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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»Downton Abbey: il gran finale
    Film

    Downton Abbey: il gran finale

    Erica ArosioBy Erica Arosio11/09/2025Nessun commento4 Mins Read
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    di  Simon Curtis

    con  Michelle Dockery, Joely Richardson, Paul Giamatti

    Sceneggiatura di   Julian Fellowes

    Quali sono gli ingredienti di un film perfetto? La storia, certo, la recitazione, importante, i guizzi di regia, graditi. Ma forse quello che conta davvero è l’indefinibile stato di grazia capace di amalgamare le componenti. E quella certa simpatia che aleggia benevola su ogni inquadratura  Senza dubbio nell’ultimo capitolo (mai dire mai) della saga di Downton Abbey non manca proprio niente.

    Tutto scivola senza intoppi, la storia strappa sorrisi, empatia e persino qualche emozione. Ci si immerge scena dopo scena in un mondo dove anche gli imprevisti e perfino le tragedie si possono superare con l’intelligenza, il buon senso e un garbo ereditato da generazioni.

    Al primo posto però metterei la scrittura perché lo snobbissimo Julian Fellowes è un vero talento (recuperate i suoi romanzi: un piacere dalla prima all’ultima pagina). Dopo aver scritto la sceneggiatura di Gosford Park non si è più fermato.

    Eccoci in questo gran finale catapultati nella splendida dimora della famiglia Crawley che conosciamo bene per averla “abitata” sia al cinema che in Tv. Se mai ci finissimo, riusciremmo a girare tutte le stanze senza perderci.

    Siamo invecchiati anche noi come i protagonisti, i tempi sono cambiati (i nostri ben peggio dei loro) ma sono cambiati anche i membri della dinastia e l’ingresso negli anni ’30 porta con sé altre trasformazioni. Oltreoceano è scoppiata la crisi del 1929 che ha ripercussioni anche in Europa, le divisioni fra le classi, così rigide agli inizi del Novecento, si stanno attenuando ma i Crawley sono attrezzati per far fronte anche a  questa evoluzione.

    Mary ha divorziato, fatto che nella buona società inglese di quell’epoca viene considerato scandaloso e ci vorrà tutta l’arguzia della famiglia e l’intervento di alcuni parenti e amici americani per aiutare Mary a ritrovare il suo posto nel bel mondo dell’aristocrazia.

    Ugualmente complicato sarà fare i conti con un patrimonio intaccato. Anche i più abbienti dovranno rassegnarsi a rivedere il loro stile di vita. Cambiano gli equilibri anche degli “osservatori”, i domestici attraverso i cui occhi abbiamo sbirciato i momenti più riservati della famiglia.

    4226_D006_00328_R (L to R) Raquel Cassidy stars as Miss Baxter, Kevin Doyle as Mr. Molesley, Sophie McShera as Daisy Parker, Phyllis Logan as Mrs. Hughes, Lesley Nicol as Mrs. Patmore, Jim Carter as Mr. Carson, Brendan Coyle as Mr. Bates and Joanne Froggatt as Anna Bates in DOWNTON ABBEY: The Grand Finale, a Focus Features release. Credit: Rory Mulvey / © 2025 FOCUS FEATURES LLC

    Lo stato di grazia di questo film perfetto nasce dalla solida conoscenza del mondo aristocratico da parte di autori e produttori. I nonni del produttore conoscevano bene il commediografo Noel Coward che appare nel film in un ruolo gustoso, cruciale per traghettare i protagonisti verso la modernità.

    Coward è stato il mentore del nonno del produttore e pure il padrino di suo padre. Il commediografo, americano, viene utilizzato benissimo anche per mettere a confronto la ancora rigida società inglese con i modi ben più informali dei cugini americani. Si ha anche l’impressione che gli attori siano davvero legati fra di loro, al di là delle vere parentele (il regista Simon Curtis è il marito di Elizabeth McGovern).

    Su tutta la compagnia veglia ancora, spesso rievocata con affetto, la figura di Maggie Smith, Violet Crawley, la contessa madre e vestale di Downton Abbey che appare anche in qualche flashback.

    L’ho presa alla lontana, a volo d’uccello, senza raccontare nel dettaglio la trama perché penso valga la pena esserne sorpresi. Comunque ci si sposta con immutata eleganza dai teatri londinesi alle campagna dello Yorkshire, dalle feste rurali alle tribune delle corse di cavalli di Ascot. Senza trascurare il contorno di dialoghi sofisticati e costumi meravigliosi. Degli attori ho detto, ma merita una citazione a sé Paul Giamatti, grandissimo nel ruolo dello zio americano travolto non solo dal crollo di Wall Street, ma anche dall’abilità di un truffatore che per un attimo riuscirà a intrufolarsi nel bel mondo di Ascot e anche a fare breccia nel cuore di Mary.

    In questo nostro mondo in gran subbuglio ci si domanda come una storia così lontana abbia e abbia avuto un tale riscontro. Se ne stupiscono pure i produttori. Ma sebbene la bellezza non sia in grado di salvare il mondo, un po’ di conforto riesce comunque a regalarcelo.

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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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