braccia di quel tipo.
    Portarlo via.
    Dirgli che no, Babbo Natale nero, manco per niente
    Ma esito.
    So che non sarà una cosa facile.
    E mentre sto lì, intorno succede una cosa strana.
    Qualche bambino comincia a fare resistenza ai genitori che vorrebbero trascinarlo via.
    Poi un piccoletto si sgancia, svicola. Raggiunge a sua volta Babbo Natale.
    La cosa mette le ali anche agli altri.
    Insomma, tempo due secondi e ‘sto Babbo Natale qui diventa una bolgia di mani e letterine che si tendono.
    E lui ha un sorriso per tutti.
    Riesce a prendere in braccio addirittura tre bambini alla volta.
    E quelli strillano di gioia.
    Io guardo gli altri genitori, costernati come me.
    Anche un po’, incazzati, forse. Perché in fondo se non era per Luca, questo nero qui non se lo filava nessuno.
    Mi stringo nelle spalle.
    Roteo gli occhi alla ricerca di un minimo di sostegno. Finché non incontro quelli di un vecchio dall’aria sorniona.
    Lo guardo, stordito.
    Lui sorride.
    “Ha visto?”, mi dice, “Gli anni passano, ma alla fine il mondo è salvato sempre dai ragazzini”.

    BaBBO nATALE letterina
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    Antonio Turi
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    Antonio Turi è nato il 6/7/1960 a Barletta. Giornalista scrittore, ha collaborato con la gazzetta del mezzogiorno e con le principali testate teatrali italiane e prodotto testi teatrali ottenendo numerosi riconoscimenti, i fra i quali il flaiano, il riccione, il fondi la pastora e l'anticoli corrado. Svolge anche attività come formatore e addetto stampa.

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    La solitudine dei non amati, firmato e diretto dal La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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