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    Home»Costume e società»Il Festival della Complessità
    Costume e società

    Il Festival della Complessità

    ANTONIA CHIARA SCARDICCHIOBy ANTONIA CHIARA SCARDICCHIO29/05/2015Updated:03/10/2015Nessun commento5 Mins Read
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    Il Festival della Complessità e… delle “Rinascite”

     

    Le effimere e la fortezza
    Questa volta la mia rubrica effimera trattiene il fiato e lascia la penna e lo spazio ad una giovane donna, mite rivoluzionaria: quando una studentessa lascia in silenzio la sua prof.ssa bizzarra e chiacchierona… è un momento sacro. Ed allora volentieri resto zitta e lascio che sia lei a raccontare. Di rivoluzioni. E “scientifici miracoli”.

    Il Festival della Complessità e… delle “Rinascite”
    di Irene Marseglia

    Sentirsi contagiati dalla Scienza e dalla Bellezza, dalla Libertà e dalla Speranza non è qualcosa che si verifica all’ordine del giorno, ma quando accade è sorprendente e soprattutto è fertile. Un contagio così prezioso ed emozionante non può che manifestarsi all’interno di una festa: a celebrarla è stato il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia – nella persona del professor Marcello Marin, e delle professoresse Antonia Chiara Scardicchio, Daniela Dato e Lucia Maddalena ;- a promuoverla l’AIEMS (Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemica) ma ad essere festeggiata è stata lei, la Complessità. Coniugata a Creatività e Futuro.
    Svoltosi a Foggia il 26 maggio 2015, Il Festival della Complessità, giunto alla sua VI edizione, ha rappresentato un momento cruciale di riflessione e di dialogo tra l’Accademia e la Comunità in merito alle connessioni esistenti tra realtà e creatività, tra lavoro e competenze meta-disciplinari.
    Esso ha voluto essere altresì occasione di testimonianza tangibile delle storie d’eccellenza e meta-morfosi di Luana Stramaglia e Tiziana Piscitelli – giovani donne pugliesi che hanno saputo inventare il proprio lavoro trasformando il vincolo in opportunità – e delle buone prassi come quelle realizzate in dieci anni in Puglia, presentate da Annibale D’Elia, “mente e cuore” dei Bollenti Spiriti pugliesi : programma regionale che ha sistematizzato la possibilità che i talenti costruissero Realtà.
    “La vita emerge dal caos” – ha affermato con fervore e passione la prof.ssa Scardicchio – coordinatrice dell’evento e responsabile AIEMS a Foggia e Bari per il Festival della Complessità – “ed evolve dalla discontinuità”. La fisica contemporanea ci insegna infatti che la realtà è caratterizzata da disordine, ricorsività e interdipendenza, dimostrando così che il reale è anche ciò che non è perfettamente quantificabile e formalizzabile e che occorre considerarlo alla luce di una prospettiva sistemica e complessa per poterlo “surfare”.
    Promuovere il valore della Complessità nel pensiero significa allora favorire un mutamento di sguardo, un cambio delle “lenti” attraverso le quali guardare, leggere, interpretare e fronteggiare la realtà, affinché l’errore, la caduta, il fallimento possano configurarsi non come l’ultima parola ma come la penultima, e aprire così un varco altrimenti chiuso.
    In tal senso è possibile parlare perfino di “miracoli” in senso scientifico, che si verificano quando la capacità umana si mostra in grado di ribaltare le premesse, dando impulso ai costrutti di libertà e riprogettazione.
    L’incarnazione di tutto ciò è stata rappresentata in maniera eccellente dalle storie – di vita, di lavoro e di rinascita – di Luana e Tiziana.

    Luana Stramaglia è foggiana, ha 27 anni, ha una Laurea in Scienze politiche ed un Master in Progettazione europea. Era un “cervello in fuga” Luana, rientrata nella sua città perché stanca di vederla posizionata sempre agli ultimi posti delle classifiche nazionali in tema di qualità della vita. Mettendo insieme cuore, passione, creatività, lungimiranza e capacità progettuali vince un finanziamento (Bollenti Spiriti, appunto) e dà vita nella sua città a “Forquette”: primo ristorante di cucina “narrativa”, in cui alcuni anziani a rischio di emarginazione sociale e con ancora tanta voglia di dare e sentirsi utili non costituiscono oggetto di assistenza ma parte attiva del progetto; essi infatti, affiancati da chef, insegnano, o meglio “raccontano” ai ragazzi che frequentano l’istituto alberghiero i piatti tipici della tradizione locale, condividendo storie di cibo, di generazioni, di comunità, contribuendo così alla valorizzazione del patrimonio culturale e della solidarietà intergenerazionale. Per aver ideato il progetto Fork in Progress, a breve Luana sarà inoltre premiata all’Expo 2015.

    Tiziana Piscitelli è di Bari, è Dottore di Ricerca in Pedagogia delle Scienze della Salute, è insegnante precaria di Filosofia e di sostegno ma ottiene grande successo e notorietà scoprendosi una personalità “trattino” come lei stessa si definisce, per indicare che è un’insegnante ed anche qualcos’altro, ovvero designer di sculture gioiello del marchio “Pitian”. È fondatrice del blog “Because the Style” che, pur essendo nato da poco, ha già raggiunto tutto il mondo, riceve importanti riconoscimenti e recensioni ed è autrice di un libro sul gioiello come oggetto culturale e simbolico.
    Il Festival della Complessità è terminato con il bellissimo monologo finale di Novecento di Alessandro Baricco da cui fu tratto il film La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore: “perché non c’è scelta peggiore del non scegliere”.
    Ripensando alle loro storie ed alle tante che Annibale D’Elia ha condiviso con i giovani presenti… spronandoli a “scendere dalla nave di Novecento” perché complessità e coraggio, disordine e creazione sono il senso stesso della vita, trovo molto attinente ed affascinante poter concludere con le parole di un libro che … parla a tutti i pianisti ancora sull’oceano:
    “l’informe è il non ancora e dunque è il poietico per eccellenza, quel che ancora può-essere, mentre ciò che ha già forma, poiché è, non potrà essere altro.

     L’informe/l’infermo così diventa, paradossalmente, il contrario della necessità: libertà”.
    (A. C. Scardicchio Il sapere claudicante. Appunti per un’estetica della ricerca e della formazione, Mondadori, 2012)

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    ANTONIA CHIARA SCARDICCHIO

    Antonia Chiara Scardicchio, dal 1998 è formatrice e studiosa di educazione degli adulti, resilienza e connessioni tra arte e scienza. Dal 2005 ricercatrice presso l’Università di Foggia dove insegna presso il c.d.l. specialistica. Nel marzo 2014 è stata insignita della prima edizione del Premio Italiano di Pedagogia. Dalla primavera 2013 è coordinatore del Festival della Complessità per l’AIEMS (Ass. It. di Epistemologia e Metodologia Sistemica) a Bari. E’ autrice di pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali. Appassionata di neuroscienze, Zavattini, patatine fritte, Erri De Luca, Jovanotti, filosofia, arte contemporanea, Italo Calvino, Roberto Benigni e Gregory Bateson. Con le Edizioni La Meridiana ha fondato, nel gennaio 2015, la prima HOPE SCHOOL italiana: www.hopeschool.edizionilameridiana.it

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    Caterina Della Torre

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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