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    Home»Costume e società»New domesticity
    Costume e società

    New domesticity

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre12/10/2013Updated:19/07/20142 commenti6 Mins Read
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    “New domesticity”, così è stata ribattezzata oltreoceano la nuova tendenza a ritornare al focolare e al “fai da te” at home.

    Fra le prime a parlarne è stata Lisa Miller nel New York Magazine (“The Feminist Housewife”), in cui traccia il profilo e il bilancio di coloro che hanno scelto di lavorare a casa e da casa.
    Si tratta di un fenomeno che sta dilagando non solo in America ma anche in Italia, dove sono tante le testimonianze, per lo più di donne, che si stanno muovendo in questa direzione con soddisfazione e convinzione.

    Fra queste, vi sono donne che lavorano e che riescono a trovare spazio e risorse per dedicarsi ad attività di riscoperta delle cose “fatte in casa”: dall’utilizzo dell’aceto (miscelato spesso con aromi o altre sostanze) in sostituzione dell’ammorbidente, al pane fatto in casa magari con la pasta madre così da evitare lieviti industriali, alle conserve e marmellate fatte secondo le ricette delle nonne e molto altro. Non è più così inusuale neanche trovare vasi di pomodori, insalate o altri ortaggi sui balconi di casa, laddove pur non potendo avere e curare un vero e proprio orto, non si vuol rinunciare alla soddisfazione e al desiderio di produrre personalmente ciò che poi si mangia.

    Vi sono anche donne che, per scelta o perché indotte dalle circostanze critiche sul fronte lavorativo, “hanno battuto in ritirata”, dedicandosi ad attività in casa, da cui talvolta ne è nata una nuova professione.

    In questi ultimi mesi ho avuto modo di conoscere non poche donne che, insoddisfatte della propria condizione lavorativa, hanno coraggiosamente deciso per un’inversione di marcia dedicandosi ad attività domestiche che fino ad allora avevano costituito una passione o un interesse e da cui poi ne hanno tratto anche un lavoro.
    Mi viene in mente Elena, intervistata per Dols, che ha lasciato l’avvocatura per dedicarsi al cake-design producendo fantastiche opere d’arte per eventi e amanti del buon gusto sia culinario che estetico; un’altra ragazza che, all’arrivo della sua prima figlia, costretta a lasciare il lavoro per il consueto e ingiusto ostruzionismo che si viene a creare in questi casi, non si è persa d’animo e ha convertito una situazione critica in un’opportunità, iniziando a creare un laboratorio di pasticceria at home, peraltro “molto più compatibile con una figlia piccola” di tanti altri lavori fuori casa, come lei stessa tiene a precisare.

    Il ricordo va anche ad un’altra mamma che, all’arrivo della terza figlia, si è vista costretta a lasciare il lavoro di barista perché incompatibile con la gestione di una famiglia allargata e dopo un primo periodo di dedizione totale ai figli, ha deciso di ripartire recuperando la passione per la sartoria che le aveva trasmesso sua nonna e così con macchina da cucire, forbici, ago e filo, ha ripreso a creare piccoli oggetti originali e molto apprezzati, come anche lavori su commissione, riuscendo a integrare il lavoro con l’accudimento e la gestione dei figli.

    Sono in molti a interrogarsi sul perché di questo fenomeno, che sembra interessare prevalentemente le donne. E c’è chi come Emily Matchar che nel suo articolo sul Washington Post si interroga se questa scelta possa trasformarsi da piacere in dovere e se dunque, aggiungono altri, non porti ad una regressione rispetto al faticoso e lungo percorso di emancipazione della donna.
    Questo fenomeno segna il ritorno delle donne al ruolo di casalinghe?

    Intanto cerchiamo di comprendere quali possano essere i motivi che hanno indotto molte donne in questa direzione.
    In primo luogo, il ritorno alle origini e quindi al “do it yourself” nasce dall’esigenza di tornare alla semplicità e alla genuinità, nella prospettiva di scegliere cibi sani, di ridurre i consumi e di recuperare le tradizioni in risposta all’industrializzazione degli ultimi decenni. Ad oggi le persone sono molto più informate e consapevoli sul fronte alimentazione e salute e consapevoli degli effetti non sempre salutari e benefici dei prodotti industrializzati, preferiscono tornare alle tradizioni familiari, garanzia di genuinità, di sicurezza e anche di bontà.
    Infatti è in crescente aumento la richiesta di prodotti biologici, il numero di aziende agricole e di contadini che vendono al minuto, come anche di gruppi di acquisto solidale (GAS). In molte città funziona anche il baratto, forse una delle più antiche forme di commercializzazione, teso proprio allo scambio di prodotti semplici e genuini.

    Sicuramente anche la crisi economica dei tempi odierni gioca un ruolo importante, sia perché produrre in casa non è solo garanzia di genuinità ma spesso si accompagna anche all’opportunità di ridurre e contenere i costi, sia perché tante donne che scelgono questa nuova dimensione domestica sono spesso indotte anche da circostanze lavorative poco felici e gratificanti.
    Non per ultimo, stare a casa ed eventualmente lavorare a casa implica anche ridurre o evitare costi aggiuntivi che si vanno ad aggiungere alle uscite familiari quando si lavora fuori casa, ovvero per la gestione dei figli (baby-sitter o dopo scuola), per la cura della casa, per gli spostamenti in auto, per l’abbigliamento da ufficio…

    In conclusione, in un periodo storico e sociale molto critico e particolare in cui vi è stanchezza, delusione e disillusione generale verso il mondo del lavoro, verso le scarse opportunità e garanzie offerte alle donne e verso questa grande industrializzazione che nel corso dei decenni ha trasformato radicalmente l’alimentazione di tutti noi, sono in molte a optare per un ritorno alle origini e alla semplicità delle cose, a partire dal cibo fino ad arrivare alla gestione e creazione di prodotti per la casa, ai vestiti e così via.
    Personalmente non vedo in tutto questo una regressione ma semmai un recupero di tradizioni e la ricerca di semplicità in risposta ad una vita frenetica e poco a dimensione umana.
    Non per ultimo, per molte donne il ritorno a casa rappresenta un riscatto e un modo per ripartire in risposta a delusioni o frustrazioni lavorative, in una società ancora maschilista e svalutante nei confronti del potenziale femminile.

    Non è allora che, in una prospettiva femminista, ancora una volta le donne si fanno portavoce di un malcontento generale e della necessità di cambiare rotta?

    domesticity donne retrò
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    2 commenti

    1. Pingback: New domesticity – Parla con noi - Blog - Repubblica.it

    2. paola m on 13/10/2013 13:34

      Wow, come direbbero colà. Sarebbe fantastico, se questa fantastica scelta non riguardasse solo le donne. Stando così le cose, io la chiamerei ricollocazione della forza lavoro femminile e restituzione al vecchio ruolo.

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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