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    Home»Costume e società»Viaggi»40 anni in 40 giorni: diario di un viaggio indimenticabile – VI
    Viaggi

    40 anni in 40 giorni: diario di un viaggio indimenticabile – VI

    DolsBy Dols29/09/2018Updated:30/09/2018Nessun commento6 Mins Read
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    Tahiti_Teahupoo_le Village_stagno
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    Tahiti e Melbourne, fine del viaggio

    precedente

    di Rossana Piasentin

    Si avvicina la fine di questa vacanza polinesiana ma, per fortuna, abbiamo ancora due giorni a Tahiti, prima di rientrare in Italia passando da Melbourne.

    Prima di questo viaggio mi bastava sentir nominare Tahiti e Papeete e già la fantasia mi portava a spiagge tropicali, mare, palme, fiori, profumo di tiarè, insomma paradiso. Ora posso dire che in realtà Tahiti non è come la immaginavo. Papeete è una cittadina col traffico di una città, un po’ caotica, un po’ sporchetta, con costruzioni senza fascino e anche un po’ degradate (le vecchie case coloniali sono praticamente sparite..) quindi non esattamente il paradiso polinesiano!
    La sera, girare a piedi ci ha fatto sentire a disagio: poca gente nelle strade interne, e alcuni dall’aspetto poco rassicurante. Se si esclude la parte di Piazza Vaitape, quella con le roulotte che vendono ottimo cibo a poco prezzo, molto frequentata e illuminata, il resto è abbastanza desolato… Nella zona del mercato ho visto gente che dormiva sui pickup, forse erano gli stessi che di giorno lavoravano lì, ma comunque non facevano una gran bella impressione…e anche molti uomini dall’andatura malferma… È stata la prima volta, in tutto il viaggio, in cui mi sono guardata le spalle e ho cambiato marciapiede…

    Però, quando abbiamo fatto il giro dell’isola, ciò che ho visto fuori da Papeete e soprattutto a Tahiti Iti (la parte più piccola dell’isola, quella che dai locali viene chiamata ‘presqu’Île’) mi ha rincuorata.
    Tahiti Iti è tutta un’altra cosa, qui ho ritrovato la natura ricca, le montagne verdissime, i fiumi balneabili, le spiagge dove i ragazzi “surfano” e quelle dove i bimbi giocano, quasi tutte di sabbia nera. Ecco, diciamola tutta, a me le spiagge di sabbia nera non finiscono di piacere, rendono più cupo anche il colore del mare…

    Tahiti_Teahupoo
    Siamo scesi fino a Teahupoo dove avrebbero dovuto svolgersi i campionati del mondo di surf, il Billabong Pro Surf Competition.
    _Papeete_mercato-stoffeAvevamo letto di questo incredibile reef break che, a causa della barriera corallina (che fa passare la profondità oceanica da più di 50 metri, a poco più di 1,5 metri) può dar vita a un’onda aggressiva a ‘tubo’ alta anche come un palazzo, pesantissima, che genera un rombo assordante ed eravamo pronti a farci accompagnare in barca fino al ‘reef’ per vedere da vicino le evoluzioni dei campioni nel ‘tube’. Avrei voluto emulare Tim McKenna, il fotografo australiano ‘ammalato’ di Polinesia, che ha fotografato le onde di Teahupoo per anni, ma purtroppo il mare era incredibilmente calmo, talmente calmo da decretare la sospensione delle gare… Peccato, niente adrenalina da risalita dell’onda perfetta a lato dei surfisti!

    Però lì, in fondo all’isola, abbiamo scoperto un angolino fermo nel tempo: ci si arriva a piedi, dove finisce la strada, superando un ponticello che ballonzola quando i ragazzini ci corrono sopra (e loro, ovviamente, continuano a correre avanti e indietro!), e ci si trova in mezzo a case sparse nel verde con tavole da surf appoggiate ai muri o sui tetti, laghetti con ninfee viola e papere, bimbi scatenati che corrono a piedi nudi o in bicicletta, ragazzi seduti sotto l’albero che suonano l’ukulele e cantano musiche locali. Ecco ‘le village’ mi è piaciuto proprio tanto, anche se non c’era una spiaggia bianca e anche se il cielo era grigio.

    Tahiti_Teahupoo_le Village_stagno

    La domenica, prima di partire, decidiamo di partecipare alla funzione nella chiesa protestante. E’ un’emozione per gli occhi (colpiti dai colori sgargianti degli abiti delle donne, intonati a cappellini e gioielli) e per le orecchie, perché i canti ‘a cappella’, si succedono in continuazione e sono bellissimi, forti, coinvolgenti… da pelle d’oca…
    E, con ancora la musica nelle orecchie, ci avviamo all’aeroporto. Non parlo più tanto e io, che di solito sono sorridente, sento una sottile malinconia che si impadronisce dei miei pensieri. Mentre aspettiamo l’imbarco, con gli abiti pesanti per affrontare il clima di Melbourne, lascio spazio a una vocina che nella testa si fa sentire insistentemente: “Ma perché la Polinesia dev’essere una volta nella vita? Chi l’ha detto?” E come darle torto? (alla vocina, intendo..) E così mi dico che.. forse, chissà, magari… giochi per sentire meno la tristezza del distacco..

    L’arrivo a Melbourne mi fa ritrovare la parola. La città è effervescente, i cieli sono azzurri con nuvole che si muovono veloci perché il vento soffia forte, la gente è in giro in maglietta, maglione, giacchetta, cappotto (sempre detto che la percezione della temperatura atmosferica è molto soggettiva!), un sacco di gente, per lo più giovane. Non ero più abituata a tutta questa umanità. L’impressione è che siano tutti molto tranquilli, non si corre, tanto che il guidatore dell’autobus che ci porta dall’aeroporto in città, alle varie fermate si presta a spiegare la strada a chi scende, cartina alla mano. Ma dove lo trovi un driver di mezzi pubblici così disponibile? Poi scopro che Melbourne è stata nominata per sette anni consecutivi (fino al 2017) “città più vivibile al mondo” secondo la classifica stilata da The Economist. Ecco!
    Scopriamo che nella zona centrale si può salire e scendere dai vari tram senza pagare, una voce avvisa quando si sta per uscire dalla ‘free-zone’ e quindi o si scende, o si paga. Praticamente giriamo per il centro senza mai spendere un euro!

    Lo skyline è un mix di grattacieli moderni e case antiche, anche se forse antiche non è proprio la parola giusta per noi che in Italia siamo abituati a vere antichità! Qui tutto ciò che è del 1800 è considerato antico, dato che la città è stata fondata nel 1835!

    I vicoli che collegano le arterie maggiori sono una galleria d’arte a cielo aperto. Spazio a writer noti (come Banksy o Keith Haring) o sconosciuti che possono dipingere muri e anche i cassonetti dell’immondizia, così tutto diventa una macchia di colore.
    E poi saliamo allo Skydeck, l’immancabile torre da cui godersi il panorama sulla città e sul fiume Yarra, e questa volta decidiamo di andarci per il tramonto. Uno spettacolo!

    Melbourne_fiumeYarraMi piace questa città giovane, anche se il vento mi sferza la faccia e mi fa alzare il cappuccio della giacca, e poi ci sono tantissimi ristoranti, che offrono tutte le cucine possibili, che siano dei goderecci questi melbourniani? Mi adeguo e cerco di assaporare e godere di quanto mi circonda, quanto più posso.

    Facciamo il percorso verso l’aeroporto con il sole che lascia man mano il posto a nuvole grigie, ma io ripenso a quanto ho visto in questi 40 giorni, attraverso quante atmosfere sono passata, quante persone ho conosciuto, quanti azzurri ho scoperto, quanti fiori e profumi ho annusato e quanti cieli mutevoli ho ammirato e non so stilare una graduatoria di cosa mi sia piaciuto di più, so che è stato un viaggio che ha cambiato la mia percezione dell’ambiente e che anch’io, come quel giornalista di cui parlavo precedentemente, Tim McKenna, mi sono sicuramente ‘ammalata’ di Polinesia.

    Chissà se sarà solo una volta nella vita?

    melbourne tahiti
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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