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    Home»"D" come Donna»IRAN. LA SFIDA DI UNA DONNA ALLE CONVENZIONI
    "D" come Donna

    IRAN. LA SFIDA DI UNA DONNA ALLE CONVENZIONI

    Rita CugolaBy Rita Cugola19/06/2017Updated:19/06/2017Nessun commento3 Mins Read
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    Ha sfidato le convenzioni confidando eclusivamente nelle proprie capacità. Il risultato è che a 43 anni, l’iraniana Fatemeh Daneshwar  (un marito e quattro figli) è attualmente annoverata tra gli imprenditori  più apprezzati dell’Iran.

     

    “Dopo la laurea in economia aziendale ho scelto di dedicarmi alla libera professione nell”industria mineraria (a esclusiva egemonia maschile, n.d.r.) Ammetto che gli esordi sono stati piuttosto difficili. lavoravo molto con i paesi esteri, esportando e importando materiali. Armata di un’unica certezza: l’interesse suscitato  dalla mia condizione di unica donna del settore mi avrebbe avvantaggiata. In fondo non ho mai creduto che l’appartenenza al genere femminile fosse una limitazione“.
    E’ proprio tale granitica convinzione ad averle del resto consentito l’accesso a vette potenzialmente precluse all’altra metà del cielo locale (le sette società istituite in pochi anni ne sono la conferma).

    Eppure, almeno in ambito occidentale, l’immagine atipica da lei universalmente proiettata (in netto contrasto con i tipici  stereotipi sul processo emancipatorio in Iran) continua a essere percepita in termini di eccezionalità. Soprattutto  in un contesto a forte impronta islamica e pertanto tendenzialmente misogino. “E’ la diversa prospettiva ideologica a ispirare il pregiudizio. Noi in realtà godiamo di libertà inconcepibili altrove; forse siamo persino  più  qualificate e agguerrite rispetto alle altre.  L’ho constatato durante i miei numerosi viaggi”.
    Ottimista, risoluta, intraprendente:  Fatemeh sembra fluttuare in un vortice di inesauribile energia. Ai consueti incarichi manageriali ha infatti gradualmente affiancato l’attivismo politico-sindacale (è membro sia del consiglio municipale di Teheran che della Camera di Commercio nazionale) e l’opera assistenziale  a favore  di orfani e madri in difficoltà, culminata in seguito nella fondazione dell’associzione Mehrafarin (destinataria di un quarto degli introiti complessivi annuali).

    “Sono particolarmente orgogliosa delle modalità di assistenza ai bambini. Fino a poco tempo fa le loro aspirazioni erano circoscritte a un frutto o un pallone; ora invece sognano quasi tutti  un futuro da astronauti, ingegneri, fisici, medici di rilevanza internazionale”.
    Una corsa inarrestabile verso nuovi, ambiziosi orizzonti. Un innato desiderio di realizzazione personale che non sembra aver tuttavia influito sul ménage familiare: “La chiave del successo è complicità con il partner. In tal senso, noi iraniane sappiamo come comportarci. Siamo accondiscendenti ma non sottomesse. Non cerchiamo di rafforzarci sottraendo potere agli uomini. Vogliamo solo essere apprezzate per il nostro valore e cerchiamo di impegnarci al massimo. Io ho avuto il privilegio di sposare un uomo comprensivo, che oltretutto è anche un padre formidabile. Gli  sono enormemenete grata: senza di lui infatti, nulla sarebbe stato possibile”.

     

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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