di Florent Bernard
con Charlotte Gainsbourg, José Garcia, Lily Aubry, Hadrien Heaulmé
Che cosa trasforma un rapporto felice o almeno sereno in un tormento quotidiano? Davvero difficile spiegarlo, perché, nella maggior parte dei casi, le cause sono impercettibili insofferenze. Taciute, si accumulano e man mano si aggiungono altri “fastidi” che col passare dei giorni, delle settimane e di continui silenzio deflagrano in un disastro insanabile.
Rispondere alla domanda del partner che chiede che cosa è successo, è sempre difficile. Alcune cause suonerebbero ridicole, tutte antipatiche. Forse quello che succede è che non ci si capisce più, o, meglio, che è passata la voglia di capirsi. E quindi di accettare, quindi di andare incontro all’altro e di scusarsi, se si sbaglia. Neanche si può liquidare la faccenda dicendo che è passato l’amore. Troppo semplice, perché l’amore avrebbe potuto trasformarsi e diventare solidarietà, affetto, anche amicizia. Capita che passi in secondo piano per lasciare spazio ad altro di più variegato: i figli, la famiglia, una vita in comune che funziona. Almeno all’apparenza.

Ammettere che un rapporto è finito non è facile, soprattutto quando i motivi sono, appunto, impalpabili, sfumati, soggettivi. Non solo non è facile, ma è anche doloroso e alla sofferenza si aggiunge il senso di colpa e una cappa di impotenza ancora più greve. Impantanati, ci si danna alla ricerca di una via d’uscita. La soluzione è quella più banale: lasciarsi? Fosse facile come dirlo. C’è la casa, ci sono i figli, c’è l’aspetto economico che penalizza tutti.
Il bel film di Florent Bernard riesce a raccontare tutto questo con uno sguardo pieno di pudore e con siparietti comici. A volte ci si può lasciare anche con gentilezza, senza bisogno di vomitarsi addosso anni di rancori repressi. A volte si può arrivare ad accettare la fine di un rapporto senza rinnegare il passato.

Quando Sandrine comunica al marito Christophe la sua intenzione (o è più giusto chiamarlo bisogno?) di divorziare non ci sono liti, non ci sono urla, ma solo il dolore. Di tutti e due. Lei è assolutamente decisa, perché quella mancanza di amore le pesa troppo, lui non se l’aspettava proprio e fa di tutto per convincere la moglie amatissima (o è solo la paura della solitudine?) a ritornare sulla sua decisione. Quanto ai figli cercano di non farsi coinvolgere, non vogliono parteggiare per uno dei due genitori (tutti i figli in realtà vorrebbero che i genitori si amassero per sempre), non sanno come essere d’aiuto per calmare la tempesta che si è abbattuta sulla loro famiglia.
Christophe fa una proposta: un week end tutti assieme, fosse anche l’ultimo, un fine settimana organizzato da lui, che si improvvisa romantico, per ritornare sui luoghi chiave della storia di coppia e di famiglia. La sua speranza è che Sandrine rivivendo il passato abbia voglia di reinventare il presente.

L’on the road famigliare per una Borgogna inedita offre spunti a una commedia simpatica e anche buffa e tappa dopo tappa anche il pubblico si rammarica che un amore così vero, con tanti ricordi divertenti, debba naufragare. I dialoghi sono brillanti, le emozioni tante e mai esibite e sopra tutto si staglia la struggente lacerazione di Sandrine, una Charlotte Gainsbourg come sempre bravissima a trasmettere in modo palpabile qualunque emozione.
Tornerà sui suoi passi? Vedere il film per scoprirlo, ma una cosa è certa: alla fine noi spettatori avremo capito qualcosa in più dei meccanismi capaci di demolire un amore.