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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Un sogno tra le onde
    "D" come Donna

    Un sogno tra le onde

    Rita CugolaBy Rita Cugola21/08/2012Updated:22/09/2014Nessun commento3 Mins Read
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    Samia Yusuf Omar
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     Samia Yusuf Omar, somala, amava lo sport. Voleva solo correre  ma  il sogno di Samia si è infranto tra le onde del mare.

    Voleva solo correre. Non per vincere ma per partecipare, per poter almeno sventolare il vessillo della Somalia, il paese in cui era nata 21 anni fa e che le aveva regalato solo sofferenze indicibili fatte di guerre, soprusi, violenze, divieti e imposizioni.
    Lei, Samia Yusuf Omar, figlia di una fruttivendola e orfana di padre (ucciso da un proiettile d’artiglieria) era la maggiore di sei figli e quindi, in un certo responsabile della sua famiglia.
    Amava lo sport. Aveva partecipato alle Olimpiadi del 2008 a Pechino (arrivando ultima nella corsa dei 200 m) e avrebbe voluto essere presente anche a Londra. “E’ stata un’esperienza bellissima”, aveva detto tornando in patria, “Ho portato la bandiera somala, ho sfilato con i migliori atleti del mondo”
    Si era allenata con passione per tornare in pista e rivivare quell’incanto da cui era stata abbagliata. Teatro dei suoi sforzi non era lo stadio di Mogadiscio (convertito in base operativa dal governo militare) ma le strade cittadine. Per questo si era ritrovata spesso oggetto di aggressioni verbali e fisiche da parte dei connazionali (maschi) contrari al suo abbigliamento sportivo così poco consono ai dettami islamici.
    Chi le voleva bene, però credeva in lei. Al punto da arrivare a fare una colletta per finanziarle il viaggio che l’avrebbe condotta in Italia alla volta delle coste britanniche, fino al villaggio olimpico.
    Un lungo percorso iniziato in Etiopia nel 2011 e proseguito attraverso il Sudan fino al porto libico da cui era riuscita a salpare su un barcone carico di immigrati.
    Non è mai arrivata in Italia. Il sogno di Samia si è infranto in mare, nel mese di aprile, anche se la notizia della sua scomparsa è stata diffusa con molto ritardo per bocca di Abdi Bile, un atleta somalo noto alle cronache per l’oro conquistato nella gara dei 1500 m ai Mondiali di Roma del 1987. “E’ morta per raggiungere l’Occidente”, ha spiegato l’uomo laconicamente.
    Samia correva a nome delle donne, di tutte le donne. Aveva fiducia nelle loro immense potenzialità spesso volutamente soffocate dai regimi politici e dal fondamentalismo religioso. Sosteneva il diritto femminile all’emancipazione e lo faceva nell’unico modo che conosceva: correndo in un contesto dove lo sport restava un privilegio élitario prevalentemente maschile.
    Era fermamente intenzionata a dimostrare al mondo intero che con determinazione, perseveranza, pazienza e caparbietà una donna può invece superare anche i peggiori ostacoli. Avrebbe desiderato che dal suo esempio le donne oppresse traessero la convinzione di poter arrivare ovunque volessero.
    Ora Samia non c’è più. Resta la sua storia. Una storia da ricordare ad ogni difficoltà.

    Donne Donne somalia sport
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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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