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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Bambini nel mirino
    Costume e società

    Bambini nel mirino

    Marta AjòBy Marta Ajò11/01/2015Updated:11/01/2015Nessun commento3 Mins Read
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    bambini-mirino
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    I bambini, una volta tolto loro il peccato originale, sono esseri puri che dovrebbero costituire il futuro del mondo.

    Avrebbero, uso il condizionale non a caso, il diritto ad essere aiutati a crescere nell’armonia complessiva che tale faticoso lavoro umano comporta.
    Una serenità derivata da certezze complessive e non solo da stereotipi familiari.
    Certezza vuol dire armonia degli affetti, diritto allo studio, rispetto dell’individuo fin dalla prima infanzia, dell’individualità che prescinde dall’età, il diritto ad un contesto ambientale sano  dove non si debbano respirare pulviscoli dannosi o cancerogeni, cura del fisico e dell’anima.

    Il mondo invece è tutt’altro che rassicurante.
    Su di essi vengono compiuti crimini contro la decenza umana e la morale universale.
    Uccisi, abusati, sfruttati, affamati, armati.
    Armi che, per i bambini, sono pistole ad acqua, quelle che imitano le storie dei cartoni animati e non quelle che vengono proposte loro per farne soldati veri di guerre etniche e improbabili.

    I bambini non solo alieni ma cittadini di questo mondo. Registrano le immagini che vedono e sentono dire dagli adulti. Come prescindere da questo? Va loro insegnato ciò che è male, perché impugnare le armi non diventi, nel loro immaginario, come andare a prendere un gelato.
    I danni della violenza devono essere percepiti subito dai bambini per tenersene lontani, per saperli distinguere, difendersene. I bambini sono come registratori di cassa, dove ogni informazione viene subito registrata.

    Questo nuovo millennio, pure portatore di progresso scientifico, pare stia dimenticando l’ anima.
    Quella che in molte religioni, filosofie e tradizioni viene considerata la parte più importante dell’individuo ma anche la coscienza umana.
    Assistiamo, abbastanza impotenti ma spettatori assidui di notizie ed immagini, all’assassinio di bambini e adolescenti, a violenze psicologiche e fisiche, alla loro riduzione in schiavitù, bambini venduti, coinvolti in giri di prostituzione minorile, selezionati e discriminati per genere, fino ai rapimenti per l’espianto degli organi, vittime di stragi.

    Una società crudele, che abusa del più debole ed indifeso.
    Non ultima la piccola kamikaze che ha compiuto una strage in Nigeria, probabilmente vittima in un terribile gioco, in mano agli stessi burattinai senza scrupoli che drogano ed armano bambini come un esercito.
    E’ più facile denunciare che proteggere.

    Perché nel primo caso c’è inchiostro per sporcare migliaia di pagine, per produrre informazione veloce sul web, offrendo immagini e video. C’è per lucrare in ogni forma.
    Insomma chi dovrebbe fare qualcosa e come per mettere fine a tutto ciò?
    La denuncia non basta; le parole del Papa neanche; le nostre ancora meno.
    Il motivo? E’ da supporre che non sia vero che i bambini non hanno valore economico. Al contrario rendono molto ai business del mercato mercenario e fanno parte dell’economia mondiale come un qualsiasi altro strumento. Un mercato, quello delle grosse holding dedicate alla produzione e vendita di giocattoli, abbigliamento, prodotti farmaceutici, editoria ecc., oltre alle associazioni e onlus, molte delle quali da verificare.
    Non anime ma pezzi di carne da macello.
    Nessuna manifestazione di piazza per loro, nessuna presa di posizione politica dedicata.
    Sono gli esseri più invisibili al mondo. Perché un bambino è uno e può sparire, suo malgrado, in un mondo che non lo vede.

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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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