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    Home»"D" come Donna»Alda Merini V: La memoria non si spezza
    "D" come Donna

    Alda Merini V: La memoria non si spezza

    DolsBy Dols30/03/2012Updated:25/06/2014Nessun commento5 Mins Read
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    di Marianna Faraci

    <precedente>

    So che nei suoi cassetti lei conserva ancora molti libri inediti: Erotikamore, La porta chiusa, La casa di Michele, Da che pulpito viene la predica, L’anonima delitti… Quando li vedremo in libreria?

    Come le sa lei queste cose?…Credo che siano andati persi, perché dopo l’operazione sono entrata in coma e ho perso la memoria. Sa che non mi ricordo più? Qualcuno ha approfittato proprio del fatto che non mi ricordassi più.

    Erotikamore era stato annunciato come il suo primo romanzo .

    È stato Crocetti a dire per primo che io ero una donna erotica. Può darsi. Sono una donna molto passionale, anche molto fedele, sono molto devota all’uomo che incontro, non lo tradisco mai, no… finché dura, perché me ne son morti tre , non mi sposo più, eh! (ride) Ho paura.

    Nelle ultime opere s’intrecciano ‘eros’ e ‘agape’, scrittura poetica e scrittura sacra. Avviene perché la fede è sorella della poesia?

    No, non andiamo così lontano, la fede è … Sa, io ho fatto tanti elettroshock, ne ho subiti quarantatre e malgrado il colpo che prendevo, quando poi ricostruivo la memoria, vedevo che dovevo prendere un pezzo di qui, un pezzo di là, e formavo una specie di puzzle momentaneo. Tutto era stato frantumato dopo l’elettroshock. Secondo me era una grande barbarie. Potevo trovare lei che abitava in modo metaforico nella casa del vicino, occupava spazi diversi. Credo che l’elettroshock sia una barbarie perché poi questi flussi ritornano, tornano queste memorie. Si pensa ad una cosa nuova, in effetti è già vissuta, è già pre-digerita. Cioè è un effetto secondario di tortura psichiatrica, o sbaglio? Io amo lei come se la vedessi per la prima volta, ma non so dove l’ho già vista. È vero o è un elettroshock? Magari può somigliare a qualcuno, altrimenti dovremmo pensare alla reincarnazione. Secondo me, gli amori che si incontrano e si dicono: “Io ti ho conosciuto da sempre”, esprimono una parte di verità… Ho sentito dire che i santi, quando hanno compiuto un certo numero di cicli, di spaventi naturali o di dolore, finalmente arrivano alla massima essenzialità, arrivano alla beatitudine. Si vede che io non ho ancora finito!

    Un suo celeberrimo verso dice: «In me l’anima c’era della meretrice/della santa della sanguinaria…»

    …e dell’ipocrita… dell’ipocrita (ride). Gli psichiatri mi dicevano che ero una fingitrice, invece Vanni diceva: “Ma lei è una grande attrice!”.

    Proprio così. Lei non solo legge la poesia, ma sa anche interpretarla…

    Forse la mia, quella degli altri… non so. Amo la mia poesia nel momento in cui nasce, poi me ne dimentico. La regalo, proprio come la primavera. È un fiore, un polline che va. Ma può anche andare a finire male, magari in bocca a Grittini e nasce «L’uomo dal fiore in bocca» (sorride). Grittini fa così. O se no nasce qualche gallina con la piuma della Merini che è caduta dal pavone. Questa è la mia naturalità, la naturalità degli altri.

    Chissà che il suo polline non raggiunga anche altri fiori…

    Speriamo di no, perché l’ultimo mi si è suicidato . Non pensavo proprio che in un atto di amore supremo si tirasse un colpo, può determinare anche questo la poesia. Per fortuna le mie figlie sono tutte santamente ignoranti, sono molto felici di essere libere.
    Se la mia poesia non fosse stata contaminata dal manicomio forse sì, ma non voglio lasciare ad altri tali dolori. Spero che sia irripetibile. Non voglio che qualcuno passi attraverso il mio dolore, no! Piuttosto preferirei che morisse. Sono pene incredibili e a un giovane non le augurerei mai. È difficile sopravvivere al dolore del manicomio.

    La poesia è un dono, un dovere, una missione o cosa?

    È un dono, un dono. Come può esserlo la bellezza, la pittura… un talento, un talento musicale. Non una missione, perché il poeta è abbastanza egoista per non dare niente per niente, è un po’ narciso. No, è un grande egoista il poeta. Leggevo ieri delle bellissime confessioni, dei pezzi di Maria Corti in cui dice esattamente: «Perché mi devo alzare? Preoccuparmi del vicino… e di dove è andata l’altra… e chi ha aperto la porta?». Cioè lo scrittore viene frastornato da queste presenze estranee, inquietanti. Invadono il pensiero dell’altro, è tremendo tutto questo! La Spaziani ad un certo punto afferma: «Tendo la mano agli altri, mi domando cosa ci stiano a fare». Il poeta è immortale, o meglio non nasce con la coscienza di esserlo. Vive la sua vita come tutti. Fa dei convegni, insegna -io non l’ho mai fatto-, si prende cura dei suoi studenti. È un burocrate della parola, è un filologo… e ha una sua storia personale. Mi sono sempre chiesta quanto interesse avesse per gli altri il vissuto di un poeta. Che la Spaziani sia stata l’ispiratrice, l’amante di Montale cosa importa? Forse l’amore per Montale ha fatto sì che lei fondasse il Premio Montale, questo punto è importante. A lei interessa qualcosa che io odi il mio vicino? Fa storia? Credo di no.

    <continua>

     

    Alda Merini elettroshock eros follia
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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