Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Per te
    • Il Teatro Evolutivo
    • Memorie smemorate
    • Material love
    • PREMIO GAMMADONNA 2024, SVELATE LE 6 FINALISTE
    • Marzia Santella e la scrittura
    • Viaggiare dentro di sé con ogni paziente
    • La Profezia e Quelli del Civico 21
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Per te

      By Lucia Tilde Ingrosso17/10/20250
      Recent

      Per te

      17/10/2025

      Il Teatro Evolutivo

      13/10/2025

      Material love

      11/10/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Donne e arte»Arti visive: e le donne?
    Donne e arte

    Arti visive: e le donne?

    Livia CapassoBy Livia Capasso13/05/2020Updated:13/05/2020Nessun commento5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    la pittrice-hp
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Nell’arte, come in tante professioni, le donne non riescono a emergere, non sono visibili. La storia delle artiste donne è rimasta a lungo silente per la difficoltà che hanno incontrato nella produzione e diffusione delle loro opere.

    L’ultima moglie di Max Ernst, Dorothea Tanning, smise di dipingere, delusa, perché come donna incontrava troppe difficoltà e la sua carriera era adombrata dalla fama del marito.
    Eppure era brava, intelligente, aveva talento ed era aperta a ogni sperimentazione che potesse dare vita ai fantasmi del suo inconscio.
    Nell’arte, come in tante professioni, le donne non riescono a emergere, non sono visibili; la storia delle artiste donne è rimasta a lungo silente per la difficoltà che hanno incontrato nella produzione e diffusione delle loro opere.
    la pittriceE come storica dell’arte con una lunga esperienza didattica, posso affermare che le artiste citate nei manuali scolastici sono una sparuta minoranza: la storia dell’arte che noi studiamo è distorta e parziale. Il dato riguarda anche le autrici esposte in musei e gallerie che, secondo una recente stima, sono mediamente appena il 18%; mentre la figura femminile, come soggetto dell’opera d’arte, specie nei nudi, è presente nell’80% delle opere esposte. Tanto che qualche tempo fa un gruppo di artiste femministe americane, che si definivano guerrilla girls, denunciò che le donne entrano nei musei solo nude!

    Nel mondo dell’arte hanno agito per lo più personaggi maschili; non solo gli artisti, ma anche i committenti, i mecenati, i collezionisti sono stati rappresentanti del sesso “forte”, mentre la presenza femminile comincia a farsi notare solo dal ‘400, ‘500 in poi. La prima scrittrice europea di professione che si conosca, copista e miniaturista, antesignana del femminismo, Christine de Pizan, nel suo libro più conosciuto (1405), La Città delle Dame, fa esclamare alla sua protagonista: « Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatto nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere…». Eppure, un secolo e mezzo dopo, qualche dubbio cominciava a comparire, se Giorgio Vasari può affermare: «Poiché le donne sanno benissimo dare alla luce gli uomini, non c’è da meravigliarsi che vogliano poter anche creare, con la stessa facilità degli uomini a partire dalla pittura». Ancora nel 1880 Marie Bashkirtseff lamenta che le donne sono escluse dall’École des beaux-arts di Parigi come da quasi ogni altra istituzione. «Quello di cui abbiamo bisogno è la possibilità di lavorare come gli uomini, senza dovere compiere degli sforzi immani per ottenere ciò che semplicemente hanno gli uomini».

    Bisogna attendere il 1900 perché le donne possano essere ammesse all’École, il 1903 perché siano eleggibili al Prix de Rome, apice della formazione artistica. Ma ormai l’École insegnava solo arte accademica, la vera arte si faceva altrove. Le poche donne la cui memoria ci è arrivata dal passato evocano nei nomi quelli dei loro padri, fratelli, mariti o amanti, alla cui bottega avevano accesso, magari in abiti maschili, ma a loro erano riservati generi secondari, come ritratti e nature morte, non la grande pittura storica o i soggetti biblici. Così come non avevano accesso all’istruzione, non potevano viaggiare, e quindi studiare le opere di grandi artisti né tanto meno i nudi dal vero; solo nel chiuso dei conventi, strano a dirsi, potevano dedicarsi liberamente alla loro attività preferita. Per lo più erano costrette a scegliere la miniatura, il disegno, l’acquerello e il pastello, tecniche a lungo considerate delle arti minori per artisti minori, sulla base del pregiudizio secondo cui leggerezza, finezza, dolcezza, delicatezza e sensibilità sarebbero prerogativa delle mani femminili. E solo le donne geniali riuscivano a trovare un posto in un settore in cui a loro nulla era dovuto e la partita tra maschi e femmine non era giocata ad armi pari. Dal ‘700 in poi, invece, il numero delle donne artiste è più visibile e aumenta considerevolmente, così come aumentano le letterate, le filosofe, in quanto vengono meno tanti divieti; ma è solo dagli anni Sessanta, Settanta del Novecento che le donne consapevolmente hanno rivendicato il loro posto accanto a quello degli uomini e sono entrate in massa nel mondo dell’arte, non solo come artiste, ma anche come critiche e collezioniste. Contemporaneamente tante ricercatrici universitarie cominciarono a sviluppare quelli che oggi chiamiamo “studi di genere”, e nel 1987 Wallace e Wilhelmina Holladay aprirono a Washington Il Museo Nazionale delle Donne nelle Arti (NMWA), il primo museo dedicato esclusivamente alla celebrazione delle conquiste delle donne nelle arti visive. I coniugi Holladay erano collezionisti di opere d’arte: nelle loro ricerche si trovarono di fronte al problema della scarsità di informazioni riguardo alle artiste donne. Decisero allora di dedicare loro un museo che, attraverso la collaborazione con le scuole, offriva nuove opportunità. Oggi non si può più parlare di marginalità per l’arte realizzata dalle donne e, come in altri campi, anche in quello dell’arte le donne hanno ormai raggiunto un pieno riconoscimento. Ma, ancora per essere conosciute, devono lavorare più dei loro colleghi maschi e creare opere sensazionali, ancora fanno più fatica a farsi conoscere, ancora c’è chi si sente dire come complimento che dipinge “come un uomo”.

    What do you want to do ?

    New mail

    aaarti visive
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Livia Capasso

    Livia CAPASSO, laureata con lode alla “Federico II” di Napoli in Lettere con indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte in vari Licei, dal Nord al Sud del paese. Attualmente risiede a Roma, e coltiva molteplici interessi, coniugando la passione per la Storia dell’arte alle rivendicazioni femministe. Cofondatrice dell’associazione “Toponomastica femminile”, partecipa a progetti didattici per diffondere una cultura di parità tra le giovani generazioni, scrive articoli per testate giornalistiche sulle donne a cui i comuni italiani hanno dedicato o dovrebbero dedicare strade, interviene come relatrice a convegni, organizza mostre sul tema della memoria femminile. Presiede la giuria del Concorso nazionale “Sulle vie della parità”. Mantiene rapporti con le Istituzioni per rivendicare una parità di diritti anche nella odonomastica cittadina. Per piattaforme elearning ha preparato un corso completo di Storia dell’arte e varie lezioni sull’arte di genere. Ha scritto e pubblicato due romanzi, Fotoricordo per una smemorata, in parte autobiografico, e “Donne in trincea”, una raccolta di racconti che hanno per protagoniste donne, eroine del quotidiano.

    Related Posts

    Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa

    05/06/2025

    Elvira Caputi Iambrenghi e la conservazione e il restauro dei beni culturali

    23/05/2025

    Shirin Neshat a Milano al Pac con Body of Evidence

    14/04/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Palazzo Marchi a Parma Palazzo Marchi a Parma
    Musica al museo della memoria Musica al museo della memoria
    Mostra di Stefano Arienti a Parma a Palazzo Marchi Mostra di Stefano Arienti a Parma a Palazzo Marchi con la curatela di Elena Bray
    Post su Instagram 18360082396092443 Post su Instagram 18360082396092443
    Sanseveria Sanseveria
    Hangar Bicocca Hangar Bicocca
    Post su Instagram 18159220348385999 Post su Instagram 18159220348385999
    Post su Instagram 18106256878614500 Post su Instagram 18106256878614500
    Post su Instagram 18082696603793264 Post su Instagram 18082696603793264
    Post su Instagram 17847029001580939 Post su Instagram 17847029001580939
    Post su Instagram 18097914964591272 Post su Instagram 18097914964591272
    Post su Instagram 18097783294679545 Post su Instagram 18097783294679545
    Mostra di Stefano Arienti a Parma dal 18 ottobre Mostra di Stefano Arienti a Parma dal 18 ottobre
    Inaugurazione a Parma il 18 ottobre palazzo Marchi Inaugurazione a Parma il 18 ottobre palazzo Marchi. Da vedere
    Palazzo in via Senato milano Palazzo in via Senato milano
    San Gregorio di padre Bernasconi padre al figlio D San Gregorio di padre Bernasconi padre al figlio Davide
    Riapre san Gregorio Riapre san Gregorio
    Recensione di lucia~ingrosso Recensione di lucia~ingrosso
    Post su Instagram 18067089128335314 Post su Instagram 18067089128335314
    Post su Instagram 18056643248425137 Post su Instagram 18056643248425137
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    le stagioni della verità

    Questo mio corpo

    Amazon.it : Questo mio corpo

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK