Appunti di viaggio.
Di Alfredo Centofanti
Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.

A Bari ti senti a casa. A Bari tutto il mondo è a casa. L’apertura al mare, Bari è plurale, è internazionale. Tollerante e inclusiva.
E non è un caso la straordinaria accoglienza che gli abitanti hanno riservato agli albanesi in fuga da un paese ridotto in miseria dopo anni di dittatura. Bari è specializzata nell’accoglienza da secoli, è un crocevia. È rifugio ed evasione, lo straniero qui è di casa. Tutti si sentono a casa a Bari.
Una sorpresa è stata Santa Teresa dei Maschi, ora Museo d’Arte. Una chiesa Barocca, tempio sacro per secoli, dedito ora all’arte, ospita il Museo del Colore e mostre sia nazionali che internazionali.
Molti dei pigmenti presenti in natura qui trovano casa, sono centinaia e ho potuto soffermarmi rimirandoli uno per uno, dal blu di Prussia al lapislazzulo, dall’ocra a svariate resine. E per me che dipingo è stata un esperienza mistica, tra il sacro e il profano, un momento di grande ispirazione.
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La Masseria Paglicci devi scovarla. Ci sono due cancelli per raggiungerla, devi aprirteli da te e percorrere una lunga e suggestiva strada sterrata in mezzo a olivi secolari. La caratteristica che colpisce subito è che non sono disposti secondo uno schema tradizionale agricolo, ma si ergono in tutta la loro maestosità senza logica apparente, di età e forme sempre diverse.
Tale peculiarità è frutto della visione dei monaci certosini che li innestarono nel ‘600. Un uliveto unico alle pendici del promontorio del Gargano, e precisamente nel comune di Rignano. A completare il quadro agreste Giuseppe Bramante, attuale proprietario della masseria, ha reintrodotto la capra garganica e bovini di razza podolica, antiche specie autoctone, da cui la produzione di caciocavallo podolico e cacioricotta caprino, dai sapori intensi e sinceri, riconosciuti anche come presìdi slowfood.
Nel 1825 la tenuta divenne parte del regio demanio borbonico, nazionalizzata dopo l’Unità d’Italia e infine ceduta a privati con asta pubblica. Si può ammirare anche una copia del documento di vendita all’incanto con sigillo dell’allora ministro delle finanze Quintino Sella.
È stato proprio Giuseppe Bramante a guidarci in questo viaggio affascinante tra storia, natura e sapori, regalando un’esperienza autentica che racconta l’anima più vera di questa parte della Puglia.
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La visita di Pietra Montecorvino doveva concludersi con il caffè di metà mattina nel centro del paese per poi proseguire nel nostro itinerario verso altri borghi del subappennino dauno. Ma un piacevole incontro ha cambiato i nostri piani.
Dopo l’antica Porta Alta e in prossimità del Palazzo Ducale scorgiamo Alessia e Raffaele (cuori pulsanti della proloco locale) mentre accompagnano Franz, un giovane e appassionato ricercatore di Berlino, che sta conducendo per la sua università uno studio comparativo tra i castelli della Puglia e quelli della Basilicata.
A lui, che da buon tedesco si è annunciato mesi prima, hanno concordato l’apertura straordinaria del castello, che è in fase di restauro.
È così a Pietra Montecorvino abbiamo finito per fare pranzo.
L’invito di Alessia a prendere parte alla visita insieme con loro ha cambiato la nostra giornata donandole un senso profondo.
La magia, l’imprevisto, il caso che ha voluto che ci trovassimo proprio lì in quell’istante, la disponibilità di persone sconosciute, la storia e l’arte evocati da Raffaele, guida impeccabile che ascolteresti per ore, le lotte di Alessia per valorizzare il territorio, l’attento studioso straniero in Italia: insomma tutti gli ingredienti per un’esperienza straordinaria che resterà per sempre nei ricordi del nostro viaggio in Puglia.


Chi è Alfredo Centofanti.
Alfredo Centofanti è un artista contemporaneo, nato
Pratola Peligna (L’Aquila) ma torinese d’adozione.
La sua arte è descritta come spontanea e caratterizzata da una profonda espressione emotiva attraverso il colore.
Originario di una cultura orafa, ha esplorato diverse discipline artistiche, dalla creazione di gioielli al design di interni e composizioni floreali, per poi dedicarsi alla pittura contemporanea.
Le sue opere sono apprezzate per l’attenzione ai dettagli e la capacità di creare uno “spettacolo visivo” che unisce movimento e staticità di forme e colori.
Ha esposto le sue opere in diverse gallerie, e ha anche devoluto parte dei proventi delle sue vendite a cause benefiche, come l’emergenza terremoto in Abruzzo.