Il Vampiro romantico scritto e diretto da Luc Besson, ritorna al cinema con l’ultima rilettura del classico gotico di Bram Stoker.
Un film che ambisce a riplasmare la leggenda del conte vampiro trasformandola in un’epopea romantica, visivamente sontuosa e dal cuore tragico.
Cast internazionale: Vincente l’accoppiata Jones – Waltz che da spessore al protagonista e all’antagonista spirituale. Caleb Landry Jones nei panni di Dracula; Christoph Waltz nel ruolo del prete oppositore; Zoë Bleu doppia Elisabeta / Mina; Matilda De Angelis interpreta Maria, personaggio chiave del terzo asse narrativo.

La colonna sonora di Danny Elfman accentua il pathos e l’atmosfera sospesa tra eternità e dolore.
La fotografia da Colin Wandersman e Vincent Richard.
Ad accompagnare Besson durante la lavorazione del film ritroviamo alcuni suoi fedeli collaboratori, tra cui lo scenografo Hugues Tissandier, e si è anche avvalso dell’aiuto dell’armiere britannico Terry English, creatore dell’armeria di Giovanna d’Arco, per creare l’armatura di Dracula, mentre i costumi sono stati affidati a Corinne Bruand.
Nella versione del regista francese, il re dei vampiri non gradisce il sangue e vuole solo ritrovare la moglie perduta: «Lo confesso, detesto gli horror» ha dichiarato.
Besson fa la ridefinizione di Dracula come figura romantica, malinconica, condannata all’eterno vagare per non aver saputo accettare la perdita. Il vampiro non è solo orrore, ma amore maledetto.
Il film ha una visione estetica forte. Besson mescola scenari gelidi e fiabeschi, castelli gotici e Parigi ottocentesca, in un equilibrio tra romanticismo e sovrannaturale.
Luc Besson ha dichiarato: “Il mio Dracula morde per amore”

Dracula torna a essere figura tragica e romantica, non solo incarnazione del male, ma uomo che ama e attende.
Questo Dracula è un tentativo di riscrivere una storia , ponendolo al centro di un racconto di perdita, nostalgia e speranza.
La storia parte nel XV secolo in Valacchia: il principe Vlad, interpretato da Caleb Landry Jones, perde la sua amata Elisabeta (Zoë Bleu) durante una battaglia.
Quando la Chiesa gli nega un’ultima speranza di resurrezione, Vlad rinnega Dio, uccide un sacerdote sull’altare e si condanna a una vita immortale come vampiro.
Secoli dopo, nella Parigi del XIX secolo, Dracula riconosce in Mina una reincarnazione della sua Elisabeta, scatenando una spirale di ossessione, amore, violenza e vendetta. Besson stesso ha dichiarato che ciò che lo ha attratto non era tanto il “mostro” del mito, quanto “l’uomo che attende”.
Temi universali: l’amore perduto, la colpa, la ricerca dell’identità, l’eterno ritorno, la maledizione dell’immortalità. Tutti elementi che permettono un approccio più “umanizzato” al mito del vampiro.
Dopotutto, come afferma Besson, per lui Dracula è “una storia d’amore su un uomo che attende per 400 anni la reincarnazione della moglie. È questo il vero cuore della storia, aspettare un’eternità per il ritorno dell’amore.”

Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.
