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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Donne politica»Schlein: effetto Meloni?
    Donne politica

    Schlein: effetto Meloni?

    Marta AjòBy Marta Ajò27/02/2023Updated:27/02/2023Nessun commento4 Mins Read
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    meloni-schlein
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    Due donne, due storie, due politiche.

    Ciascuna ha scelto un proprio modo di presentarsi:
    “Io sono Giorgia, sono una Donna, sono una Madre, sono Cristiana”, la Meloni e
    «Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo
    sono meno donna” la Schlein.
    Hanno entrambe cercato di raccogliere consensi verso un elettorato che condivida
    anche queste scelte, che sono del tutto personali ma che nulla hanno a che fare
    con un manifesto d’intenti politici.
    Però, in politica, il privato diventa pubblico e vuole dire qualcosa.
    Due volti diversi di rappresentare un vasto elettorato che vuole un cambiamento
    profondo della politica e di tutte le sue ramificazioni.
    Una svolge il massimo incarico istituzionale, che è quello di Presidente del
    Consiglio, l’altra quello politico di Segretario di una forza di sinistra che ha bisogno
    di una svolta rigenerativa.
    L’una ha già governato più di 100 giorni, dimostrando di non deludere chi l’ha
    votata per la sua fermezza, la sua forza, la formazione politica.
    La seconda, nonostante alcuni ruoli già svolti (deputata europea, vice presidente
    regionale) è ancora poco conosciuta nelle linee strategiche che dovrà mettere in
    atto.
    Ancora, la Meloni portata e sorretta in modo unitario da tutto il suo partito, Fratelli
    d’Italia, la Schlein una candidatura che ha avuto difficoltà ad imporsi, un sostegno
    parziale del partito, infine frutto di una divisione interna che ne svuota in parte la
    leadership.
    Una cresciuta per raggiungere un traguardo, come è avvenuto, l’altra prima
    incerta se candidarsi, poi trascinata più da spinte da interne che per
    convincimento.
    Entrambe segneranno però questa nuova fase della politica italiana.
    Altro dato: la vittoria di una donna a Presidente del Consiglio, ovvero
    l’accettazione che essa lo potesse diventare, ha dimostrato che era possibile
    quanto le donne andavano affermando.
    E forse, recidendo il muro della discriminazione di genere in politica si è prodotto
    nella cultura politica un effetto di trascinamento.
    Ma lasciamo un attimo da parte la Meloni, di cui si è detto, scritto di tutto e di più.
    La nuova protagonista è il nuovo Segretario (o segretaria?) del PD.
    Un partito che da anni stenta a sopravvivere immerso più nei distinguo interni,
    nelle lotte correntizie e di potere che in un dialogo sociale.
    Incapace spesso di esprimere linee di politica atta a gestire i cambiamenti
    necessari, sia interni che internazionali.
    Stiamo parlando cioè di una forza politica che da sempre ha rappresentato il
    grande elettorato di sinistra che nel tempo è stato lasciato in balia di se stesso,
    spettatore di balletti di alleanze.

    Un partito in cui molti hanno avuto difficoltà a riconoscersi in appartenenze di
    gruppetti, di alleanze personali, di briciole di potere.
    E’ la voglia di riaccendere le speranze di questo “vecchio” elettorato e di quello più
    giovane, che esprime bisogni e voglia di futuro che ha portato alla vittoria per la
    prima volta di una donna al vertice del Pd, un partito chiuso e maschilista che
    poco ha saputo accogliere meriti e differenze, di affrontare i rischi che portano le
    grandi sfide.
    Saprà Shclein far dimenticare i suoi ingessati precursori? Saprà rompere i legami
    di apparati? Saprà ricostruire un’opposizione di governo costruttiva, propulsiva e
    condivisibile? Saprà superare le incertezze (che hanno fatta transitare essa stessa
    in diverse posizioni nel suo partito) e governare la traversata verso il nuovo?
    Nei cambiamenti mondiali che stanno modificando ideologie e politiche, le priorità
    di una forza di sinistra possono, devono allargarsi ed è certo che oltre ai diritti
    sociali e la lotta contro le vecchie e nuove povertà, non da meno i temi della
    redistribuzione, della pace e la lotta alla crisi climatica (cavallo di battaglia della
    Schlein) sono indispensabili.
    Infine meloni e Schlein rappresentano una risposta, per quanto parziale, alla
    trasformazione in atto nel mondo di genere.
    Nella millenaria storia in cui le donne sono state sopraffatte dalle regole che hanno
    permesso di escluderle la loro affermazione non possono che rappresentare per
    tutte una conquista, al Governo come all’opposizione.
    In democrazia ci sarà sempre chi vince e chi perde ma non per questo l’una deve
    diventare necessariamente l’anti dell’altra, salvo perdere gli obiettivi.

    politica schlein
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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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