Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • La solitudine dei non amati
    • Monia Romanelli artista, pittrice, stilista, curatrice di mostre e poetessa
    • LADRI E LADRUNCOLI
    • L’amico fedele
    • Almost Real: quasi vero a Torino
    • Re Lear è morto a Mosca
    • L’amore che non muore
    • Mani nude
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      La solitudine dei non amati

      By Dols06/06/20250
      Recent

      La solitudine dei non amati

      06/06/2025

      LADRI E LADRUNCOLI

      05/06/2025

      L’amico fedele

      04/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Salute e benessere»Ginecologia»INFERTILITA’ E CRISI DI COPPIA: NON CASCATE NEL TRANELLO
    Ginecologia

    INFERTILITA’ E CRISI DI COPPIA: NON CASCATE NEL TRANELLO

    Aura FedeBy Aura Fede19/11/2019Updated:06/01/2020Nessun commento8 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    infertilita
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    L’infertilità è una malattia che rende la coppia disabile. Dicono ma non è  sempre vero

    Ho letto questa cosa:
    L’infertilità è una malattia che rende la coppia disabile.
    Il che immagino suoni ai più come un’esagerazione, un pensiero grigio e cupo che ci si aspetterebbe da un predicatore o tutt’al più da chi tenti di venderci un qualche tonico sessuale.
    Però se a dirla, questa cosa, è l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, allora è bene prestarci un po’ d’attenzione.
    Ebbene, credo che quello che l’OMS intenda quando parla di coppia disabile non sia come ci si aspetterebbe la condizione di difficoltà/diversità in cui due partner che non riescano ad avere figli si ritrovano (quella certa condizione di isolamento e frustrazione) rispetto a un mondo esterno che da sempre pone procreazione e famiglia al centro di tutto.
    Non è solo ― voglio dire ― la disabilità della coppia che si sente inadeguata, incapace di attendere alle aspettative di chi sta fuori (che sia la famiglia o la società), quanto più ― io credo ―la disabilità che viene a crearsi proprio dentro la coppia, le inevitabili difficoltà psicologiche e fisiche che allontanano i partner quando si segni tra loro la minacciosa presenza di quella che a ragione oramai definiamo una malattia sociale.
    L’infertilità è un vuoto, una mancanza.
    In un paese come il nostro, dove il cattolicesimo sia il primo referente etico, dove donna è madre (e talora, in una visione più radicale, solo grembo), l’impossibilità di donare vita e di allargare l’universo dei nostri affetti, l’inettitudine a proiettare il proprio sé nel futuro, è quasi una dannazione all’oblio.
    Questo vuoto nella vita di coppia sa diventare straordinariamente ingombrante.
    Allontana drasticamente uomo e donna, offuscando (e qualche volta annientando) quel sentimento che li aveva avvicinati.
    In questo vuoto, colpa e vergogna attecchiscono come gramigna in un capo secco e quando uomo e donna si rendono conto per certo di non potere essere genitori vengono presi da quella che la medicina chiama crisi d’infertilità (la vergogna per la mancata prova di virilità maschile, la colpa di non potere dare ai genitori dei nipoti, per esempio).
    Seppure può accadere che al momento di una diagnosi tanto triste una coppia possa stringersi, trovare un po’ di complicità, unirsi nel dolore (come si dice), bè, a lungo andare questo vuoto, questo “fallimento familiare”, si farà sentire e nel tempo s’insinuerà nella vita sentimentale e di certo anche nella sfera intima, fin quando ogni atto sessuale anche se piacevole costituirà di per sé (tacitamente) un promemoria di quel fallimento.
    Ma lo sentite che in quanto ho detto c’è qualcosa che non va?
    Lo sentite questo alone nero di disfatta, di pessimismo?
    Ecco, questo è quanto comporta tenersi aggrappati ad una tradizione culturale che non ha più alcun senso. Questa visione sconfortante finisce per buttarci giù se ancora oggi ottusamente facciamo fede a quanto credevano i nostri nonni e le nostre nonne o peggio se deleghiamo la nostra salute sessuale (e mentale) a prontuari etici redatti per lo più da maschi (vergini!).
    Mi spiego.
    Mettiamo un momento da parte le malattie congenite o i decorsi traumatici per cui una donna o un uomo pure in giovane età non possono fare figli.
    Vi faccio presente che l’infertilità non è solo patologica, essa è innanzitutto una fase naturale della vita biologica della donna.
    Ognuna di noi (tra i 45 e i 50, con la menopausa) si aspetta naturalmente la fine della propria fase riproduttiva (il numero di follicoli ― cellule uovo ― è geneticamente programmato e va diminuendo già dopo i vent’anni, lentamente fino ai 35 circa, velocemente e drasticamente negli anni successivi).
    Capita così che molte di noi (sui 35 e non ancora mamme) si trovino a patire per natura le difficoltà di cui parlavo prima.
    Dovremmo allora rassegnarci tutte ad una vita di frustrazioni e di “non detti” con in nostri compagni, accettare di essere presto o tardi “disabili”?
    Affatto: è a questo punto che la coppia, ma prima di tutto la donna, deve fare i conti con l’esterno (società e cultura).
    Se le nonne delle nostre nonne potevano permettersi di fare figli a 18/20 anni, bè francamente oggi… (e lasciamo perdere l’idea di un giovanotto sui 20, cavallo delle brache irragionevolmente calato, la faccia e non solo flagellata di metallo, che si mette a fare il papà o il capofamiglia). No, di certo i tempi (o, come si dice, i costumi) sono cambiati e il momento opportuno per fare famiglia è slittato in avanti di almeno un decennio.
    Però il fatto è che l’orologio biologico della donna non è slittato in avanti, e il suo ticchettio è preciso e inesorabile.
    Perciò per prevenire quel senso d’inadeguatezza che la “tradizione” sembra non vedere l’ora di appiopparci (arrivate ai trentacinque, psicologicamente ma non biologicamente pronte), dicevo, a soccorso di questa comune condizione femminile di oggi, medicina e scienza si danno da fare per rendere tecnicamente possibile ciò che non lo è più naturalmente.
    È bene che ogni donna di oggi si metta in testa che non siamo nel medioevo, né mai più una coppia potrà dirsi (o farsi dire) disabile, con buona pace dell’OMS: fare figli oggi si può.
    Badate a quanto ho detto un paio di capoversi fa scrivendo di una donna o un uomo che pure in giovane età non possono “fare figli”.
    Ecco, sbagliavo.
    Convinciamoci (per il nostro benessere e in nome del rapporto che abbiamo scelto di creare con un uomo a cui volgiamo bene), convinciamoci che tutti possono “fare” figli.
    Fare figli non è solo generare, non siamo più solo un grembo da riempire e un figlio non è più solo il frutto del nostro seno.
    Fare figli, essere genitori, è scegliere di crescere una creatura trasmettendole (tramandandole) quel progetto d’amore che abbiamo creato come coppia, qualsiasi siano la nostra età (ragionevole ovviamente) e la nostra salute riproduttiva.
    Così vale anche per chi è sterile per ragioni non naturali: l’adozione e la fecondazione assistita ci rendono genitori a tutti gli effetti (e quanto a passione e tenacia, forse addirittura genitori migliori).
    Questo è quello che un medico deve dire a una coppia sterile che gli si rivolge, questo è quello che uno stato civile dovrebbe dire.
    E invece ci deve capitare di assistere a contenziosi surreali sulla fecondazione assistita: un argomento le cui profonde implicazioni psicologiche e sociali solo le donne possono intuire, perché è esclusivamente della nostra esperienza intima che si va a parlare, per cui personalmente provo orrore nel vedere invece uomini (maschi) di potere dissertarne allegramente pretendendo di decidere (immaginate la loro faccia se d’un tratto noi donne ci mettessimo legiferare in materia di disposizioni calcistiche, e la cosa rende l’idea solo alla lontana ― i piedi noi ce li abbiamo, l’utero loro a quanto mi risulta…).
    Ma questa è materia molto delicata che merita tutt’altro genere di approfondimento.
    In questo senso mi limito solo a un consiglio spassionato: se il nostro paese è barbaro e medioevale in questo senso (e lo è), ben venga quel fenomeno che accumuna un sacco di coppie italiane: “il turismo procreativo”.
    In ogni parte del mondo esistono strutture che possono renderci genitori, invito chiunque ne abbia la possibilità a non indugiare e a rivolgersi a loro.
    Voglio chiudere portando ad esempio il caso di una mia paziente. Esemplare. Per una chiusura delle tube non poteva avere figli (nel senso italiano, nel senso cattolico). Il sentimento di dispiacere nella coppia si è presto trasformato in depressione patologica e di lì a poco si sono rese necessarie cure psichiatriche. La famiglia ha provato ogni genere di sofferenza, per anni, finché s’è potuto procedere con la fecondazione artificiale. Le era stato detto che non poteva essere mamma e mamma invece lo è diventata. Ora è felice.
    Lo ripeto: a tutte le donne, giovani o meno: non cascate nel tranello di chi vi dà delle “disabili”, ciò che di buono ha fatto finora la medicina è cercare di trovare per ognuna di noi una soluzione personale e soddisfacente, per cui l’unica nostra preoccupazione debba rimanere l’affetto sincero che proviamo per colui che abbiamo scelto come padre dei nostri figli.
    E ai medici obbiettori che non condividono questo pensiero (per cui evidentemente il rispetto della tradizione eucaristica viene prima della salute mentale delle pazienti), bé mi sento di suggerire loro di recarsi a prestare servizio in qualche remota regione islamica integralista dove forse le loro convinzioni saranno considerate eque e democratiche.

    crisi di coppia infertilità
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Aura Fede
    • LinkedIn

    Aura Fede. Siciliana ma ora abita a Treviso. A Padova ha fatto gli studi pre-universitari e universitari. Docente nel corso post-laurea (per psicologi e specialisti ginecologi) di psicoprofilassi ostetrica dell’Università di Padova E' sessuologa clinica (altre a consulente) e Formatore dell'istituto Internazionale di Sessuologia di Firenze diretto dalla prof. Roberta Giommi. Ha frequentato il corso di Mindfulness presso l’AISPA di Milano, autrice di lavori scientifici su vari argomenti legati alla specializzazione. Coautore di volumi sul benessere delle donne e sul benessere dei ragazzi.

    Related Posts

    Childfree

    20/04/2024

    Perchè non si fanno più figli

    19/04/2024

    NON DIRE MAI EPIDURALE

    12/07/2023
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    La solitudine dei non amati, firmato e diretto dal La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Post su Instagram 17959636775930644 Post su Instagram 17959636775930644
    Ho visitato di recente la bellissima mostra Un alt Ho visitato di recente la bellissima mostra Un altro sguardo Opere dalla Collezione Gemma De Angelis Testa a Villa Panza, (Varese). aperta al pubblico dall’11 aprile al 12 ottobre 2025 che rappresenta l’inaugurazione di un ciclo espositivo dedicato al tema del collezionismo come espressione di un pensiero e strumento di indagine del presen

https://www.dols.it/2025/05/26/un-altro-sguardo-e-gemma-de-angelis-testa/
    Pianocity con Chiara Schmidt Pianocity con Chiara Schmidt
    YUKINORI YANAGI ICARUS 27.03 – 27.07.2025 mostr YUKINORI YANAGI
ICARUS

27.03 – 27.07.2025
mostra in corso – navate
    Post su Instagram 18278106160281511 Post su Instagram 18278106160281511
    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK