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    Dol's Magazine
    Home»Donne digitali»Tecnologia»STEM Club per le ragazzine
    Tecnologia

    STEM Club per le ragazzine

    DolsBy Dols10/02/2016Updated:10/02/2016Nessun commento4 Mins Read
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    stem-RAGAZZINE
    Credits: Little Bits’Educators Guide
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    Nascono ogni mese nuovi Science Club for Girls, o STEM Club for Girls, soprattutto nel mondo anglosassone. Obiettivo di queste comunità è sostenere le ragazze in curriculum e carriere tecno-scientifiche.

    di Fiorella Operto

    Certamente, a causa della sottorappresentazione delle donne e delle ragazze nei curriculum tecno scientifici, è necessaria una politica specifica e ben progettata di promozione. Soprattutto, come nel progetto Roberta, le ragazze scoprono i robot, le ragazze dovrebbero poter fare da sole per un certo periodo, avendo la possibilità di prendere le misure dei problemi posti dallo studio delle scienze, e mettendo le mani sulle macchine e sulle attrezzature, con i loro modi e tempi (magari, senza il solito ragazzino nerd alle spalle che le aiuta).

    La parola tinkering indica le esperienze costruttive che sarebbe necessario iniziare da piccole: un modo di sperimentare la scienza costruendola. Tinkering è quell’insieme di azioni che vanno dallo smontare qualsiasi oggetto per vedere che cosa ci sia dentro, o per cercare di capirne il funzionamento, alle attività di costruzione di manufatti utilizzando motorini, interruttori, piccoli circuiti elettrici, parti di pc, parti di stampanti, e così via. Tinkering è quando mamma, papà e bambini si mettono assieme e a progettare, per esempio, le luci dell’albero di Natale. Ma montare e smontare oggetti, tecnologici e non, non è il gioco proposto di solito alle bambine.
    Da una certa età, le bambine adottano la mentalità (mindset) della comunità in cui vivono, secondo cui per lo più “le donne non sono portate per la matematica” (nell’immaginario sociale, la “matematica” – o ciò che è identificato come tale, comprende ed esaurisce ogni competenza di pensiero logico e costruttivo). Moltissime donne adulte possono narrare, con i loro ricordi e le biografie intellettuali, che alle prime difficoltà in scienza o matematica qualcuno nella loro comunità intervenne per scoraggiarle a continuare a studiare queste materie, poiché “le donne non vi sono portate”.
    Ecco perché sono importanti gruppi di sostegno per le ragazze, perché le loro comunità per lo più le scoraggiano.
    L’atout dei Club più attivi è sempre la presenza di un mentor scientist, un sostenitore o sostenitrice che incoraggia le ragazze. Esse devono essere incoraggiate a non “mollare” di fronte ai fallimenti, poiché la capacità di imparare matematica e scienze non è un dono innato.
    Il ruolo del mentor scientist per le ragazze è quello di sostenerle nello studio, e soprattutto di parlare degli studi, degli esperimenti tentati, dei successi e dei fallimenti. Così, le ragazze possono adottare verso le materie STEM lo stesso atteggiamento che hanno verso, per esempio, materie umanistiche, che è: provare, lavorarci su, trovare le proprie strade, discuterne con le amiche, scambiare i compiti, disegnare, usare strumenti, scrivere temi, inventare storie.
    Per le bambine e le ragazze, l’uso di strumenti anche semplici (es. le macchine semplici di Munari) dovrebbe proseguire oltre la scuola elementare: e invece nelle scuole medie il programma di matematica prende la strada misteriosa e astratta delle “espressioni algebriche”, terreno minato per molti studenti (non solo ragazze). Ma mentre i maschi sono comunque incoraggiati dalle famiglie a giocare con giochi tecnologici, le bambine, dopo vari fallimenti scolastici, abbandonano il campo. In questo caso, sarebbe bene poter recuperare l’interesse verso la scienza sperimentando, in un luogo idoneo (un’aula, un’associazione culturale, una ludoteca, ecc), costruendo con vari materiali: è importante per la bambine e ragazze rafforzare così un’identità costruttivista e sperimentatrice.
    Le attività di coding che si stanno espandendo in tutta Italia sono importanti e coinvolgono bambine e bambini. Sarebbe altrettanto importante per le bambine “lavorare con materiali, costruire piccoli circuiti elettrici, macchine con diversi ingranaggi, e anche circuiti elettronici semplici.
    Vorrei citare un caso interessante. L’Università del North Carolina a Greensboro (UNCG) ha un Centro per il sostegno agli immigranti rifugiati (Somalia, Birmania, Sudan, Etiopia, Nepal, Ruanda). Infatti, Greensboro ospita la terza più grande comunità di rifugiati delle città degli Stati Uniti, di cui un terzo sotto i 18 anni. Presso il Centro l’Università ha aperto uno STEM Club per le bambine delle famiglie dei rifugiati dove alcuni docenti di scienze della formazione tengono laboratori utilizzando dei kit di circuiti elettronici chiamati Little Bits. Little Bit è formato da blocchetti elettronici colorati che si collegano con magneti e che permettono di costruire un circuito elettronico funzionante.
    operto@scuoladirobotica.it

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

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