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    Fuori

    Erica ArosioBy Erica Arosio22/05/2025Updated:22/05/2025Nessun commento4 Mins Read
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    di  Mario Martone

    con  Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi, Francesco Gheghi

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

    Da L’arte della gioia, considerato oggi uno dei capolavori del  Novecento, Valeria Golino ha tratto una serie per Sky, molto premiata e di grande successo ed è proprio Valeria Golino per una coincidenza che ha qualcosa di magico a interpretare  Goliarda Sapienza nell’unico film italiano in concorso al Festival di Cannes, Fuori, diretto da Mario Martone.

    Il regista napoletano che torna a Roma dove aveva ambientato tanti anni fa il bellissimo Morte di un matematico napoletano, seguendo la sceneggiatura di Ippolita di Majo, sceglie per il film una strada al tempo stesso dilatata ed ellittica. Concentra il suo sguardo tutto sulla protagonista (Valeria Golino è praticamente in ogni scena) dipingendone il carattere con pennellate impressionistiche.

    Rifiuta la via di una biografia a tutto campo e tanto meno esaustiva e procede per frammenti. Chi non sa nulla di Goliarda, uscirà dalla sala con la voglia di andare a recuperare la sua storia e le sue opere, per mettere ordine nelle affascinanti tessere passate sullo schermo.

    L’impatto più forte, quasi violento sta tutto in quei (soli) cinque giorni passati da Goliarda, ai tempi aveva 59 anni, dietro le sbarre di Rebibbia per un furto: aveva infatti “rubato” alcuni gioielli a un’amica, gli ori erano stati poi trovati a un banco di pegni e risalire a lei era stato più che semplice. “Un’amica non ti denuncia”, commenta la protagonista nel film.

    Inaspettatamente quei pochi giorni sono bastati a una donna così speciale come era Goliarda a instaurare dei rapporti strettissimi con alcune altre detenute, in particolare con una, Roberta, giovane, irruenta, autodistruttiva, in balia di eroina e terrorismo. Quel rapporto e quella esperienza avevano ispirato alla scrittrice due libri autobiografici, L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, le fonti principali del film di Mario Martone.

    Questa lunga introduzione è necessaria per sbrogliare la matasse nel film che, appunto, respinge la strada della biografia ordinata e procede per suggestioni, aiutato da una coppia di attrici strepitose, dirette con la mano lieve e precisa di un regista che indirizza lasciando però ampi spazi al cuore.

    E le due protagoniste si sono impossessate totalmente del ruolo. Guardate i dettagli minuti delle interpretazioni di Valeria Golino (Goliarda) e di Matilde De Angelis (Roberta), osservate la mobilità degli sguardi, i movimenti nervosi delle mani, il tocco per spostare una ciocca di capelli, il modo di rovesciare la testa per una risata, la luce degli sguardi. Anche le parole che hanno la ricchezza musicale di suoni più complessi, le esitazioni, gli accenti, le impercettibili titubanze, insomma tutto concorre a mettere in scena vite vibranti, ruvide in cui irrompe la dolcezza dell’amicizia, della sorellanza e anche della seduzione.

    L’equilibrio instabile nella relazione fra le due protagoniste a cui si aggiunge anche una terza detenuta (Elodie) stende il velo dell’emozione su tutto il film: in una scena le tre donne fanno la doccia assieme in uno scambio fortissimo, innocente eppure intimo ed erotico al tempo stesso.

    Frammenti, scrivevo prima. Sì, perché di frammenti il film è composto, sono tutti momenti, quasi epifanie. Le scene nel carcere, dove si percepisce una rabbia trattenuta, così diversa da quella dei carceri maschili sono state girate a Rebibbia con vere detenute come comparse.

    Seguiamo Goliarda e Roberta nel loro vagabondare disordinato per una Roma degli anni Ottanta ricostruita senza ossessione maniacale e per le strade, nei bar dove servono cattivi whisky, alla stazione Termini la loro insicurezza diventa la nostra, la loro impossibile serenità ci fa stare male, i loro momenti di intesa ci rasserenano per qualche istante fugace.

    Un film difficile da fare, una storia spigolosa e tante trappole in cui si sarebbe potuti cadere. Martone ce l’ha fatta ma resta il dubbio di qualcosa alla fine di irrisolto: non capiamo i personaggi perché ci viene detto troppo poco. Ma forse il senso è proprio questo: ci sono donne così uniche che è impossibile raccontarle fino in fondo. Il mistero è nel loro essere.

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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

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Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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