Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Tutto in un’estate
    • Archivio Sentimentale: la Casa di Famiglia
    • F1 il film
    • ll femminismo inutile
    • Le stagioni della verità
    • Effatà 2
    • Effatà – Hikikomori di Pastori Gloss
    • Puglia e dintorni
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Tutto in un’estate

      By Erica Arosio26/06/20250
      Recent

      Tutto in un’estate

      26/06/2025

      Archivio Sentimentale: la Casa di Famiglia

      25/06/2025

      F1 il film

      24/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Biopolitica, controllo dei corpi e vita da “checche
    Costume e società

    Biopolitica, controllo dei corpi e vita da “checche

    DolsBy Dols11/06/2016Updated:11/06/2016Nessun commento6 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    biopolitica
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Parlare di biopolitica è argomento di scottante attualità.
    Il termine, già adoperato a partire dagli anni Venti, diviene oggetto di un vivace dibattito filosofico in seguito all’uso che ne fa Michel Foucault a metà degli anni Settanta.

    di Nicolao Conchita

     
    Per Foucault, il passaggio dall’Ancien régime allo Stato moderno segna la nascita della biopolitica, che è politicizzazione della vita umana.
    Infatti, dal potere del sovrano di mettere a morte o lasciare in vita un suddito, si è passati al potere liberale, che avoca a sè il diritto di far vivere e lasciar morire. Esso non mette a morte, ma si incarica di presidiare, risanare ed allungare la vita dei cittadini, attribuendosi compiti di benessere, di sicurezza e di protezione.
    La politica, cominciando ad occuparsi degli aspetti, delle condizioni, dei modi in cui si svolge la vita degli individui (ormai vero affare politico), vi fa irruzione esercitando un potere improprio.
    Inizia a catalogare, selezionare, regolamentare, gestire, regolare, controllare tutto ciò che riguarda il bios dell’individuo (βίος): salute, igiene, fertilità, natalità, sessualità, mortalità.
    L’allevamento umano è accompagnato dall’imbrigliamento della corporeità e della fisicità, dalla separazione in ruoli precisi (dominio maschile, subordinazione femminile) e, soprattutto, dalla definizione di una soglia di normalità cui è bene aderire pena l’emarginazione.
    Qui comincia il controllo dei/sui corpi: l’intrusione della biopolitica-Stato in ambiti squisitamente privati.
    Accreditata (senza averne titolo) nella sua funzione di controllo dei/sui corpi, da inflessibile sorvegliante, sceglie:
    – ruolo di genere cui attenersi;
    – chi, come, quando amare (paradigma eterosessuale percepito come normale ed universale);
    – quando, come, dove e a quale prezzo abortire;
    – chi, come, dove e a quale prezzo si può ricorrere ad una procreazione assistita;
    – quando, come, dove morire.
    Definiti i contenuti, attraverso gli strumenti istituzionali con cui esercita il potere (istruzione, medicina, informazione, linguaggio, diritto e religione), ripropone tale realtà omologante.
    Espropriati dei propri corpi, annullata qualsiasi tipo di autodeterminazione, la vita degli individui viene addomesticata, ricondotta ad una vocazione patriarcale, forgiata in modo da essere funzionale ad un disegno sociale familista, eterosessuale, autoctono, con funzione produttiva e riproduttiva.
    Attenzione: non si tratta di non normalizzare una devianza, ma di patologizzare una diversità attraverso l’irreggimentazione, l’esclusione, l’abiezione.
    Disertare il proprio ruolo di genere o fare una diversa scelta, anche se libera e consapevole, può risultare una scelta rovinosa. Una integrazione che non sia accompagnata da omologazione viene condannata, incriminata, stigmatizzata, censurata con moralismo e falso perbenismo.
    Lo sganciamento della sessualità dalla riproduzione e delle identità di genere dal sesso anatomico, l’interscambiabilità dei ruoli, le tecniche riproduttive artificiali per i non coniugi eterosessuali, rappresentano un vero attentato alla struttura sociale “naturale”.
    Un corpo “fuori dalla norma”, non disposto alla mediazione, assume un’importanza nuova: rappresenta una minaccia all’assetto politico neoconservatore.
    Inoltre, per effetto di un’ingiunzione alla collaborazione attiva, dal basso v’è un’autoinvestitura del singolo al ruolo di controllore, moralizzatore, diffusore dei valori “imposti”.
    Spaventa sapere che, un sistema tette-culo-vagino centripeta, generato da una cultura machista e maschilista, sia alimentato non solo dalle pressioni di gruppi fascistoidi, clericali e reazionari, ma soprattutto da gente comune.
    Un buon lavoro di indottrinamento delle masse!
    Comportamenti omofobi, sessisti, xenofobi, discriminatori, escludenti, sono ormai naturalizzati, diffusi, radicati. Ormai assuefatti, non generano né sdegno, né disapprovazione, né condanna sociale: occulti, invisibili, irriconoscibili, inosservati, non percepiti come minaccia o attacco alla democrazia. E invece è proprio di questo che si tratta!
    Che democrazia è quella che non tiene conto delle differenze, delle minoranze e che fa dipendere da “ragioni” e non da “cause” la supremazia di un gruppo (sociale o etnico) su un altro?
    Che democrazia è quella che alle nuove forme di affettività, di relazione, di sessualità attribuisce sì pari dignità ma non eguali diritti?
    Che Stato è quello che interviene in un ambito così privato ed intimo come quello dell’autodeterminazione, vigilando su quanto accade nel perimetro del letto di ciascun cittadino, come se si trattasse di un Panopticon,?
    Che Stato è quello che, sulla base di supposte norme etiche e valoriali, impone un ordine sociale sessuato, fondamentalista, arenato alle più vetuste gerarchie di ruolo, che imprigiona le donne nel ruolo di moglie-madre?
    Che Stato è quello che decide che si è buoni genitori solo se eterosessuali, meglio se coniugati, condannando all’invisibilità altri tipi di famiglie, in egual modo felici e serene?
    Che Stato è quello che attribuisce maggiori tutele alla prole di coppie eterosessuali rispetto a quelle omosessuali? Da quale trattato scientifico si evince che l’eterosessualità è sinonimo di buona genitorialità?
    Sono da auspicare sane pratiche di resistenza attiva che prevedano la partecipazione alla dimensione pubblica di tutta la società civile per coltivare collettivamente una moderna consapevolezza individuale.
    Occorre reinventare un nuovo modo di fare politica, più rispettosa dell’autonomia, della volontà e della libertà di ciascuno, porre fine alla mortificazione della sfera squisitamente privata nei dettami pubblici. Occorre perseguire il superamento della mascolinità e femminilità concepite come categorie socialmente costruite, della teoria di genere, l’abbattimento dei luoghi comuni ma, soprattutto, ridare piena sovranità ai soggetti attraverso l’autodeterminazione, il testamento biologico, il fine vita, la sessualità matura e consenziente.
    E’ un discorso culturale che vede coinvolti rappresentanti delle istituzioni politiche e religiose, ma anche attori diversi: giuristi, linguisti, esponenti dell’informazione, dell’istruzione e della formazione, ma soprattutto la famiglia.
    La vera forma di emancipazione e ribellione passa sui nostri corpi: unica roccaforte da espugnare.
    In gioco non ci sono solo i diritti della comunità LGBTI.
    Nell’attesa di questa necessaria ri/evoluzione culturale, io e Manuela mia coniuge oltrealpe, continueremo a vivere la nostra vita da checche lesbiche (l’universo dell’omosessualità femminile è invisibile: se ne nega l’esistenza anche con l’assenza di uno slang dispregiativo ad hoc).
    Una vita familiare “diversa”, fatta di bollette da saldare, rata del mutuo da pagare, offerte e promozioni da inseguire al supermercato, biancheria da stirare, briciole sul divano da raccogliere, calzini spaiati da raccogliere in giro per casa, pietanze da preparare, compleanni ed anniversari da festeggiare, incombenze da assolvere, successi da condividere, sconfitte da metabolizzare, ambizioni, sogni, complicità, fedeltà nella buona e cattiva sorte…
    Ah, quanta diversità in una famiglia non tradizionale!

     

    “La cultura alla quale apparteniamo, come ogni altra cultura, si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere. L’obiettivo dell’identificazione di un bambino col sesso cui è stato assegnato si raggiunge molto presto, e non ci sono elementi per dedurre che questo complesso fenomeno abbia radici biologiche”.
    (Elena Gianini Belotti)

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

    Related Posts

    Tutto in un’estate

    26/06/2025

    Archivio Sentimentale: la Casa di Famiglia

    25/06/2025

    F1 il film

    24/06/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Torgnon valle del Cervino Torgnon valle del Cervino
    Post su Instagram 17984240483696003 Post su Instagram 17984240483696003
    Tutto in un'estate recensione di Erica Arosio Tutto in un'estate recensione di Erica Arosio
    Marocchino da Illy Marocchino da Illy
    Intervista a Elena Guerrini da parte di Caterina d Intervista a Elena Guerrini da parte di Caterina della Torre
    Le stagioni della verità ultimo libro di Lucia ti Le stagioni della verità ultimo libro di Lucia tid ingrosso presentazione alla libreria Feltrinelli un aulenti
    Ultimo film con Brad Pitt.recensione di Erica Aros Ultimo film con Brad Pitt.recensione di Erica Arosio
    Libro di Annina Vallarino. Intervista su www.dols. Libro di Annina Vallarino. Intervista su www.dols.it
    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/ https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/

Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
    Post su Instagram 18104628619530738 Post su Instagram 18104628619530738
    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

https://www.dols.it/2025/06/17/luana-sciamanna/
    Post su Instagram 17888416860161530 Post su Instagram 17888416860161530
    https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-se https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-serve/
    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK