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    Dol's Magazine
    Home»Salute e benessere»Il cervello delle donne e neurosessismo
    Salute e benessere

    Il cervello delle donne e neurosessismo

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre11/04/2013Updated:16/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    di Lucina di Meco da Little Light Lab

    Qualsiasi cosa pensiate delle politiche di Margaret Thatcher, è indubbio che suo sia il merito di aver dimostrato al mondo che le donne sono capaci della stessa leadership aggressiva, intransigente e spesso spietata di cui sono capaci gli uomini. Non che, dopo un paio di esperienze lavorative in organizzazioni guidate da donne, avessi dubbi. Infondo per me è chiaro che l’unica differenza biologica tra donne e uomini è il sesso e il resto è costruzione sociale a cui si può (e spesso si deve) sfuggire.

    Non è però questa la storia che ci viene raccontata tutti i giorni, spesso con pretese scientifiche. Da Gli Uomini Vengono da Marte, le Donne da Venere a Il Cervello delle Donne, molti sono i best-sellers che negli ultimi anni hanno analizzato le differenze comportamentali di uomini e donne, trovandone l’origine nel loro diverso patrimonio neurologico. Secondo questi studi, talvolta basati anche sull’interpretazione delle risonanze magnetiche, le donne sarebbero “programmate” per essere più empatiche, capaci di multi-tasking, comprensive, sensibili e loquaci. Gli uomini sarebbero invece più aggressivi, competitivi, analitici e individualistici. Le prove si troverebbero spesso nelle situazioni più triviali: non è vero che le donne non sanno leggere le mappe, mentre gli uomini non sembrano capaci di parlare e guardare la televisione allo stesso tempo?

    Sembra un discorso banale fino all’innocuità, ma non lo è. Per millenni, infatti, scienziati e esperti cosiddetti imparziali hanno giustificato la disuguaglianza sociale e politica tra uomini e donne attraverso la loro supposta differenza biologica (e neurologica).

    Neurosessismo, insomma.

    Nell’epoca vittoriana si diceva che il cervello femminile, in media più piccolo e più leggero di 141 grammi di quello maschile, non era in grado di sostenere attività analitiche profonde. Nel 1915, il neurologo Charles Dana dichiarava che, a causa del midollo spinale troppo piccolo, le donne avevano limitate capacità di giudizio e per tanto non erano soggetti adatti ad esercitare il diritto di voto. E via discorrendo. Allora come oggi, le mappe della disuguaglianza venivano tracciate nei nostri corpi e nei nostri cervelli, delineando una geografia stranamente funzionale al mantenimento di uno status quo che vede le donne ricoprire ruoli sociali non solo diversi, ma spesso inferiori e quasi sempre più vulnerabili.

    In realtà, c’è anche un’altra scienza. Secondo Cordelia Fine, moltissimi sono gli studi che dimostrano la trascurabilità delle differenze cerebrali tra uomini e donne, ma in genere non fanno titolo. Infondo, chi leggerebbe un articolo su uno studio che non ha trovato nulla?

    Una domanda rimane: se non sono innate, da dove vengono le differenze?

    Secondo Lise Eliot, professoressa di Neuroscienza alla Chicago Medical School, le differenze comportamentali e di attitudini dell’infanzia e dell’età adulta sarebbero principalmente il risultato delle diverse aspettative sociali per uomini e donne. Per semplificare, sarebbero quindi i messaggi educativi diversi a far sì, per esempio, che i bambini vogliano giocare con le costruzioni e le bambine vogliano vestirsi di rosa. E mentre esistono delle piccole differenze nelle propensioni di bambini e bambine quanto allo sviluppo di certe capacità (per esempio, in media le bambine parlano alcune settimane prima dei bambini), queste differenze sono di gran lunga inferiori a quelle esistenti tra individui dello stesso sesso (tra bambine che parlano, per esempio, a 18 mesi e bambine che parlano a 3 anni).

    Secondo la Fine e la Eliot, il cervello sarebbe dunque un organo flessibile, in continuo cambiamento e evoluzione, profondamente influenzato da input e pressioni esterni. In questo senso, anche quelle differenze cerebrali tra i sessi evidenziate da alcuni studi di risonanze magnetiche non sarebbero in grado di indicare se queste differenze sono la radice o piuttosto il frutto della differenza (e disuguaglianza) tra i sessi. Dove finiscono dunque le differenze neurologiche e dove inizia il neurosessimo?

    Margaret Thatcher sosteneva di aver imparato dalla politica che gli uomini non sono un sesso ragionevole e razionale. Le donne non sono molto diverse, o per lo meno non tutte e non per via della biologia, aggiungerei io. A dimostracelo è stata proprio lei.

    Il cervello delle donne Lucinia di meco Margaret Thatcher neurosessismo
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

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