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    Home»Costume e società»Calippo e Chinotto Tours: una mistificazione per sfruttare le ragazze?
    Costume e società

    Calippo e Chinotto Tours: una mistificazione per sfruttare le ragazze?

    Alexia Di FilippoBy Alexia Di Filippo29/10/2024Updated:31/10/2024Nessun commento6 Mins Read
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    Calippo e Chinotto tours: cadono le maschere. Una giovane si dissocia e ne svela i meccanismi dietro cui si allunga l’ombra di agenzie che ci lucrerebbero sopra, gestendoli con una opacità sospetta, sia dal punto di vista delle attività delle ragazze, che della partecipazione degli uomini.

    Su queste giovanissime, che nel social più amato dai minori promuovevano (e promuovono) questi due tours di performance sessuali (parziali e complete), chiamandoli col nome di un colorato ghiacciolo e di una gradita bevanda, se ne sono sentite dire tante.

    Imprenditrici di se stesse, abili strateghe di una formidabile operazione di marketing, furbe attr-attrici di attenzione mediatica ed emancipate sdoganatrici di nuove forme di sex working che avrebbero fatto compiere al genere femminile il salto dallo stereotipo dell’oggetto del desiderio allo status di soggetto sessuale indipendente ed autodeterminato. E si potrebbe continuare.

    Nel mio articolo precedente (qui) avevo invece espresso una serie di timori sulla probabile entrata delle ragazze in questione nella spietata e stritolante nicchia del porno che vessa le sue reclute sfruttandole, perchè gestita prevalentemente da quel mondo maschile per cui è pensata. 

    A pochi giorni di distanza, un evento fortuito, ossia la fuoriuscita di una promotrice dal chinotto tour, sembra confermare pienamente i più sulfurei sospetti.

    La giovane, appena maggiorenne, inquieta e tremante, gira un video in cui afferma come dietro al meccanismo si nascondano delle agenzie specializzate in cui persone molto più grandi, dopo aver sussurrato il più classico “Baby farò di te una stella” a delle ragazzine, gestiscono un sistema in cui queste sono tutto fuorchè libere di autodeterminarsi in qualcosa.

    Persino i loro account social non gli appartengono, tanto è vero che lei stessa riferisce di essere stata costretta a pubblicare su un profilo di fortuna, dichiarandosi per di più spaventata a motivo della testimonianza che fornisce.

    Le sue parole lasciano poco spazio a dubbi, quando afferma di aver “veramente paura a fare questo video” che ha lo scopo di lasciar emergere la verità e di aiutarla a rimettere insieme i propri pezzi. Ciò la dice lunga su quanto la realtà possa essere distante dalla narrazione social che è stata costretta a diffondere in precedenza e soprattutto in che contesto, con quali pressioni e conseguenze, anche e soprattutto in termini di malessere psicologico, debbano operare le ragazze dei Calippo e Chinotto tours.

    C’è un’altra frase in cui è contenuto un concetto chiave che restituisce il senso della manipolazione volta a catturare le ideali candidate e gli spettatori tra cui irretire munifici utenti di queste trappole sessuali, quello del divertimento: “Ho ancora la speranza in me di divertirmi su quello che faccio”, sottolinea. La stessa eco dissonante sorge anche da un altro video, stavolta promozionale del Chinotto Tour, in cui due ridenti ragazzine, sedute sul letto di una cameretta da adolescenti, parlano in videocamera della prossima impresa da condividere. Indovinate quale. 

    Ma è il dialogo che mira a creare un effetto familiarità con i ragazzi ad essere terribile.  Una delle due, infatti, annuncia trionfalmente di aver convinto l’altra, sua presunta cugina, a partecipare al Chinotto Tour.  Quest’ultima conferma, ma contemporaneamente avverte di essere fidanzata e dunque viene così incalzata: “Amo, per piacere lascia il tipo e vieni a fare il chinotto tour con me no, che ti diverti! Dai!.

    “Va bene”, si convince infine la parente, “ lascio il tipo!!”. Il contenuto termina tra gridolini di esultanza ed applausi, come se le due fossero in procinto di scappare per seguire il cantante preferito in tournée e non prestarsi ad una attività che prevede atti sessuali completi al fine di girare video da caricare su Onlyfans.

    Falso divertimento, insieme al sogno di facile notorietà dunque, come specchietti per le allodole,  che cercano di propinare anche le altre due ragazze note per il Calippo Tour attualmente impegnate in un teatrino mediatico che coinvolge un noto personaggio dei social imputandogli la paternità di una presunta gravidanza di una delle due.

    E invece, come si evince dalle parole della fuoriuscita, non c’è proprio nulla di divertente in questi meccanismi e le ragazze che si lasciano manipolare sono tutt’altro che emancipate e furbe, ma al contrario appaiono giovani incaute che cadono nel tranello di un sistema che le manovra, al limite dello sfruttamento e, cosa estremamente preoccupante, si serve delle altre piattaforme in cui navigano anche i minori per reclutare “nuove leve” ed utenza maschile da spennare, al punto che qualcuno adombra la possibilità di una truffa. Un uomo che si sarebbe voluto candidare per uno dei tours, infatti, ha raccontato di non essere neanche riuscito ad accedere alle informazioni per farlo, mentre veniva continuamente indotto ad acquistare numerosi contenuti per adulti dopo essersi dovuto iscrivere su Onlyfans. 

    In tale piattaforma, è utile ribadirlo, si diventa famosi e si guadagna solo se si è già conosciuti ed ecco perché ragazze qualunque si prestano per “campagne promozionali”, come quelle che stiamo osservando. Al centro di tutto c’è il sesso che, solo perché non viene retribuito direttamente ed è gestito quale attività creativa finalizzata alla produzione di materiale video da vendere in seguito, non configura reati perseguibili dalla legge.

    Per questo sarebbe fondamentale che i genitori avessero piena contezza dell’importanza della loro mission educativa, a partire dalla trasmissione di quel codice affettivo e valoriale che promuove nei figli la formazione di un senso di sé e del proprio corpo, tale da non trovare affatto divertenti né attrattive, bensì avvilenti se non degradanti e pericolose, proposte come quelle di cui stiamo parlando. 

    Altrettanto cruciale oggi risulta essere l’affiancamento dei minori nella navigazione online, come previsto dalla legge dai 13 ai 14 anni, aiutandoli a sviluppare un senso critico circa ciò che vedono. 

    Per non parlare poi dell’urgenza di fornire alle scuole gli strumenti per impartire già dalla scuola primaria una educazione digitale, al fine di prevenire fenomeni come il grooming (adescamento online) il cyberbullismo, il sexting, il revenge porn, illustrando le trappole che si nascondono dietro narrazioni di modernità ed emancipazione della donna che passano sempre per il desiderio sessuale che suscita il suo corpo. 

    Questa concezione retriva che si perde nella notte dei tempi si declina oggi nella sessualizzazione precoce delle bambine che vengono vestite ed indotte a comportarsi come adulte ammiccanti e nel tentativo, per le più grandi, di sdoganare squallide operazioni di oggettificazione e lucro sulla donna, presentandole come divertenti manifestazioni di libera espressione o nuove forme di imprenditoria femminile.

    Soprattutto, occorre creare e promuovere consapevolezza nei ragazzi e nelle ragazze che la rete, e particolarmente i social, sono indubbiamente facilitatori della comunicazione, ma anche terre di nessuno in cui si consuma lo spaccio del falso venduto per vero, dell’illusorio per serio, dello sfruttamento per opportunità, del deteriore per divertimento e della farsa per autenticità, in cui non si deve credere a nulla che non si possa verificare e soprattutto che devono disporsi ad usarli senza lasciarsi corrompere, manipolare ed usare.

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    Alexia Di Filippo
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    Dr.ssa Alexia Di Filippo Psicologa, Psicoterapeuta Laurea con lode in Psicologia dello Sviluppo ed Educazione nel 1997. Iscritta all’Albo degli Psicologi dal 1999. Psicoterapeuta specialista in Self Analisi Bioenergetica e Psicologia Clinica Strategica. Conduttrice diplomata di classi di esercizi bioenergetici. Consulente per la Asl RM D in Progetti di Promozione della Salute e Prevenzione del disagio Psichico che hanno interessato centinaia di adolescenti delle Scuole superiori del Distretto. Coordinatrice di Progetti di Prevenzione del rischio ambientale che hanno coinvolto migliaia di bambini, ragazzi e personale docente di scuole elementari e medie del Comune di Roma. Ricercatrice nell’ambito di una vasta indagine epidemiologica sugli incidenti avvenuti in tutti gli ambienti di vita della ex VI Circoscrizione del Comune di Roma. Docente in corsi sul controllo dei rischi ambientali rivolti ad educatori di asili nido. Docente di Educazione stradale in corsi per alunni di scuola superiore. Autrice di articoli specialistici per la Rivista della Protezione Civile DPC informa. Consulente di équipe bariatrica per la valutazione ed il trattamento dei disturbi alimentari. Ideatrice e Docente di due metodi registrati per il benessere psicocorporeo pubblicati su Rivista Scientifica, che sono stati scelti per eventi accademici relativi alla Giornata dello stile di vita 2019 e alla Giornata mondiale dell’obesità 2020. La sua professionalità viene spesso richiesta per approfondimenti in trasmissioni radiofoniche e televisive, come anche in incontri con il pubblico presso Enti culturali, per la promozione del benessere psicocorporeo, la prevenzione del disagio psichico ed il contrasto alla violenza di genere. Cura una rubrica di psicologia in cronaca per un quotidiano universitario online. Svolge attività di educazione, prevenzione e di corretta informazione in ambito psicologico sui social. Esercita la libera professione di Psicoterapeuta a Roma e a distanza.

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

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    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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