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    Home»Costume e società»Una città amichevole un’ Olimpiade ecosostenibile
    Costume e società

    Una città amichevole un’ Olimpiade ecosostenibile

    DolsBy Dols11/08/2012Updated:17/06/2014Nessun commento7 Mins Read
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    di Elio Sannicandro Presidente CONI Puglia

    Vi racconto la mia bella esperienza alle Olimpiadi di Londra (pubblicata su Gazzetta del mezzogiorno del 10 e 11 agosto 2012)

    “Less is more” potrebbe essere uno slogan rispondente a chi abbia vissuto le Olimpiadi di Londra 2012

    LONDRA – I commentatori della BBC, nel loro inconfondibile humour, evidenziavano come lo spirito olimpico abbia inesorabilmente pervaso il popolo britannico, tradizionalmente schivo e riservato, per cui gli inglesi ormai parlano affabilmente in metropolitana, commentano i successi sportivi e aiutano i turisti senza storcere il naso per il loro pessimo accento inglese o tollerandoli se risalgono le scale a destra anziché a sinistra. Il miracolo olimpico può cambiare l’approccio di un popolo con il mondo e nel trascorrere dei giorni, grazie anche ad un crescendo straordinario di successi sportivi targati Great Britain, le bandiere con la croce inglese si moltiplicano a dismisura, con foulard, mantelli e costumi personalizzati che sventolano nelle mani di bambini, adulti e di anziane e distinte signore.
    Girare per i siti olimpici, ancorchè problematico per i tanti controlli e i rigorosi sistemi di indirizzamento, consente di verificare un’organizzazione molto complessa con impiego eccezionale di volontari, poliziotti e militari, ma allo stesso tempo dimostra il grande impegno per rendere tali controlli efficienti senza ostacolare visitatori e spettatori, usando la massima gentilezza e cordialità per attenuare gli inevitabili disagi dovuti alle code ed alle conseguenti limitazioni della mobilità.
    La rete dei trasporti locali, ed in particolare la straordinaria e storica metropolitana di Londra, ha retto eccezionalmente bene la pressione dell’evento sia in virtù della dislocazione logistica degli impianti olimpici sia per la collaudata efficienza di una rete plurisecolare che continua ad essere migliorata ed implementata negli anni con competenza ed esperienza. Altro punto di forza sono state le immagini televisive e le tecnologie messe in campo dalla BBC con grande capacità comunicativa ed innovativa ma anche con notevole dispendio di uomini e mezzi. Ma si sa, le immagini delle Olimpiadi invadono le case di tutto il mondo con miliardi di telespettatori e determinano il successo esterno ed il consenso interno di un così imponente evento mediatico.
    L’organizzazione logistica basata su un massiccio impiego di volontari ha mostrato una grande efficienza ma improntata ad un understatement tipicamente anglosassone che bada più alla sostanza che alla forma. Infatti, inizialmente, l’impatto con la grafica e la comunicazione olimpica non risulta appariscente o trionfalistica, ma gradualmente ci si accorge positivamente dell’effetto visivo di quei colori, non eccezionali sul piano estetico, ma sicuramente efficaci per riconoscibilità e funzionalità.

    I siti Olimpici
    Oltre alla efficiente organizzazione ed al successo mediatico, ritengo che, il risultato più straordinario di questa Olimpiade inglese riguarda l’approccio alla pianificazione ed alla realizzazione degli impianti sportivi con una razionalità ed una compostezza mai registrata nelle più recenti edizioni.
    “Less is more” sembra il motto più appropriato per La 30a  Olimpiade di Londra nel 3° millennio ma in un periodo di crisi internazionale, dopo l’eccessivo dispendio di risorse economiche delle ultime edizioni Olimpiche (Sidney, Atene e Pechino). Una progettazione sostenibile, funzionale e attrattiva (friendly architecture) sono una possibile risposta (non facilmente perseguibile) al gigantismo olimpico e per limitare l’impatto economico ed ambientale che i grandi eventi producono sulle città e sui territori. Le criticità maggiori si verificano “dopo la festa” cioè quando, archiviato il grande momento celebrativo, che ha una visibilità mediatica planetaria, le comunità locali devono assorbire i costi ed integrare l’eredità gestionale dei grandi impianti sportivi e delle infrastrutture logistiche realizzate.
    La strada seguita dagli inglesi è quella di aver immaginato la gran parte dei siti olimpici come strutture temporanee – che si smontano dopo i Giochi – e i pochi impianti progettati ex novo sono stati dimensionati per il dopo Giochi con una parte fissa e permanente ed una parte mobile e temporanea. In questa maniera il gran numero di spettatori richiesti dal C.I.O. per gli impianti olimpici, non giustificati nell’uso corrente degli impianti sportivi in quanto non gestibili economicamente, vengono installati per la sola durata dei Giochi e smontati al termine dell’evento ripristinando la dimensione ottimale dell’impianto sportivo e la previsione di spettatori, ad un livello gestibile in relazione alla funzionalità definitiva del sito. Lo stadio olimpico di Londra (80.000 spettatori durante le Olimpiadi) si ridurrà a 60.000 per ospitare i campionati del mondo di atletica già programmati nel 2017 e successivamente saranno ridotti a soli 25.000; la piscina olimpica, progettata da Zaha Hadid, avrà solo 2.500 spettatori nella versione post-giochi mentre durante l’Olimpiade ne conta 17.500. Gli impianti all’aperto per il triathlon, l’hockey prato, il tiro con l’arco, l’equitazione ed il beach volley, localizzati in grandi parchi pubblici londinesi, in location molto suggestive e funzionali dal punto di vista logistico, saranno completamente smontati dopo i Giochi. Altri impianti storici e rinomati come Wimbledon per il tennis e Wembley per il calcio, sono stati semplicemente adattati alle esigenze prestazionali olimpiche. Per discipline al coperto quali ginnastica, scherma, pugilato, taekwondo, judo e sollevamento pesi sono stati utilizzati temporaneamente alcuni grandi contenitori esistenti come il Millennium Dome (utilizzato normalmente per grandi spettacoli) e l’Excel (grande centro di stoccaggio doganale situato nei docks).
    Un impianto di grande interesse ingegneristico, forse uno dei più grandi edifici interamente smontabili mai realizzato, è rappresentata dalla basketball arena (progettata da Wilkinson Eyre) con una capienza di 12.000 spettatori ed una superficie complessiva di oltre 13.000 mq, un grande parallelepipedo rivestito da un involucro in pvc corrugato con un effetto vibrante; dopo i Giochi Olimpici sarà rimontato a Glasgow per i Giochi del Commowealth e successivamente spostato a Rio de Janeiro per le prossime Olimpiadi del 2016. Analogamente la piscina per la pallanuoto progettata da David Morley è una struttura temporanea – sia la vasca sia l’involucro in pvc con capienza di oltre 5.000 spettatori – e sarà smontata e rimossa dal parco Olimpico.
    Insomma l’eredità dei Giochi sarà leggera e dimensionata per le effettive esigenze di una città che, se pur grande come Londra, non avrebbe necessità di decine di palazzi dello Sport, stadi o megaimpianti specialistici.

    Il Parco Olimpico
    Le Olimpiadi hanno sempre rappresentato un momento celebrativo delle capacità organizzative, culturali e tecnologiche dei Paesi ospitanti e, per questo, le realizzazioni architettoniche ed ingegneristiche hanno anche un elevato valore simbolico ed evocativo; per questo diventano icone rappresentative della città e del periodo culturale. Ma questa esigenza deve fare i conti con i costi gestionali e le problematiche di mantenimento dopo i Giochi per cui vi sono nella storia tanti esempi di successo (la tour Eiffel, il palasport olimpico di Nervi, lo stadio olimpico di Monaco, l’Opera House di Sidney ecc…) ma vi sono tanti esempi negativi che hanno determinato enormi problemi e tante polemiche (gli impianti olimpici di Atene 2004 e molti impianti di Torino 2006, gli stadi di Italia ’90 ecc…).
    A Londra il programma Olimpico è stato fortemente impostato sul tema della “rigenerazione urbana”, rappresentativo di una cultura di riqualificazione e riuso dei siti industriali e degradati avviato venti anni fa con il recupero dei docklands lungo le rive del Tamigi. Per le Olimpiadi la municipalità di Londra ha realizzato il “parco Olimpico” mediante un importante trasformazione di una vasta area urbana degradata a nord est della città realizzando un quartiere ecosostenibile che si sviluppa intorno ad un parco di oltre 100 ettari lungo un canale artificiale. Quindi il villaggio olimpico che ospita gli atleti è costituito dall’area residenziale con oltre 2.800 alloggi di edilizia convenzionata, un grande centro commerciale dislocato tra due nuove fermate della metropolitana (Strafford e Strafford International) con nuove connessioni alle linee DLR che collegano la zona con i docks e una grande centrale elettrica a biomasse a testimonianza della sensibilità ecologica e dell’utilizzo di energie rinnovabili per l’alimentazione dell’intero quartiere.
    Anche Londra ha voluto così celebrare le Olimpiadi per lasciare un segno positivo nella crescita della città ma lo ha fatto con grande sensibilità ambientale, intelligenza, lungimiranza e senza pregiudizi o inibizioni che spesso frenano la creatività ed il progresso.

    Presidente CONI Puglia

    ecosostenibilità olimpiadi
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
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E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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