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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Un ponte per non dimenticare
    Vie e disparità

    Un ponte per non dimenticare

    Livia CapassoBy Livia Capasso05/12/2012Updated:25/01/20191 commento3 Mins Read
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    Settimia
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    Ci sono cose che tutti vogliono dimenticare. Ma io no. Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz

    di Livia Capasso e Maria Pia Strano

    “Ci sono cose che tutti vogliono dimenticare. Ma io no. Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz…………..Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho giurato quando sono tornata a casa; e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero.” (Dal libro “Gli anni rubati” di Settimia Spizzichino)
    Lunedi 3 dicembre, nella tersa e fredda luce della tramontana, una piccola folla si è radunata sulla via Ostiense, lato Mercati Generali, per assistere alla cerimonia di intitolazione del nuovo ponte, il cavalcaferrovia che dalla Circonvallazione Ostiense porta alla Garbatella e all’EUR. Sulle due targhe poste alle estremità del ponte si legge: ”Ponte Settimia Spizzichino – Vittima della persecuzione nazista – 1921-2000”.
    anni-rubatiPresenti all’inaugurazione Carla Di Veroli, nipote di Settimia ma anche Assessora alla Cultura e alla Memoria dell’XI Municipio, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’Assessore capitolino alle Politiche Culturali e al Centro Storico Dino Gasperini, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il Presidente dell’XI Municipio Andrea Catarci, la Presidente del Consiglio Provinciale Pina Maturani e diverse rappresentanti del gruppo di Toponomastica Femminile.

    Carla é stata la prima a parlare, e ci ha consegnato della zia un ricordo intimo, familiare, non solo unica donna sopravvissuta – insieme con altre 15 persone – all’incubo dei campi di concentramento dopo la razzia nel Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, non solo il numero 66210 di Auschwitz, ma anche una donna amante della vita, una grande fumatrice, dal carattere allegro e molto affezionata ai nipoti. Ha poi lamentato gli episodi di xenofobia e di omofobia verificatisi negli ultimi mesi anche a Roma, e le manifestazioni di tutti quei movimenti che ancora si ispirano all’ ideologia fascista, augurandosi che il ponte possa, così come collega una parte all’altra della città, colmare e superare tutti gli ostacoli alla convivenza civile e democratica.
    Anche Pacifici ha ribadito la volontà di contrastare con ogni mezzo legale la prepotenza fascista ed ha ricordato di Settimia la determinazione e la forza della testimonianza.

    Alemanno é intervenuto rivendicando che la realtà romana non è tanto quella dell’antisemitismo quanto quella dei Viaggi della Memoria, le visite che tanti studenti di scuole romane compiono ogni anno ai campi di concentramento tedeschi e polacchi, o quella della notte della Kabbalah, la rassegna di eventi ispirati alla cultura ebraica. E ha annunciato l’intenzione di intitolare qualcosa di importante e significativo anche a Shlomo Venezia, “una persona che è nei nostri cuori”.
    Al termine della cerimonia Miriam Spizzichino, nipote di Settimia, ha consegnato al Primo Cittadino una lettera di ringraziamento al Consiglio Comunale per questa intitolazione.
    Toponomastica Femminile aggiunge un’altra unità al computo delle strade capitoline intitolate alle donne.

    persecuzione nazista Ponte Settimia Spizzichino vittima
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    Livia Capasso

    Livia CAPASSO, laureata con lode alla “Federico II” di Napoli in Lettere con indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte in vari Licei, dal Nord al Sud del paese. Attualmente risiede a Roma, e coltiva molteplici interessi, coniugando la passione per la Storia dell’arte alle rivendicazioni femministe. Cofondatrice dell’associazione “Toponomastica femminile”, partecipa a progetti didattici per diffondere una cultura di parità tra le giovani generazioni, scrive articoli per testate giornalistiche sulle donne a cui i comuni italiani hanno dedicato o dovrebbero dedicare strade, interviene come relatrice a convegni, organizza mostre sul tema della memoria femminile. Presiede la giuria del Concorso nazionale “Sulle vie della parità”. Mantiene rapporti con le Istituzioni per rivendicare una parità di diritti anche nella odonomastica cittadina. Per piattaforme elearning ha preparato un corso completo di Storia dell’arte e varie lezioni sull’arte di genere. Ha scritto e pubblicato due romanzi, Fotoricordo per una smemorata, in parte autobiografico, e “Donne in trincea”, una raccolta di racconti che hanno per protagoniste donne, eroine del quotidiano.

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    1 commento

    1. lucia mosiello on 06/12/2012 06:44

      no, non bisogna dimenticare, ma sono sopratutto i nostri giovani a non doverlo fare e noi dobbiamo aiutarli portandoli a visitare i luoghi della memoria: lo fece mio padre che mi accompagno’ a visitare il Museo Storico e della Memoria di Dachau quando avevo 16 anni e l’ho fatto ora io con le mie figlie portandole a visitare la Casa di Anna Frank. Il razzismo, l’antisemitismo, l’avversione per chi la pensa in maniera differente da noi, la cultura del privilegio sono sempre in agguato….meglio vaccinarli per tempo parlando chiaro e senza avere paura di traumatizzarli.

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