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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Lucrezia Pillitteri : vivere e lavorare in UK
    Donna e lavoro

    Lucrezia Pillitteri : vivere e lavorare in UK

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre11/07/2024Updated:13/07/2024Nessun commento7 Mins Read
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    Gli italiani sono la seconda comunità straniera come numero di immigrati nella capitale: Istat inglese censisce 280mila italiani nel Regno Unito. Ma il numero effettivo è addirittura più alto: 490mila. Molti sono quindi i nostri connazionali espatriati. Ma si sta bene in UK? Abbiamo voluto intervistare una giovane milanese che vive a Londra ormai da anni, Lucrezia Pillitteri.

    Milanese trentaquattrenne, dopo aver seguito studi di comunicazione alla Statale della sua città, nel 2017 decide di trasferirsi a Londra e di rimanerci.
    In Italia prima di trasferirsi aveva fatto lavori saltuari come hostess per fiere o come addetta alle vendite in negozio. Durante gli studi era stata impegnata per una stagione come animatrice turistica in Tunisia. Dopo la laurea ha seguito alcuni stage di stage in ambito marketing e comunicazione.

    Ci sono domande che alle giovani donne oggi si evita di fare perché ritenute sconvenienti, ma sei fidanzata o sposata ?

    Ho una relazione da 10 anni (chissà a quando la proposta ). Io e N. ci siamo conosciuti a Milano e dopo due anni la sua azienda di allora gli chiese di trasferirsi nella branca inglese – ottima opportunità per entrambi per fare la famosa esperienza all’estero insieme di cui parlavamo già da un po’ di tempo. Esperienza che poi è diventata la nostra vita!

    In quale settore invece tu ora lavori?

    Nel settore turistico alberghiero..
    Quando mi sono trasferita a Londra a gennaio del 2017, dovevo imparare l’inglese perché in Italia non avevo avuto la possibilità di apprenderlo bene. A casa studiavo in autonomia, ma mi serviva praticarlo, così ho iniziato a lavorare come sales assistant in in un negozio di abbigliamento a Marylebone High Street – ottima esperienza per il mio scopo e intanto potermi pagare l’affitto (per forza!). Ma il mio obiettivo era continuare ad operare nel campo vendite, ma con orari d’ufficio, considerato lo stile di vita sia mio che del mio compagno. 

    Dopo aver lavorato a tempo determinato in un’agenzia viaggi, ho sviluppato una particolare curiosità per gli albergi e mi sono spostata all’ufficio prenotazioni di una catena di alberghi. Durante la pandemia sono stata qualche mese in “forlough scheme” (cassa integrazione), poi fatta redundant (come tanti purtroppo in quel periodo), ma senza perdermi d’animo. Infatti ho trovato subito dopo un altro lavoro nello stesso settore, per poi finalmente coronare il mio obiettivo e lavorare nel sales per gli hotel.

    Ora lavoro per una compagnia americana che rappresenta hotel in tutto il mondo. Siamo l’estensione dell’ufficio marketing e vendite di quelle catene di hotel che hanno bisogno di un “braccio destro” per espandere il business.

    Ho trovato questo posto applicando tramite LinkedIn e sono veramente contenta e penso di lavorare con loro per i prossimi tanti anni!

    Vivono molti italiani in Inghilterra?

    Ce ne sono veramente tanti in tutta Inghilterra! Immagino che la concentrazione maggiore sia a Londra, ma trovo italiani in qualunque parte vada.

    Come si rapportano gli italiani agli usi inglesi.

    Un po’ difficile parlare per tutti gli italiani, ma per esperienza personale e di amici italiani, riporto qui qualche considerazione:

    Indubbiamente è più semplice creare un network di amici/e italiane per la comunicazione, linguaggio, tradizioni, modi di dire.

    Temi comuni sono il cibo e il clima, ci manca il cibo italiano, e l’estate inglese praticamente non esiste.

    In Inghilterra manca il turismo culinario, mi manca la gita fuori porta per assaggiare cibi tipici di regioni e cittadine italiane.

    Può essere un po’ difficile rapportarsi agli inglesi se non si è crescuti con loro per i modi di dire, etc, ma dopo qualche anno di frequentazione, diventa tutto più semplice.

    Cosa ti piace della cultura inglese?

    Il loro rispetto e la meritocrazia.
    Sul lavoro ci si sente rispettati, ascoltati, e premiati. Purtroppo la mentalità italiana in Italia è ben lontana da tutto ciò perché si vede il proprio collega come nemico e si progredisce di carriera solo dopo una certa età. , Se poi perdi il lavoro, nessuno ti riassume. 

    Ovviamente non è così ovunque, ma sia per l’esperienza lavorativa che ho passato prima di trasferirmi, sia per la maggior parte degli amici in Italia che si lamenta di quanto sia difficile lavorare lì e che vedo frustrati quando torno a Milano. Posso dire che non vorrei tornare in una situazione simile.

    Aspetti negativi ce ne saranno…

    Ci sono dei contro in UK: il TFR/liquidazione non esistono, la malattia spesso non è pagata, discrezione del datore di lavoro, e se la pagano è in una minima percentuale. Non esistono 13esima 14esima.

    Il salary (stipendio) medio è piuttosto basso e non adatto al costo della vita a Londra. Dipende ovviamente dal settore, ma in quello turistico dell’ hospitality purtroppo è così.

    La sanità pubblica è completamente gratuita, non si paga il ticket. Purtroppo però il servizio del medico di base (GP – General Practitioner) è spesso un incubo perché ha tempistiche molto lunghe, non fa fare prevenzione, non è specializzato, mentre sono bravi in ospedale. Ma li ci si arriva solo quando la situazione è grave. Spesso mi è capitato di tornare in Italia a fare visite mediche private per prevenzione, ma sono costosette.

    Sicuramente in Italia siamo esagerati con i medicinali, ma qua mi viene da dire che “ti curano con l’acqua” perchè il consiglio che danno sempre per qualsiasi malanno è di bere tanta acqua.

    La burocrazia inglese è pressoché impeccabile. In posta fai tutto in 5 minuti. Richiedere documenti è tutto online, veloce, chiaro, rispondono sempre al numero telefonico per aiuto, senza troppi giri e attese.

    E le case sono molto care?

    Discorso ampio quello del mercato immobiliare, dove l’offerta è mediocre, ma i prezzi sono esageratamente alti e inavvicinabili per uno stipendio medio. Sia per quanto riguarda gli affitti, che case in vendita.

    Vorrei dire tante altre cose, ma finirei per scrivere un romazo!

    Agli italiani piace usare le cose inglesi oppure preferiscono mantenere le loro tradizioni italiane?

    Posso dire che non mi piace il fish & chips? Ma a tantissimi italiani piace! Ahaha

    Diciamo che la tradizione per eccellenza è darsi appuntamento al pub essendocene uno ad ogni angolo, e i cocktail bar sono molto meno in uso rispetto all’Italia.

    Non ci sono molti abitanti a Londra con l’auto per via degli alti costi. Un po’ dificile abituarsi. Ma questo non riguarda noi due perché il mio compagno ha preso una moto quando ci siamo trasferiti, e da poco tempo una macchina. Entrambe usate, ottimi deals! 

    Molto comune è mantenere tradizioni italiane come tornare a casa per Natale e passarlo con la famiglia, fare la vacanza estiva in agosto (anche se molti amici italiani hanno abbandonato agosto e preferiscono farla a giugno luglio o da qualche parte al caldo in inverno). 

    Cosa cercano adesso gli Italiani in Inghilterra?

    Purtroppo la Brexit ha stoppato tantissima immigrazione. Per noi qua da più di 5 anni con il settle status (permesso di rimanere indefinitamente) o con la cittadinanza (prima o poi io e N la faremo!), cerchiamo di crescere sempre di più dal punto di vista lavorativo e speriamo di comprarci casa prima o poi.

    Tu ti trovi bene o vorresti tornare in Italia se ci fosse un lavoro interessante per te?

    Non escludo la possibilità un giorno di tornare in Italia, ma solo con un lavoro che sia gratificante economicamente e che mi faccia relazionare con gli stranieri.

    italiani lavoro Londra
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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Appunti di viaggio.

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Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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