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      Essere immigrati: il lutto invisibile dell’identità spezzata

      By Nurgül COKGEZİCİ31/05/20250
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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Il ritorno delle invisibili
    Costume e società

    Il ritorno delle invisibili

    Marta AjòBy Marta Ajò04/09/2018Updated:04/09/2018Nessun commento3 Mins Read
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    donne-nonne-madri-figlie
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    Le invisibili tra di loro si riconoscono, guardano, confrontano, sostengono e si raccontano. Vite colme di esperienze, di saggezza, di pazienza, di affetti, di affanni e curriculum professionali di tutto rispetto. Le invisibili prendono corpo e risplendono di storia mentre svolgono disciplinatamente il loro lavoro di cura e di accudimento, in spiaggia, ai parchi o in casa. Perché hanno ancora figli da aiutare e nipoti da vigilare, pranzi da preparare, familiari da assistere e turni da osservare.

    Sono tutte al loro posto, dopo un’estate all’insegna del riposo e del divertimento e “i bambini chi li tiene-dove li metto?”.

    Per fortuna ci sono le donne-nonne che s’impegnano, si donano, si riconoscono e parlano la stessa lingua.
    Non è una nuova razza o un etnia in via d’estinzione ma solo la categoria delle ‘invisibili’, destinata ad essere mantenuta viva- vegeta- attiva fino a rottamazione finale.
    A questa specie appartengono le donne di “mezza età”, le vedove, le pensionate nonché nonne a tempo indeterminato.
    Necessarie per il loro operato invisibili nella loro fisicità.
    Ciò che si tende a vedere di loro, osservare, compatire, è nel migliore dei casi qualche cedimento corporeo, qualche chilo in sovrappeso, forme appesantite; nel peggiore dei casi, un incedere affaticato, una schiena non proprio eretta, niente che brilli della passata e fuggitiva vita.
    Eppure, in tutto ciò che è vita manifesta, niente può considerarsi invisibile, impossibile da ignorare.

    nonne-mamme-figliePerché dunque ad un certo punto della vita questi esseri appaiono invisibili e non riscontrano che interessi finalizzati all’egoismo altrui?
    Nessuna attenzione da parte dell’altro genere (cessato il periodo riproduttivo, perso il richiamo erotico o i profumi ormonali) e nessuna attenzione da parte delle giovani che avvertono il sollievo di non dovere entrare nella competizione della conquista; unico sentimento semmai la compassione.
    Prede di truffatori e approfittatori di una debolezza-solutidine affettiva propria delle invisibili, attenzionate solo in caso di emergenza.

    Fra di loro si riconoscono, guardano, confrontano, sostengono e si raccontano. Vite colme di esperienze, di saggezza, di pazienza, di affetti, di affanni e curriculum professionali di tutto rispetto. Le invisibili prendono corpo e risplendono di storia mentre svolgono disciplinatamente il loro lavoro di cura e di accudimento, in spiaggia, ai parchi o in casa. Perché hanno ancora figli da aiutare e nipoti da vigilare, pranzi da preparare, familiari da assistere e turni da osservare.
    Parlano di tutto questo, le invisibili, mentre riaffiorano e si fanno largo, tra trapassato e presente, rimpianti, dolori e affetti irrinunciabili.

    Le invisibili possono condividere quasi tutto, compresa la malinconia che l’accompagna.
    Perché anche quando le cose vadano diversamente e la saluta regga, i figli siano autonomi ed emancipati, i nipoti affettuosi, la rendita sufficiente tutte avvertono il bisogno di essere riconosciute.
    Non attraverso stereotipi “Godetevi gli anni maturi, quelli della serenità, curatevi e fatevi belle ad ogni età, amatevi” quanto piuttosto con il riconoscimento di un passato denso di cose fatte e di un ruolo presente tanto necessario quanto redditizio per tutta la società.
    Invisibili infine in un nuovo, futuro, progetto tecnologico che non le comprende ma con cui si cimentano caparbie e capaci, insofferenti ma tenaci. Presenti infine all’interno di una comunicazione che tra faccine e cinguettii ha creato una nuova forma di visibilità, un mondo dove il virtuale si sovrappone alla realtà e che non ha comunque tempo di soffermarsi su di loro.

    Ciònonostante, le invisibili dell’estate, della domenica, delle serate e delle emergenze sono tutte in attività e ancora una volta saranno presenti ai giardini, parchi, giostre,piscine e scuole.
    A cementare il passaggio generazionale e storico di cui nessuna società potrà privarsi .

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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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