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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Il Quirinale in rosa, la farsa continua
    Costume e società

    Il Quirinale in rosa, la farsa continua

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre15/04/2013Updated:01/07/20142 commenti4 Mins Read
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    di Rita Cugola

    Ci risiamo. A Padova una diciassettenne di origine sirianan- “colpevole” di inseguire uno stile di vita ritenuto dalla famiglia troppo occidentalizato e quindi poco rispettoso del sacro Corano – non ha esitato a deninciare padre e fratello in nome della propria libertà.
    In un’altra regione del Nord a una ragazza nata in Italia da genitori egiziani viene preclusa ogni possibilità lavorativa in quanto accesa sostenitrice dell’hijab (il velo sul capo), che indossa senza imbarazzo e al quale non intende rinunciare.

    I femminicidi e le violenze perpetrate ai danni delle donne non accennano a diminuire e quasi ovunque nel paese (specie in tempi di estrema crisi come quelli che stiamo nostro malgrado attraversando) le lavoratrici vengono sempre più penalizzate rispetto ai lavoratori.

    Intanto, nei palazzi del potere, si continua a discutere circa l’opportunità di conferire a una donna la carica più alta dello Stato.
    Ora, se, ovviamente ciò avvenisse davvero assisteremmo a una svolta epocale nella storia della Repubblica italiana. Fatto sta che nessuno ci crede, o quasi. Tanto è vero che la rosa delle candidate è non soltanto risibile ma anche improbabile
    Quello della senatrice pidiessina Anna Finocchiaro, ad esempio, è un nome poco conosciuto oltre confine. Lei è certamente una personalità di notevole spicco nell’universo politico, ma la sua popolarità è limitata all”ambito nazionale. Dunque proprio per questa ragione non pare adatta a rappresentare l’Italia nel mondo.
    Non cosi invece per la radicale Emma Bonino, che al contrario è molto nota all’estero ma poco incisiva localmente.
    E che dire dell’ex prefetto Anna Maria Cancellieri o dell’avvocato Paola Severino, rispettivamente Ministro degli Interni e della Giustizia nel governo Monti? Ben poco: prima dell’avventura “tecnica” entrambe erano quasi sconosciute alla massa popolare.

    Sulla giornalista Rai Milena Gabanelli, poi, è meglio stendere un pietoso velo, come del resto su tutto l’elenco dei papabili quirinalizi tanto caro ai grillini (non)parlanti.
    Daniela Satanchè e Alessandra Mussolini – entrambe in quota Pdl – sebbene dotate della grinta necessaria per far fronte ai problemi del paese – apparentemente non godono di un nutrito seguito in Tansatlantico e inoltre non hanno visibilità sul piano internazionale.

    Laura Boldrini (Sel) è appena stata eletta alla presidenza della Camera.
    Allora chi resta? Il silenzio, in questo caso, non è doveroso: è’ solo la conseguenza di un enorme vuoto incolmabile.
    La verità è che per quanto sia possibile divagare su un’Italia retta e rappresentata finalmente da una donna, non esistono elementi femminili qualificati per ricoprire iil massimo incarico istituzionale. E’ triste ma è così. Per troppi anni la politica è stata dominio esclusivo del potere virile e questo oggi è il risultato. Anche se desideriamo un cambiamento di rotta non possiamo ottenerlo. Non siamo ancora pronti.
    Dobbiamo prima impegnarci a sradicare gli stereotipi maschilisti che impediscono alle donne (a tutte le donne) di uscire allo scoperto per dimostrare le loro capacità. Dobbiamo eliminare i pregiudizi di genere e mettere a punto strategie volte ad annientare qualsiasi limitazione imposta da tradizioni ormai anacronistiche.
    Il primo passo deve essere però compiuto dalle donne stesse: con intelligenza, perseveranza e un pizzico di astuzia. Perchè le onorevoli e le senatrici della Repubblica non si sono imposte ai colleghi con una lista, magari trasversale, di candidate al Quirinale? Perchè, forse per non apparire settari, gli uomini politici insistono ad includere nomi femminili puntualmente di scarso rilievo negli elenchi da loro stilati, nel palese intento di rispettare il principio della parità di genere senza tuttavia rinunciare alla certezza di una vittoria personale? Perchè su 58 grandi elettori del Presidente solo 5 sono di sesso femminile?
    Insomma: finchè le donne continueranno ad accettare passivamente a tollerare  simili atteggiamenti non sventolerà mai un nastro rosa sul Colle.

    nastro risa Quirinale
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    2 commenti

    1. ileana gobbo on 15/04/2013 13:48

      Laura Boldrini, anche se Presidente della Camera, andrebbe benissimo….nulla osta a che sia eletta……

      Reply
      • Rita A. Cugola on 18/04/2013 10:31

        d’accordissmo, ma certamente non accadrà, purtroppo!

        Reply
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