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    Limbo

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre21/10/2025Nessun commento5 Mins Read
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    LIMBO. LA VITA CHE TORNA DA ME: SUGGESTIONI E RIFLESSIONI

    SU MEZZO SECOLO DI STORIA ITALIANA

    Un originale viaggio fra luoghi ed epoche, un’intrigante immersione nei meccanismi del processo creativo

    Limbo. La vita che torna da me, è una novella di Giuliano Pavone che uscirà, in versione cartacea ed e-book, il 31 ottobre per Paginescure, la nuova collana di Laurana Editore.

    Attraverso il racconto dei tempi e dei luoghi che ha vissuto, l’autore tratteggia un originale memoir, un’“autobiografia destrutturata” che è un viaggio letterario nella nostra storia recente, con particolare riferimento agli effetti perversi dello sviluppo economico.

    Ma Limbo. La vita che torna da me è anche la cronaca del corpo a corpo fra un autore e ciò che scrive, un romanzo sulla nascita di un romanzo, in cui Pavone si interroga sui meccanismi del processo creativo, indagando sull’origine delle idee, e chiedendosi cosa sia una storia prima di assumere la sua forma definitiva.

    “Storia di una dissolvenza”: la perdita di senso individuale e collettivo

    Dalle pagine di questa novella emerge una sensazione di disfacimento, una progressiva perdita di certezze, che riguarda tanto la storia personale dell’autore quanto la nostra vicenda collettiva.

    Poi i decenni sono finiti. I fatti, il tempo, i simboli hanno smesso di irreggimentarsi, di mettersi in fila indiana, iniziando invece a sparpagliarsi come tifosi all’ingresso di uno stadio del Pireo, come canzoni ascoltate online in modalità random, libere e sperse, improvvisamente affrancate dalla sequenza da album, dalla necessità di un senso collettivo.

    La pellicola, prima dello sviluppo, mostra gli esiti dello Sviluppo. Zombie albini immersi in un mare oleoso e scuro, abisso inesplicabile e luttuoso. In quel paradosso visivo – inconsapevole vaticinio – giace il rovescio della medaglia.

    Questa è la storia di una dissolvenza, il tentativo di dare senso a una perdita di senso. Più vado avanti, più annaspo; più sono bravo, più mi perdo.

    “Un sussiego da vecchio incrociatore”: i luoghi

    Milano e Taranto, la città di residenza e quella di origine dell’autore, sono i due luoghi più descritti nella novella. Il capoluogo lombardo è ritratto, fra presente e passato, attraverso piccoli dettagli rivelatori e alcuni dei suoi simboli meno celebrati, come la Stazione Centrale e la Biblioteca Sormani.

    Emergono, come nebbia bassa, scuole prefabbricate nei parchi, biblioteche a mattoncini, orologi in cima ai pali che segnano l’ora elettrica. Decoro comunale. Echi di afflati comunitari.

    Entro nella biblioteca e mi sembra cambiata pochissimo. Atmosfera dimessa e solenne, eleganza fuori moda degli arredi, odore di legno, polvere, carta e scarpe da tennis, viavai dinoccolato di studenti.

    L’arrivo della metropolitana è annunciato da un rombo immateriale, tellurico. Il buio oltre la fine della banchina sembra caffè sul punto di sgorgare da una moka. Sgorga il treno, invece, e il suono schiuma e si moltiplica. Ondate ripetute di risacca, sibili, e poi, sul punto di fermarsi, una nota acuta, corale, prolungata: un’intonazione di vaga impazienza.

    Taranto è la città dei contrasti e dei paradossi, il luogo da cui l’autore parte e a cui torna, la casa degli affetti familiari, ma anche uno dei simboli della parabola industriale italiana.

    Inurbamento centripeto: la città attira uomini e sputa fuori cemento. Taranto si espande, ed espandendosi si sgonfia. Mantiene al suo interno spazi vuoti, bolle di nulla, lotti rugginosi e scalcinati infestati di sterpi secche.

    Taranto: un sussiego da vecchio incrociatore, il medesimo colore freddo e dolce di una nave da guerra prossima alla radiazione, della stessa sostanza del mare.

    Un mare piccolo, dolce, segreto. Un mare grembo, un mare femmina, che infatti ha due seni.

    Molti degli altri luoghi citati occupano un posto di rilievo nella nostra storia economica e sociale: Ivrea (Penombra sul sogno illuminato, una patina di disillusione ammanta il quartiere modello), Trieste (Una time capsule del 1973. Boiserie, sgabelli pesanti, le sedute imbottite e coperte di finta pelle marrone) e Napoli Est (Una sala macchine della nave Napoli, attraversata da cinghie di trasmissione, come un sottocoperta in cui è negata la vista del mare, che è proprio lì accanto ma rimane nascosto). E infine Consonno, “la Las Vegas Brianzola”, emblema di una grandeur da boom economico inevitabilmente destinata alla rovina (Consonno ora è solo silenzio stralunato, scoria non biodegradabile di un immaginario scaduto. Ruggine, rampicanti e muffa invadono un segnale stradale spezzando in due il toponimo. Con sonno).

    “Scrivo come si costruisce una città”: il processo creativo

    Da dove vengono le idee di uno scrittore? Cos’è una storia prima di diventare tale? Pavone racconta anche i misteri, le fatiche e le gioie del processo creativo, arrivando a rivolgersi direttamente alla storia che sta scrivendo.  

    Scrivo come si costruisce una città. Che infatti non si costruisce. Non solo, almeno, non più di quanto si costruisca da sola.

    Scrivendo, vorrei governare gli istinti. Vorrei saper manovrare quell’alito segreto che fa scegliere a tutti lo stesso nome per i figli credendo di essere gli unici a farlo.

    Sarai una storia, forse, o la storia della scrittura di una storia, ma non le scariche elettriche e i rivolgimenti oscuri che mi hanno spinto a scriverla, e neanche lo stato febbrile in cui l’ho scritta.

    Limbo. La vita che torna da

    128 pagineFormato 10×16

    € 10,00

    Giuliano Pavone (Taranto, 1970) è autore di oltre venti libri, fra cui le commedie L’eroe dei due mari (2010, vincitrice di tre riconoscimenti nell’ambito della letteratura sportiva) e 13 sotto il lenzuolo (2012), entrambe pubblicate da Marsilio. Per Laurana Editore ha già scritto il romanzo letterario Gli scorpioni (2022) e la storia di formazione Per diventare Eduardo (2024).

    Paginescure è fiction che attraversa tematiche urgenti con sguardo critico alla ricerca di nuove sensibilità.
    Storie di confine e autori che attraversano diversi ambiti della cultura e del sapere.
    In Paginescure il racconto ritrova la sua giusta misura.
    Laurana Editore è un marchio di Novecento media srl

    sito: www.laurana.it

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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