Appunti di visioni che emozionano a Inequilibrio Festival : un teatro partecipato e necessario abita i luoghi .
Appunti di visioni che emozionano a Inequilibrio Festival : un teatro partecipato e necessario abita i luoghi .
“Il teatro è luogo di resistenza poetica, e si fa spazio nel silenzio per far emergere ciò che non ha voce.” Antonio Neiwiller” ( Appunti 1993 Arcidosso . Toscana delle culture )
Inequilibrio Festival 2025 : Castiglioncello,Vada , Rosignano Solvay , luoghi di sguardi che resistono, parole e corpi parlano delle invisibilità da riscattare. In questi primi giorni di Luglio , ho vissuto il festival da performer e da spettatrice ,vedendo molte creazioni originali di teatro ,performance e danza e confrontandomi con vari linguaggi della scena contemporanea . È stato come se il festival mi restituisse una costellazione di visioni parallele alla mia.Un paesaggio frammentato e potentissimo, dove fragilità, intimità, gesto e parola si sono fatti materia teatrale .
Sbucci – Gli omini –
Inizio dai bambini, perché tutto parte da loro.In Sbucci, gli Omini hanno raccolto e lavorato le parole scritte da ragazze e ragazzi delle scuole elementari, trasformandole in testo teatrale. Parole che sono semi e verità .È stato come ascoltare un coro fragile e lucido allo stesso tempo, che parlava del mondo con una verità senza filtri.Mi ha commosso la leggerezza senza infantilismi, la poesia che nasceva da frasi semplici e divertenti .Un teatro partecipato davvero, che non si limita a “dare voce”, ma crea spazio per accoglierla, quella voce .
Wunder Tandem -Concerto –
Inequulibrio Festival si conferma luogo ideale per accogliere anche concerti capaci di intrecciare leggerezza e profondità, come il concerto delle Wunder Tandem, visto all’anfiteatro Giuliano Scabia ,dove aleggiava l’anima e il sorriso del drammaturgo dai capelli di nuvola. Un concerto scenico che ha saputo conquistare il pubblico con una formula semplice ma efficace: canzoni originali, ironia mai scontata e una vena poetica che attraversa tutto il repertorio. Le due donne perfettamente affiatate hanno costruito uno spettacolo che è insieme concerto e racconto, dialogo e gioco. Le loro voci si alternano e si rincorrono, accompagnate da fisarmonica e gesti clowneschi in un equilibrio costante tra melodia e parola, tra musica e piccole storie , con grande coinvolgimento del pubblico che ha seguito con attenzione e divertimento ogni brano, apprezzando la qualità delle armonie leggere e l’ironia gentile che attraversa tutto il concerto .
Alla fine trascinato da potente energia tutto il pubblico a ballare sottopalco. Wunder Tandem è un piccolo inno alla fantasia, alla musica che sa raccontare senza urlare, e a quel senso di meraviglia che, proprio come in bicicletta, si può ritrovare solo pedalando in due .Daughter – Teodora Grano-
In Daughter di Teodora Grano ho visto il corpo e la parola in una scrittura coreografica delicata e precisa, in cui la fragilità è una qualità della presenza scenica, il gesto trattenuto, lo sguardo che scivola altrove, il respiro che diventa suono, tutto parlava di relazioni profonde di fili che ci legano ,di mani che scrivono . Ho provato gratitudine vedendolo .
Perché Daughter è sorella, madre ,figlia.
Cinema Impero -Muna Mussie-
Un incontro alla volta. Una storia invisibile . Tra le strade di Asmara e Massaua tra video e realtà ci si immerge in altra epoca . Muna Mussie ti accoglie come fossi ospite in una memoria che non è la tua ma ti riguarda. Una meta-narrazione intima su più piani .
Il Cinema Impero è un luogo coloniale, oggi simbolo del rimosso. In questo lavoro, però, non c’è denuncia gridata ma una precisione etica e poetica che scava a fondo. Un rigore documentaristico . Io ho sentito lo sguardo di Muna attraversarmi come una domanda silenziosa. Cos’è il tuo sguardo? Chi siamo noi ? Cosa e’il razzismo ? Cosa e’il fascismo ? Il senso del teatro e’uscire dalla visione con domande .
Anse – Usine Bau e Mezzopalco-
L’ ho visto al teatro di Vada. Seduta vicino a un diciottenne , mio figlio Dario che ne è rimasto entusiasta . Anse è uno spettacolo pensato per un pubblico giovane ,ma mi ha parlato con intensità. Una notte in una città , musica rock e house per un poema orale e sonoro sulla solitudine e il presente , sull’essere accettati o respinti . Fari, finestre accese .Palazzi in una scena che evoca De Chirico . Immagini e luci in movimento , il ritmo, lo spazio diventano urlo in un mondo distante , sogno, racconto . Le parole ritmo e canto .È stato come guardare una notte giovane prima dell’alba .
Paesaggi invisibili – Tre azioni teatrali – Regia: Tommaso Taddei
In Paesaggi invisibili ho ritrovato il senso più profondo della narrazione e della memoria . Attori e attrici locali, spazi non teatrali e affascinanti , pubblico partecipe e numeroso.
“La cultura è la memoria viva, è quel che resta quando tutto il resto scompare.”
Pier Paolo Pasolini
Il progetto site-specific di Tommaso Taddei sviluppato con Armunia e l’Universita ‘ Popolare , ci fa attraversare luoghi silenziosi e dimenticati, rendendo visibili le storie nascoste . Calvino ci parla di invisibilità come “il filo che lega passato e presente, memoria e futuro.” Pasolini ci ammonisce a non lasciare morire la memoria, perché “il passato che non si ricorda è un futuro che si perde.” Gli attori e le attrici diventano qui testimoni, corpi vivi e danze in una città che non è quella che vedi , ma quella che viene raccontata , il villaggio Aniene che non esiste più , il casotto dei pescatori di Vada che accoglie danze e canti , tramonto e nuvole in fila che sembrano disegnate , il monte della rena di Rosignano Solvay e ‘ un ricordo e le parole sembrano nascere dalla terra .Ho visto accompagnato dalle note di un violino un teatro che diventa geografia sentimentale .
Ho visto un affiatato gruppo di attori e attrici locali selezionati attraverso una call pubblica , guidati da Tommaso Taddei dei Gomagog , narrare entusiasti e impegnati , senza fari ne’ amplificazioni le città invisibili e la memoria che resiste . Alla fine dello spettacolo un rito poetico collettivo tra arte e natura : il gruppo ha piantato sulla spiaggia di Vada davanti al casotto dei pescatori alcuni girasoli. Rito di cura e speranza . Un omaggio silenzioso a quelle città immaginate da Calvino, fatte di desideri, sogni, fragilità e visioni. Come le città invisibili, anche i girasoli seminati sulla sabbia raccontano di un futuro che non si vede ancora, ma che esiste già nell’attenzione e nella cura che sappiamo dedicargli oggi. Una azione per esistere e lasciare traccia di quel paesaggio umano e poetico che il teatro sa costruire. Esistere e non essere dimenticati e’stato il filo rosso che ha legato tutto festival . I
l tema ,invisibili , scelto dalla direttrice artistica Angela Fumarola , ha dato i voce a sguardi resistenti a chi e’invisibile alle grandi folle e continua a creare . Nonostante tutto. Grata per le visioni , dono al festival e a chi legge un mio acrostico poetico , che mi riporta ai tempi universitari e alle lezioni con Umberto Eco , ai suoi giochi linguistici leggeri e ironici per allenare la mente a trovare un senso nel limite , a inventare nella costrizione , perché dietro le parole più semplici si nasconde una piccola architettura invisibile . INEQUILIBRIO
Illumina ciò che sfugge allo sguardo comune.
Nasce e fiorisce
Emozioni memorie chiedono ascolto nel
Quotidiano dell’ arte che accade.
Umani che esistono e resistono
Inequilibrio fragile e vivo. G Linguaggi che si intrecciano dove Invisibili città affiorano Bambini e bambine scrivono il presente Ritorna la memoria in angoli dimenticati In ogni corpo diventa domanda






