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    Home»Donna e lavoro»Donne e architettura»NICOLETTA CARBOTTI
    Donne e architettura

    NICOLETTA CARBOTTI

    Marisa CoppianoBy Marisa Coppiano06/01/2020Updated:06/01/2020Nessun commento6 Mins Read
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    nicoletta carbotti 2Il mio incontro con Nicoletta o, per la precisione, con la nico, è avvenuto in primis su Instagram attraverso le sue storie e i suoi post, efficace sintesi della sua quotidianità professionale ma anche della sua instancabile esplorazione, frutto della indomabile curiosità che la attraversa.

    Solo più recentemente ci siamo ritrovate al tavolo di un caffè del nostro quartiere – entrambe viviamo e abbiamo lo studio in San Salvario – e ci siamo letteralmente raccontate. Il suo studio – FattoreQ – raccoglie contributi multidisciplinari che vanno dall’architettura all’interior design, dalla grafica al digital, una vera e propria fabbrica, come Nicoletta ama definirla.

    Sei stata incoraggiata dalla tua famiglia nella scelta di studiare architettura?

    Non provengo da una famiglia di architetti, l’unico legame che posso trovare tra la mia famiglia e la mia professione è il mio nonno materno, che di mestiere faceva il muratore. Fin da piccola ho sempre stretto tra le mani matite e colori e quello che era solamente un gioco si è trasformato in un’idea di futuro: la mia famiglia ha ascoltato il mio desiderio di intraprendere questa strada, sostenendomi.

    Architetto o architetta?

    Le parole per me hanno importanza, ma fino ad un certo punto. Apprezzo chi si batte per la parità anche in termini linguistici, ma personalmente mi interessa di più la parità sul campo e il riconoscimento quotidiano della mia professionalità. C’è ancora molto da fare in merito.

     Cosa significa per te fare architettura oggi?

    Significa leggere con attenzione una richiesta e interpretarla con altrettanta attenzione, tentando di cucire addosso al cliente un progetto personalizzato in termini creativi ed economici.

    A chi ti ispiri?     

    Di solito è il contesto nel quale lavoro ad ispirarmi. Amo ovviamente l’architettura con la A maiuscola, ma mi lascio sedurre dalle ispirazioni più sottili legate alle persone e ai luoghi nei quali mi trovo a lavorare.

    E cos’è per te la bellezza?

    La bellezza per me è l’incontro tra imperfezione ed equilibrio. Al mondo non c’è nulla di assolutamente perfetto, neanche noi lo siamo. Anzi, le nostre imperfezioni e peculiarità ci rendono unici agli occhi degli altri. Lo stesso vale in architettura. L’equilibrio invece è necessario per l’incontro e lo scambio tra mondi e pensieri diversi: in questo senso la bellezza è sempre arricchimento.

    Come contestualizzi la sensibilità femminile in architettura?

    Credo che la sensibilità non sia una questione di genere, ma una questione di indole: credo che la mia sensibilità risieda soprattutto nell’ascolto delle esigenze di un cliente e nell’empatia con le persone che incontro sul lavoro.

    Affermarsi professionalmente è più difficile per le donne architetto?

    Credo che le donne debbano sempre faticare un po’ di più. Per fortuna qualcosa sta cambiando ed iniziano ad esserci segnali positivi, non solo in ambito architettonico.

    Sei mai stata discriminata durante la tua carriera?

    Temo di sì. In contesti diversi dalla libera professione a parità di titoli e d’età, ma con competenze superiori, non sedevo mai ai tavoli che contavano ed ero caricata di una notevole mole di lavoro. Come interpretare la situazione se non in questo modo?

    Qual è il progetto architettonico che ti è rimasto nel cuore?

    Il Teatro Regio di Torino progettato da Carlo Mollino. In quel progetto, follia ed equilibrio dialogano costantemente, restituendo un’architettura fortemente evocativa e poetica.

    nicoletta carbotti 3

    Cosa pensi dell’attuale situazione professionale delle donne architetto?

    Le studentesse di Architettura, in Italia sono tante quanti i colleghi uomini. Le architette titolari di studi o società di architettura molte meno. Questo dato mi fa riflettere sul fatto che dopo la laurea e l’abilitazione spesso si genera un corto circuito, in parte culturale, in parte sociale, che impedisce l’avviamento di una carriera autonoma o costringe le donne ad occupare solo i gradini più bassi del mondo accademico e della professione. È sul quel corto circuito che si dovrebbe intervenire. Che mi piacerebbe intervenire!

    Che rapporto hai, nel tuo lavoro di architetto e nel quotidiano, con la tecnologia?

    Ho un ottimo rapporto con la tecnologia, sul lavoro, come nel quotidiano. Tuttavia tendo ancora ad accostarla a mezzi e comportamenti più analogici. Credo che essere equamente digitali ed analogici rappresenti un modo per essere equilibrati.

    nicoletta carbotti 4

    Come è organizzato il tuo lavoro, cosa riesci a delegare e cosa segui personalmente?

    Seguo personalmente il progetto e il lavoro sul campo. Amo profondamente il cantiere e non ci rinuncerei mai. Quando c’è la possibilità, dopo averlo impostato, delego parte del lavoro d’ufficio, attraverso preziose collaborazioni.

    Quale è stato il tuo approccio nella guida del tuo studio?

    Amo dire che il mio studio è la mia fabbrica. Come in una fabbrica bisogna seguire tutta la filiera dalla materia prima (le idee) al prodotto finito (i risultati). Controllare ogni fase del processo è fondamentale.

    Che suggerimento daresti alle giovani colleghe? Consiglieresti a una ragazza di iscriversi ad architettura?

    Il percorso di studio della facoltà di architettura è un’esperienza che secondo me dovrebbe fare chiunque. Può sembrare esagerato, ma è un percorso che, prima ancora di formarti come architetto, ti insegna a lavorare in team, a confrontarti con gli altri, a essere presente e a rispettare uno scadenziario. Insomma ti prepara al lavoro.

    nicoletta carbotti 5 nicoletta carbotti 6Un oggetto di design e un’architettura a cui sei particolarmente affezionata

    Senza dubbio il lampadario vintage di Gaetano Sciolari che ho nel mio bagno e la Moschea Blu di Istanbul.

    Come riesci a conciliare la tua attività di design blogger con l’impegno professionale?

    Non so se ci riesco del tutto ma ci provo. Spesso non c’è abbastanza tempo per riflettere e scrivere di ciò che ho affrontato, imparato e capito. Ma quando il tempo c’è, è una cosa che amo fare. Scrivere aiuta a fissare le idee: è uno strumento di crescita personale.

    Sul tuo tavolo da lavoro non manca mai….

    Il caffè, le matite, i colori. Disegno ancora tanto a mano libera quando mi approccio ad un progetto nuovo. Il computer, se pur indispensabile, viene solo dopo aver messo a fuoco i pensieri sulla carta.

    nicoletta carbotti 7

    Una buona regola che ti sei data?

    Salvaguardare di più il tempo da dedicare al mio privato. In passato non me ne curavo a sufficienza, invece è fondamentale per essere felici.

    Il tuo working dress?

    Scarpe comode ma belle, spesso in nero e spesso a pois.

    Città o campagna?

    Città. Dopo un’infanzia in un piccolo paese della provincia di Taranto, la vita è cambiata scegliendo Torino come nuova casa. La sua energia per me è essenziale.

    nicoletta carbotti 8Qual è il tuo rifugio?

    Ne ho diversi: il mio compagno, mia sorella gemella, il mio divano e una gatta che mi viene a trovare ogni tanto.

     

     

    Ultimo viaggio fatto?

    Qualche mese fa sono stata a New York per la prima volta nella mia vita. Il cielo non era mai stato così lontano fino a quel momento. nicoletta carbotti 9

    Il tuo difetto maggiore?

    Sono testarda.

    E la cosa che apprezzi di più del tuo carattere?

    Sono testarda.

    Un tuo rimpianto?

    Non aver potuto mostrare a mio padre la casa in cui vivo oggi.

    Work in progress….?

    Ogni progetto in arrivo è sempre quello più bello. Sembra una frase fatta ma è la verità.

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    Marisa Coppiano

    Marisa Coppiano, architetto | concept designer | exhibit designer Dopo un master alla Domus Academy con Gaetano Pesce nell’ambito dei Nuovi Modelli Abitativi, Marisa Coppiano è stata per dieci anni responsabile dell’attività espositiva della Regione Piemonte. Ha progettato gli spazi deputati all’exhibit e l’allestimento di mostre e grandi eventi organizzati dall’ente in Italia e in altri paesi europei. Ha collaborato con diversi istituti, in qualità di docente nella disciplina Allestimenti. Dalla passione che Marisa Coppiano nutre per il “progettare” è nato N4STUDIO;

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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