Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Il Teatro Evolutivo
    • Memorie smemorate
    • Material love
    • PREMIO GAMMADONNA 2024, SVELATE LE 6 FINALISTE
    • Marzia Santella e la scrittura
    • Viaggiare dentro di sé con ogni paziente
    • La Profezia e Quelli del Civico 21
    • Un crimine imperfetto
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Il Teatro Evolutivo

      By susanna garavaglia13/10/20250
      Recent

      Il Teatro Evolutivo

      13/10/2025

      Material love

      11/10/2025

      PREMIO GAMMADONNA 2024, SVELATE LE 6 FINALISTE

      10/10/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Non tutto quello che accade è colpa del Covid
    Costume e società

    Non tutto quello che accade è colpa del Covid

    Marta AjòBy Marta Ajò09/12/2020Nessun commento5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    societò-post-covid
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    In un Paese che per tradizione secolare, territoriale e culturale, ha sempre messo al centro degli interessi le relazioni umane, le restrizioni cautelative per sconfiggere il virus hanno determinato inevitabilmente una frattura tra il passato e il presente prodromo di un futuro non chiaro all’orizzonte.

    Dopo un lungo lasso di tempo, tra la seconda metà del ‘900 e l’attuale ventennio, niente ha visto convergere tante opinioni su un unico e tragico fatto come quello rappresentato dal Covid19 e dalle sue conseguenze.

    Al contrario di quello che è avvenuto per ogni dramma precedente, sia che abbia investito aree geografiche e popolazioni, guerre e crisi economiche, flussi migratori e terrorismo, che è stato testimoniato, di volta in volta e parzialmente dai protagonisti a tutti coloro che seguivano le vicende a distanza e con diverso coinvolgimento, questa pandemia ha interessato tutti allo stesso modo.

    Abituati a considerare gli unici punti uniformanti della specie umana la nascita e la morte (sul modo con cui si viene al mondo o come lo si lascia fa parte degli imprevisti), l’espandersi di questo virus ne ha introdotto un altro: l’impossibilità dell’onnipotenza.
    L’illusione di potere prevedere, sperimentare, conoscere i misteri che hanno circondato la vita ha ceduto sul terreno del fare e chi deve fare. Ovvero siamo stati riportati alla dimensione umana originaria.
    Colpiti democraticamente, oltre status e appartenenza, età o genere, i gestori delle cose umane si trovano in qualche modo a rimettere in discussione l’organizzazione con cui hanno detenuto potere e guidato popoli riportando gli assetti tecnici-burocratici-politici a confrontarsi con il senso della vita.

    Nella prima fase, avvertita con incredulità-terrore, ogni cosa si è svolta nei binari della sopravvivenza umana: solidarietà, aiuto, conoscenza, scienza, scoperta, coscienza, difesa, gestione dell’esistente.
    Nella seconda fase, tuttora non esaurita, si sono attivati metodologie, saperi e ricerca, derivanti comunque da esperienze precedenti e quindi non sempre idonee.
    Nella speranza che non si apra una terza fase dal punto di vista epidemico, se ne apre comunque un’altra parallela, non collocabile, non quantificabile che durerà assai più a lungo. E sarà una lunga convalescenza.

    Vissuti da decenni in uno stato di “benessere” economico, pur non equamente distribuito e nell’ illusione di una buona vita, in questa circostanza soffriamo non solo dell’immediatezza pandemica ma anche di tutte le falle da cui eravamo distratti, rendendoci conto che niente era stato predisposto o pensato per un progetto politico-sociale ad ampio respiro nel tempo.
    In quest’illusione si è assistito al verificarsi di catastrofi naturali, terremoti, crollo di ponti, infrastrutture fatiscenti ecc. e all’ incapacità di risanamento dei territori colpiti, del rinnovamento delle strutture crollate, ad una previsione di gestione futura.
    L’abitudine alla parzialità degli interventi è stata azzerata dall’emergenza Covid della quale la più evidente è segnata dalla crisi del sistema sanitario, un settore al quale erano state ridotte risorse tecniche e umane.

    In un Paese che per tradizione secolare, territoriale e culturale, ha sempre messo al centro degli interessi le relazioni umane, le restrizioni cautelative per sconfiggere il virus hanno determinato inevitabilmente una frattura tra il passato e il presente prodromo di un futuro non chiaro all’orizzonte.

    Ciononostante la capacità individuale di mettere in atto una resilienza al di fuori delle previsioni, ha dato prova di sapere mettere in atto azioni di difesa e protezione affidandosi ai comandamenti del governo e al sapere della medicina.
    Nondimeno, queste misure di protezione e di contenzione del virus hanno sicuramente costretto al rispetto di alcune regole che hanno messo a dura prova abitudini e consuetudini sociali.
    Distanziamento e isolamento fra individui, anche in grado di parentela, in alcuni casi hanno provocato una disgregazione innaturale d’interi nuclei, compromettendone l’affettività, la protezione e l’unione di gruppo, consentendo lo sviluppo di forme di violenza fisica e psicologica all’interno delle famiglie, esaltando la ribellione e mortificando il senso di responsabilità comune.

    L’introduzione di nuove metodologie di lavoro, un diverso uso della mobilità urbana, l’accudimento di minori-anziani-malati non autosufficienti con un oneroso carico sulle famiglie, la difficoltà di accedere ad ogni servizio, l’aumento della povertà, non hanno fatto altro che evidenziare le insufficienze preesistenti.
    La difficoltà di distribuire diversamente la popolazione scolastica per mancanza di spazi e personale docente, l’eccesso di lavoro e di accudimento che ricade sulla donna, l’aumento delle forme di violenza, la perdita di identità di giovani e anziani, la mancanza di luoghi di cultura ecc. non si sono manifestati all’improvviso ma inevitabilmente si sono mostrati in tutta la loro problematicità e se il virus ha avuto, avrà, conseguenze sul sistema sociale finora adottato non avrà tutte le colpe.

    E come in tutte le nuove fasi c’è sempre qualche voce che si erge a guru del “nuovo”.
    Oltre a rispettare le indicazioni pratiche, mascherine, distanze, assembramenti, vengono date anche molte indicazioni sul chi siamo e sul cosa fare.
    In preda ad un’improvvisa voglia d’insegnare, di trasformare quest’umanità “contaminata”, di educare, vengono proposte forme di relazioni, di comportamenti sociali, di progettazione di spazi e tempi individuali diversi e a volte inquietanti.
    Come se gli individui da oggi non possano più vivere nel modo finora conosciuto. Come se fossimo all’apocalisse. Come se solo lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie sul mercato e quelle che sono allo studio di grandi gruppi economici del settore fossero l’unica arma vincente del cambiamento.
    Ciononostante c’è da augurarsi che la storia, la sapienza, la creatività, la speranza ed il pensiero umano resistano, malgrado tutto ciò e malgrado le colpe del Covid.

    MoondoInfo

    da donneierioggiedomani.it

    covid
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

    Related Posts

    Il Teatro Evolutivo

    13/10/2025

    Material love

    11/10/2025

    PREMIO GAMMADONNA 2024, SVELATE LE 6 FINALISTE

    10/10/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Post su Instagram 18082696603793264 Post su Instagram 18082696603793264
    Post su Instagram 17847029001580939 Post su Instagram 17847029001580939
    Post su Instagram 18097914964591272 Post su Instagram 18097914964591272
    Stefano Arienti a Parma Stefano Arienti a Parma
    Stefano Arienti a Parma Stefano Arienti a Parma
    Post su Instagram 18089734870875086 Post su Instagram 18089734870875086
    Post su Instagram 18097783294679545 Post su Instagram 18097783294679545
    Mostra di Stefano Arienti a Parma dal 18 ottobre Mostra di Stefano Arienti a Parma dal 18 ottobre
    Inaugurazione a Parma il 18 ottobre palazzo Marchi Inaugurazione a Parma il 18 ottobre palazzo Marchi. Da vedere
    Palazzo in via Senato milano Palazzo in via Senato milano
    San Gregorio di padre Bernasconi padre al figlio D San Gregorio di padre Bernasconi padre al figlio Davide
    Riapre san Gregorio Riapre san Gregorio
    Recensione di lucia~ingrosso Recensione di lucia~ingrosso
    Post su Instagram 18067089128335314 Post su Instagram 18067089128335314
    Post su Instagram 18056643248425137 Post su Instagram 18056643248425137
    Elisa recensione di Erika Arosio Elisa recensione di Erika Arosio
    Lo spartito della vita di Erica Arosio Lo spartito della vita di Erica Arosio
    Fuori cinema in Gae aulenti Fuori cinema in Gae aulenti
    Post su Instagram 17969264072791937 Post su Instagram 17969264072791937
    Post su Instagram 18524484466032075 Post su Instagram 18524484466032075
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    le stagioni della verità

    Questo mio corpo

    Amazon.it : Questo mio corpo

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK