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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Anna e Yusef: un amore senza confini
    Cultura

    Anna e Yusef: un amore senza confini

    Valeria MassenziBy Valeria Massenzi05/09/2015Updated:06/09/2015Nessun commento8 Mins Read
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    LA BRAVA REGISTA TOSCANA CINZIA TH TORRINI APRE IL PALINSESTO DELLA FICTION RAI CON UNA STORIA ATTUALE: UNA STORIA D’AMORE, DI SPERANZA, D’INTEGRAZIONE RAZZIALE.

    Lunedì 7 e Martedì 8 Settembre 2015 riparte la stagione della fiction su Rai Uno con una miniserie in due puntate: Anna e Yusef , una storia girata tra Trento e Tunisi, interpretata da Vanessa Incontrada e Adel Bencherif.
    A pochi giorni dalla messa in onda mi ritrovo qui a parlare con la regista, Cinzia Th Torrini, di questo nuovo e interessante lavoro televisivo.

    Cinzia, tu sei una donna che ama raccontare l’amore, ma anche una donna che ama parlare del sociale. In Anna e Yusef sei riuscita a mescolare sapientemente questi due elementi, narrando una vicenda forte e di grande attualità. In questa miniserie abbiamo una grande storia d’amore tra un’italiana e un tunisino con tutte le difficoltà sociali che ne conseguono.
    Come nasce l’idea di voler raccontare questa vicenda?
    La storia nasce da un’idea della produttrice Paola Lucisano, che, guardando al telegiornale un servizio sugli sbarchi dei tunisini a Lampedusa, durante la Rivoluzione dei Gelsomini del 2011, si stupì nel vedere insieme ai profughi magrebini e africani anche una ragazza bionda con la sua bambina. Quella visione diede il la alla scrittura di questa miniserie.

    Dalla diversità, spesso, nasce il pregiudizio, l’emarginazione e in alcuni casi la violenza. Credo che tu attraverso questa storia abbia voluto mettere in risalto il problema dell’integrazione raziale e culturale. Ce ne vuoi parlare?
    Infatti, spesso accade che ciò che non conosciamo ci spaventa e la paura può portare ad una serie di eventi non positivi. I pregiudizi sono un qualcosa di tremendo. Mi chiedo: come si fa a dare un giudizio senza conoscere, senza avere un riscontro su fatti o persone? Sono sempre stata una ragazza, ieri, una donna oggi, mentalmente aperta, le opinioni precostituite non mi appartengono. Con questa storia, oltre a raccontare le difficoltà di un amore, ho cercato di mettere in evidenza un mondo dove le diverse culture si possano incontrare e dove le differenze possano creare valori e non conflitti. Mi rendo conto che tutto ciò non è facile, però intanto si potrebbe iniziare dal porsi un dubbio: ma noi con le nostre idee e i nostri atteggiamenti siamo davvero sempre dalla parte del giusto? Questo sarebbe già un passo importante, che permetterebbe al pregiudizio, all’emarginazione di vacillare.

    Chi sono Anna e Yusef?
    Vanessa Incontrada, interpreta una giovane donna italiana, Anna; Adel Bencherif, intrepreta Yusef , uno studente tunisino di ingegneria. Una coppia, Anna e Yusef, che prima in Italia e poi in Tunisia dovrà affrontare e superare pregiudizi e difficoltà delle due differenti culture, cercando di integrarsi, senza però perdere se stessi e i valori su cui basa il loro rapporto. Attraverso la loro storia d’amore si vivono in alternanza emozioni solari e drammatiche. Proprio la drammaticità della vicenda mi ha permesso di poter raccontare la realtà che circonda questa giovane coppia: dal caporalato nei campi di pomodoro, alle manifestazioni in strada a Tunisi, durante la primavera araba, fino al barcone in mezzo al mare, pieno di profughi.

    encontrada-bedhrifA proposito del barcone da te appena citato, nella fiction c’è un momento in cui Anna e sua figlia Nadira si ritrovano a rischiare la propria vita imbarcandosi su una carretta poco sicura che trasporta numerosi clandestini. Visto ciò che sta accadendo nei nostri mari, che cosa ha significato per te, per il cast, girare, vivere quella scena?
    Sì, è la scena di quando Anna e sua figlia cercano di lasciare l’Africa per rientrare in Italia. Ci siamo ritrovati a girare in mezzo al mare, che non era proprio una tavola blu, su una barca piena di persone… ognuno di noi era particolarmente coinvolto dalla situazione: troppo attuale e troppo bruciante la vicenda narrata. Posso dire che in qualche modo l’abbiamo “vissuta” tutti, l’immedesimazione è stata totale. Ci sono state persone che non si sono sentite bene, che hanno avuto il mar di mare, con le conseguenze che possiamo immaginare. Non è stata una scena facile da girare, per vari motivi, compresa l’emotività di molti… anche la mia. Guardi e pensi a cosa realmente succede in mezzo al mare a questa povera gente, in attesa che qualcuno li soccorra.

    Ma non tutti, purtroppo, ce la fanno nella realtà. Immagino che anche tu abbia visto le immagini di quel bambino siriano di tre anni, Aylan, morto in Turchia, rifiutato dal Canada. Con lui sono morti anche il fratellino maggiore e la mamma. Secondo te perché tanta disumanità?
    Quella povera creatura (e i suoi congiunti) rappresenta una tragedia epocale di cui tutti siamo responsabili. L’atteggiamento dell’Europa e del Mondo deve seriamente cambiare. Questo lento Olocausto va fermato.
    Trovo assurdo e vergognoso che per scuotere le coscienze ci vogliano fatti e immagini così dolorose. Spero che le persone si riapproprino della loro umanità e che comprendano che ciò che sta avvenendo non lo si può frenare con la violenza. La storia ci insegna che ci sono sempre state migrazioni di popoli da cui anche noi abbiamo imparato molto nel passato. Non dobbiamo dimenticare i nostri avi che sono partiti anche ammassati in navi cargo per raggiungere un mondo migliore!
    Non si possono creare campi di prima accoglienza e poi dimenticarsi di queste persone… non si possono chiudere in un recinto senza dare loro nessuna possibilità di evolversi, studiare e mostrare le proprie capacità. Ho un rifiuto verso quelle persone che aizzano l’odio solo per il proprio narcisismo. Secondo me fomentare l’odio interraziale ci condannerà solo a ricevere odio! La situazione attuale è molto complessa e il tutto va valutato con molta attenzione. E’ importante trovare un’intesa e convogliare le nostre energie in maniera positiva, scontrarsi tra di noi non serve. Naturalmente è anche importante la fermezza contro chi arriva nel nostro Paese con intenzioni terroristiche.

    Torniamo alla fiction. Tu hai già avuto modo di dirigere Vanessa Incontrada, in Un’Altra Vita, fiction Rai, girata tra Roma e Ponza, che ha riscosso un successo incredibile, raggiungendo picchi di share altissimi. Ancora oggi, e lo abbiamo visto anche con gli ascolti registrati dalle repliche andate recentemente in onda, la gente, il telespettatore attende la seconda serie. Cosa possiamo dire a coloro che continuano a chiedere la realizzazione della seconda stagione?
    Lavorare con Vanessa è stato molto bello. Ponza meravigliosa. Posso dire che è stata un’esperienza unica come regista avere l’isola tutta per noi. Un centinaio di persone, tra troupe e attori, sbarcati con camion e attrezzature in pieno inverno, tre ristoranti e un albergo aperti apposta per noi. Dove sono gli abitanti? Come facciamo con le comparse? Sembrava di essere noi stessi dentro la trama del nostro film. Da dietro le finestre ci guardavano, inizialmente, con sospetto. Sembrava che si chiedessero: che ci fanno qui? Hanno sbagliato stagione… Poi siamo riusciti a farli uscire dalle loro case Li abbiamo convinti a far parte del film (grazie anche a Daniela Mazzini della Cineworld).
    Sono stati tutti fantastici. Abbiamo scoperto che l’isola con i colori del mare, del cielo, delle rocce, d’inverno è ancora più affascinante. Siamo riusciti a filmare con il drone aspri dirupi e calette irraggiungibili, mostrando in “Un’Altra Vita” immagini suggestive e sconosciute di Ponza. Questo lavoro mi ha dato la possibilità di raccontare, come regista donna, una storia molto al femminile, vista dagli occhi delle donne. In Un’Altra Vita volevamo narrare il cambiamento di una donna, Emma, che ha la forza di rimettersi in gioco. E’ la storia di una rinascita quella che abbiamo raccontato. E’ stato deciso di concludere la vicenda di Emma Conti, il suo percorso l’ha condotta verso una nuova vita. Per il futuro, non prossimo, di un’eventuale seconda serie, chissà… nella vita mai dire mai!
    Rispondendo a questa tua domanda colgo l’ occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo grande successo televisivo, prodotto da Endemol per Rai Fiction, e, naturalmente,  tutte le migliaia di telespettatori che ci hanno seguito con tanto affetto.
    So che sei molto impegnata nella preparazione di un nuovo lavoro, sempre per Mamma Rai, ci puoi dare qualche anticipazione?
    Con Endemol, Rai fiction e con la scrittura di Ivan Cotroneo (già sceneggiatore di Un’Altra Vita), abbiamo deciso di raccontare una nuova storia, avvincente. Non posso dire molto a tale proposito, solo che la protagonista sarà una donna e che le riprese inizieranno tra circa un paio di mesi , tra Roma e Matera.
    Grazie, cara, Cinzia. Un grande in bocca al lupo per tutto.
    Grazie a te, Valeria. Ai lettori di Dol’s Magazine e non solo: vi aspetto lunedì 7 e martedì 8 su Rai Uno per un nuovo importante appuntamento televisivo: Anna e Yusef. A presto quindi.

    cconfini encontrada torrini
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    Valeria Massenzi
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    4 of 36,709 Vive a Roma, laureata in Lettere – Dams presso l’Università Statale Roma Tre, si occupa di, principalmente, di scrittura. La sua quotidianità è fatta di mille cose: l’essere donna, moglie, madre, nonna, colf, scrittrice e cantante in erba. Ebbene, sì, ha fondato una sua band "The Alpha Groove", con cui ha fatto, anche recentemente, dei Live, portando sul palco generi blues e rock. Ma la sua grande passione resta la scrittura. Ha lavorato nel campo della sceneggiatura collaborando con alcune produzioni italiane, come la Morgana Production, la Dauphin o la Cassiopea. Nel 2007, tra oltre 1000 progetti, arrivati da tutto il mondo, arriva tra i primi dieci finalisti, al Festival Internazionale della fiction di Roma, con un progetto di mini serie tv, scritto con Massimo De Pascale. Nel 2009 partecipa alla realizzazione di un corto Vite Parallele, diretto da Fulvio Spagnoli, che ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Roma. Nel 2010 esce il suo primo romanzo

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