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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Colpevole due volte
    "D" come Donna

    Colpevole due volte

    DolsBy Dols27/10/2012Updated:17/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    di Isabella Landi (educatrice Servizio Adolescenti in Difficoltà – Comune di Milano) Associazione Amiche di ABCD.

    La violenza sessuale agita da minori e giovani: esperienze di trattamento e ipotesi di prevenzione per la promozione di una prassi della nonviolenza nelle relazioni di genere.

    Estratto dall’intervento al convegno ”Non lo faccio più” coordinato da Cristina Obber, autrice dell’omonimo libro e organizzato da Donne in Rete. 25 ottobre 2012, Palazzo Isimbardi Provincia di Milano.

    I ragazzi che incontreremo nelle scuole con il progetto di prevenzione ideato da Cristina “si sentono lontani” da quelli che sono stati denunciati e condannati per atti di violenza. Agiscono un meccanismo di difesa da chi è stato ritenuto colpevole e quindi punito due volte: con la pena e con la stigma che lo allontana dal resto della società.

    Fortunatamente in Italia, per quanto riguarda i minori, prevale la considerazione riparativa del processo penale; significa che i ragazzi e le ragazze autori di reato intraprendono percorsi rieducativi individualizzati, finalizzati alla rielaborazione dello stesso e all’acquisizione di responsabilità. Sono previste azioni di mediazione penale (ossia l’incontro con la vittima ed il suo punto di vista), attività di utilità sociale (rendersi utili tramite il volontariato), accompagnamento di assistenti sociali ed educatori specializzati.
    Dentro la scuola e dentro il carcere, i ragazzi “sono più vicini” di quanto possiamo immaginare: gli atti di violenza sono trasversali alle classi sociali ed agli ambienti di provenienza; in prevalenza vengono agiti nella dimensione del “branco predatorio” da giovani maschi per il resto “normali” nei confronti di loro coetanee, spesso conosciute e sono favoriti da assunzione di sostanze disinibitorie, quali alcool o stupefacenti, che riducono le soglie di vigilanza e di controllo.

    All’inconsapevolezza degli abusanti e delle vittime fa riscontro l’incapacità del mondo adulto di prendere atto di quanto accade e di metterci parola. Di fronte a differenze apparentemente inconciliabili, alla mancanza di alternative agli ormai inefficaci “ Si deve” – “ So io cosa va bene per te”, avanza la tentazione di arrendersi e lasciarli a sé stessi.

    Il frutto della “sottrazione relazionale” è una società pedofobica, che amplia la considerazione dei giovani come “fetta di mercato” mentre li disconosce come portatori di dissenso, al punto tale da averne paura, anche fisicamente.
    E proprio questi giovani, oggi più che mai, chiedono una presenza adulta che li aiuti a restituire senso agli avvenimenti che si affastellano dentro e fuori di loro e a reinterpretare i messaggi ambivalenti della cultura mediatica e popolare.
    Come ci insegnano le neuroscienze, il cervello degli adolescenti non funziona come quello degli adulti: l’incapacità di prevedere le conseguenze dei propri atti, la difficoltà di controllare impulsi ed emozioni, la propensione al rischio, non sono “difetti”, ma caratteristiche dell’età, i cui compito evolutivo consiste nello sviluppo del pensiero ipotetico e della capacità di giudizio personale.

    Così occorre apprendere “come si fa” ad aumentare il grado di consapevolezza di sé – anche nella differenza tra i sessi, che non è solo una caratteristica biologica, ma una complessa costruzione culturale; ad assumere atteggiamenti critici nei confronti di esperienza potenzialmente negative; ad aumentare le proprie competenze espressive e comunicative.
    Ecco il senso di rivolgersi ai ragazzi e alle ragazzi su “argomenti caldi”, senza ipocrisie e pregiudizi, per avviare un dialogo a partire da loro. Non ci si avvicina per ammaestrare, indottrinare, criticare, ma per aprire un confronto autentico sulle possibilità dell’incontro fra i generi come terreno di scambio e di arricchimento. E lo si fa a partire dalla propria esperienza: come si è usciti dalla cultura della violenza diffusa, si è imparato a rispettare sé stessi e gli altri, si è capaci di governare il conflitto senza distruggere o annullarsi… o come si è ancora in cammino.

    “Sapere cosa sarà dopo può aiutare a dire no” questo è lo spirito con cui sono state raccolte le testimonianze presenti nel libro. La capacità di scelta consapevole si nutre della dimensione cognitiva, di quella emotiva, di quella motivazionale. Per imparare dall’esperienza dell’altro occorre che quanto viene detto sappia toccare, provocare risonanze, suscitare empatia. E perché la parola diventi viva occorre che ascolta sappia fare la differenza tra i propri bisogni e le richieste esterne, che vengano dal gruppo di riferimento, dalle pressioni sociali, dalla cultura diffusa, ma anche dal mondo degli adulti e dai propri genitori. Se vogliamo che i nostri figli dicano “No” al branco, dobbiamo permettergli di dire “non sono d’accordo” anche a noi.

    violenza agita da giovani violenza di branco
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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