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    Home»Pari opportunità»La carriera davanti a tutto. Anche in politica?
    Pari opportunità

    La carriera davanti a tutto. Anche in politica?

    DolsBy Dols06/06/2012Updated:22/06/2014Nessun commento5 Mins Read
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    di Monica Lanfranco

    Il lato oscuro della competenza femminile.

    A Genova la nuova (e tanto attesa) giunta guidata da Marco Doria, applaudita anche perché rispettosa delle pari opportunità, con oltre il 50% di presenza femminile negli assessorati è già in crisi, e il motivo è proprio una neo assessora. Si chiama Isabella Lanzone, ha 38 anni, nominata titolare del Personale: a seguito di una intervista (che in molti punti lei stessa ha poi smentito) in città si discute, ma i temi sollevati sono utili in generale per far riflettere, dentro il movimento delle donne, sul problema, assai urgente e attuale, della qualità e del senso della rappresentanza politica femminile in questo paese.

    Il più grande giornale genovese (non certo supporter di Doria) intervista la professionista e alcune delle affermazioni riportate sono sconcertanti, almeno per chi si appresta a governare in una giunta che da molte parti è stata paragonata a quella milanese di Pisapia per senso etico, novità, rigore e spirito di servizio incarnate dal sindaco. Lanzone, responsabile, fin qui, delle risorse umane in una asl di Udine e in parola, sembra, per un part time a Genova nello stesso ruolo, avrebbe detto che se non avesse potuto conservare il suo posto e il suo stipendio si sarebbe dimessa.

    Alcune delle affermazioni nell’intervista: “Sono un dipendente pubblico con uno stipendio gratificante al quale ho il diritto di non rinunciare per legge (da notare il maschile). Sono una professionista altamente specializzata nel mio campo, che facendo solo l’assessore per cinque anni rischia di andare fuori mercato all’età di 38 anni. Sono lontanissima dalla politica. Marco Doria non lo conoscevo, se fossi stata a Genova probabilmente non sarei andata a votare.”Le frasi sono riportate per iscritto e non registrate, e Lanzone ha in seguito smentito di aver detto queste, come altre cose, anche se ribadisce che come dipendente pubblica ha diritto a conservare lo stipendio e il posto, cosa che non si discute ma che sembra essere un po’ stridente con lo slancio di un impegno politico che, almeno a parole, dice di voler assolvere.

    Colpisce, (ma non stupisce), che la prima preoccupazione della neoassessora in una giunta che fa del ‘nuovo’ la sua bandiera sia la situazione della sua carriera, della sua retribuzione e la competitività di entrambi nel mercato. Già il mercato, il grande regolatore di tutto. Normale amministrazione e registro perfetto della logica che ci ha governato nel ventennio catodico berlusconiano: prima vengo io, la mia carriera e il mio denaro, poi, forse, il resto, sempre che (mi) convenga. Legittimo, insindacabile, ma che c’entra con una giunta pisapiana? Che cosa ha a che fare la scelta personale ambiziosa di una quarantenne cosciente del suo valore con l’impegno nella rappresentanza e nel governo di una città? E’ questa la nuova politica, quella del cambiamento, del senso del servizio, della passione per il miglioramento dei luoghi della convivenza e della res publica? Senza che nessuna donna o nessun uomo veda messo in pericolo il suo lavoro e il suo standard di vita si può pensare ad un impegno nella rappresentanza che metta (anche) in primo piano il bene comune, oltre che quello personale? E soprattutto: che segno di differenza femminile c’è in questo atteggiamento rispetto al tradizionale calcolo della convenienza alla quale ci ha abituate il potere maschile nel governo, locale o nazionale che sia, da sempre? Che le donne debbano smettere di essere oblative è un assunto basilare del femminismo, e il groviglio che c’è tra assunzione di responsabilità collettiva e tutela personale è tema difficile da affrontare, ma se continuiamo a rimuoverlo la politica resterà immobile.

    In alcune, specialmente dentro il movimento Snoq, hanno puntato sulla competenza come chiave di volta della presenza femminile in politica: a Genova, in particolare, il movimento ha lanciato un sondaggio (anonimo, quasi fosse pericoloso o disdicevole firmarsi) che chiedeva di indicare tre donne ‘competenti’, con tanto di curriculum allegato, per vari ruoli assessorili. Come a dire: ecco trovata la soluzione. Indichiamo donne competenti, dal ricco curriculum professionale, così la politica svolta. Certo, rispetto a qualche comparsata in tv, come nel caso di alcune deputate o ministre del governo precedente, avere un curriculum è segno di un indiscutibile passo avanti. Ma verso dove? Con quali visioni di fondo e di insieme della politica e della rappresentanza? Ancora una volta: ci basta che si tratti di donne (competenti!) al posto di uomini, per dire che c’è il cambiamento?Alcune altre domande: il curriculum è tutto ciò che ci interessa di una persona per sceglierla a lavorare per la collettività? Che cosa è la competenza? Quali sono i titoli che fanno di una donna, e di un uomo, le persone adatte a governare il complesso corpo fisico e immateriale di una città, fatta sì di bilanci economici ma anche di bisogni, passioni, malesseri, empatia, ascolto, diritti e doveri?

    Dal racconto della neoassessora sembra che una persona vicino allo staff di Marco Doria le abbia detto che si stavano cercando donne per la giunta, e così lei avrebbe mandato il suo curriculum. Ottimo. Se però pensiamo che le città non siano solo insiemi di aziende da riassestare e bilanci da far quadrare, ma luoghi dove persone diverse e gruppi entrano in relazione per cercare soluzioni migliori per convivere, se pensiamo che la politica sia il luogo dove persone singole e gruppi immaginano e realizzano rifugio, agio e possibilità, è auspicabile che nella scelta di chi governa contino solo i titoli, e non anche la passione civile, persino gratuita e spassionata? In molte e molti stigmatizzano l’atteggiamento della neoassessora, ma l’errore sta altrove. Nel pensare che la parola competenza sia la magica soluzione che possa colmare il vuoto e la desertificazione di motivazioni e ideali che, invece, dovrebbero stare alla base della politica, quella che recupera il senso della sua radice. Quello che abbiamo, invece, è spesso una opaca palude mercantile, opportunista e feroce nella quale, ancora, rischiamo di soffocare.

    assessore Donne Donne lanzone politica
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Oratorio Filippo Neri a Torino Oratorio Filippo  Neri  a Torino
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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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