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    Home»Costume e società»Attualità»Il TimeLine Film Festival
    Attualità

    Il TimeLine Film Festival

    DolsBy Dols28/04/2024Updated:01/05/2024Nessun commento4 Mins Read
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    di Pina Arena

    Il TimeLine Film Festival: il cinema giovane che racconta il mondo che cambia

    In una cittadina della provincia monzese, Carate Brianza, si svolge in primavera un grande evento giovane, il TimeLine, festival internazionale del cortometraggio, quest’anno alla sua XV edizione, diretto e curato a scuola – l’IIS”Leonardo da Vinci”- e sul territorio, da Monza a Milano, dal suo ideatore, Antonio Risoluto, docente, esperto informatico, filmaker.

    Il TLFF intreccia impegno sociale e arte cinematografica, facendo condividere ai finalisti per tre giorni un’esperienza di confronto anche intergenerazionale sul mondo che viviamo e sul mondo che vorremmo. È una comunità giovane (i filmakers partecipanti hanno meno di 30 anni, secondo il regolamento del TLFF) che dialoga attraverso il proprio lavoro cinematografico che sia professionale, come accade con le opere degli allievi delle scuole nazionali di cinema o amatoriale e attento alla capacità educativa del cinema, come avviene con le opere prodotte dalle scuole, dalla primaria alle superiori.

    Quest’anno sono state candidate 2375 opere provenienti da 121 paesi, dedicate a temi civici e sociali: la guerra, l’emergenza climatica, l’inquinamento e lo sgretolamento del pianeta, la violenza domestica contro le donne, la dipendenza dai social, la solitudine degli adolescenti, la diversità e il coraggio di riconoscersi, la difficoltà a guardare le cose dal punto di vista altrui, la fragilità delle persone anziane e delle persone disabili in un mondo disumanizzato, il lavoro che non rende liberi ma schiavi, l’ingenua fiducia nel totem-dittatore che ghermisce e divora i sudditi.

    Voci e sguardi diversi -dall’Iran, dalla Russia, dal Canada, dalla Spagna, dalla Francia, dalla Norvegia, da Israele, dalla Germania, dal Portogallo, dalla Siria, dalla Polonia, dalle scuole di città italiane dal sud al nord- denunciano frammenti di un abisso che stiamo scavando “nel Giardino che ci fa tanto feroci”, portando violenza, solitudine, precarietà, povertà. La denuncia non è, però, mai fine a se stessa e diventa ora monito a cercare strade nuove, ora desiderio e impegno a costruire vie di cambiamento di rotta “perché siamo in tempo”.

    Ogni corto apre riflessioni, alcuni emozionano, ognuno porta il segno di una storia che i giovani registi raccontano svelando facce diverse di un mondo che ha lo stesso desiderio di risalite. Qualche esempio che, naturalmente, non esaurisce la ricchezza delle proposte: dall’Iran Yarmouk’s Last Poem racconta la guerra attraverso gli occhi di una bambina che ritorna nella sua scuola distrutta e sventrata e scrive una poesia per la pace; dalla scuola di cinema di Valencia Gin tonic or Gin Lemon? con tocco lieve affronta il tema della disabilità e della libertà di essere se stessi; nel corto S.O.S. Sostenibilità due sopravvissuti alla catastrofe ambientale centellinano l’aria disponibile ma scoprono poi che siamo ancora in tempo e si può tornare indietro; nel corto della scuola catanese Biancaneve s’è svegliata Biancaneve rivendica con determinazione la parità negata dalla fiaba antica.

    È un quadro fatto di mille frammenti significativi quello che viene fuori dal TLFF. Se un extraterrestre sbarcasse sulla Terra, non sapendo nulla di noi terrestri, e volesse capire e sapere chi siamo, quale mondo abbiamo costruito, quale futuro immaginiamo per noi e per il Pianeta, quali progetti coltiviamo, potrebbe avere risposte brevi ma chiare e forti dai 75 cortometraggi finalisti, vivendo anche una sola giornata al TLFF.

    Il TImeLine va oltre: nato dalla scuola, è uno scrigno di opere da portare nelle nostre scuole: per educare sentimenti sul mondo, sulle relazioni e sui linguaggi che le veicolano; per educare menti critiche e far avvicinare le giovani generazioni alla letteratura attraverso il racconto audiovisivo; per far incontrare strumenti di lavoro tradizionali e nuove tecnologie, al servizio di un mondo più giusto, di parità, ecosostenibile, ancora da costruire; per conoscere noi stessi ascoltando gli altri.

    timeLine festival
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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