di Eugenio Alberti Schatz
L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).
A questo giro il mio ruolo è stato quello di curatore. In un magnifico palazzo color turchese sulla via Pushkinskaja, oggi Italjanskaja, il giorno dell’inaugurazione sono arrivate tante persone. C’era un’aria di festa e di commozione. Essere qui, facendo puntate di pellegrinaggio nei luoghi in cui ho vissuto da bambino, è una mescola di scoperte e di ritrovamenti. Scopro una città nuova, e ritrovo una città degli affetti. Ogni persona ti racconta una vita diversa, una città diversa, una guerra diversa. Sta a te poi mettere insieme i pezzi e costruirti la tua idea di Odessa. Incollo qui di seguito il testo del comunicato stampa e pubblico gli undici scatti di attrazione di Anna.
Distribuita in quattro ampie sale, la mostra presenta una selezione di 78 fotografie in bianco e nero dalla ricerca sviluppata dall’artista fotografa a partire dall’inizio del conflitto. La mostra, curata da Eugenio Alberti Schatz, è il racconto visivo dello spirito di una città che non perde la calma e la consapevolezza del proprio rango di capitale culturale. Durante un’intervista, Ernest Hemingway aveva definito il coraggio come ‘grace under pressure”. Una definizione che pare coincidere con l’atteggiamento di una città che pur colpita nelle sue basi materiali non rinuncia alla vita culturale, ossia a custodire l’eredità che ci ha preceduto mettendo a dimora semi di futuro.
Le fotografie sono state scattate su pellicola con una vecchia Nikon F3 e stampate a mano con sali d’argento in Ucraina nel formato, con qualche eccezione, 30 x 40 cm. L’esposizione è strutturata in 11 isole tematiche che scandiscono il racconto con un criterio non cronologico. Ogni sezione si apre con una fotografia capostipite che viene definita ‘punto di attrazione’ per il potere che ha di influenzare la lettura delle altre immagini della sezione. La fitta rete di relazioni e mute corrispondenze che si viene a sviluppare fra le fotografie qualche volta trascende la lettura dei significati espliciti, sconfinando in un territorio parallelo.

D’altronde, da sempre la fotografia, accanto al potere documentario, ha coltivato una dimensione di ‘timido mistero’, che la conduce qualche volta – oltre a rappresentare il passato (memoria) e interpretare il presente (racconto) – a diventare profezia (futuro). Un potere che si coglie quando, per fare un esempio, il ritratto di una persona o di un animale trasforma il soggetto da mero testimone a latore di messaggi che vengono da lontano e quasi ambasciatore di potenze esterne non meglio definite (“premonizione di cose sconosciute”, usando le parole di Carl Gustav Jung).
I soggetti spaziano dalle viste urbane e architettoniche agli spazi nella natura fuori porta, dai ritratti degli abitanti nelle loro case e per strada agli animali – gatti, cani, cavalli e uccelli, una piccola arca di Noè, dalle immagini di devastazione per i bombardamenti ai momenti di semplice vita quotidiana e ai momenti legati alle espressioni dei talenti come il circo, il teatro, il tango e la musica. Le 11 sezioni sono: Uno contro uno, Bianco, Coraggio, Testimoni, Perdita, Sostenere, Festa, Destino, Talento, Danza della vita, Attesa.
Alcune delle fotografie in mostra erano incluse nel progetto Qui Odessa, cronache da una città che trattiene il respiro, una narrazione di testo e immagini a quattro mani con Eugenio Alberti Schatz che aveva preso vita sulla testata italiana on-line doppiozero.com poi diventata una mostra alla Fondazione delle Stelline di Milano nel mese di luglio 2022. In mostra è presentato il video prodotto in occasione della mostra di Milano della durata di oltre 8 minuti con una selezione di circa 100 fotografie di Anna Golubovskaja, testi di Eugenio Alberti Schatz e musiche originali del compositore Steve Piccolo.
Anna Golubovskaja ritorna nel Museo in cui nel mese di gennaio 2022, giusto alla vigilia dell’inizio della guerra, aveva presentato un’ampia personale dal titolo Bliskoe (“Vicino”) dedicata anche in quel caso al racconto della città di Odessa.
Anna Golubovskaja è fotografa e storica della fotografia. Ha esposto il suo lavoro al Museo d’arte (2013) e al Museo d’Arte Occidentale e Orientale di Odessa (2022), e ai Rencontres Musicales Internationales de Graves, in Francia. Nel 1993 ha fondato e diretto fino al 2009 Liberty, una delle prime gallerie fotografiche private in Ucraina, curando molte delle mostre. Ha tenuto corsi di Storia dell’arte e della fotografia on-line e ha pubblicato diversi saggi sulla fotografia in Europa, nella città di Odessa del XIX secolo e nei Paesi post-sovietici. Dal 2017 al 2022 ha pubblicato il blog 365 photographers, che conta migliaia di follower.
Recentemente ha lavorato sulla riscoperta dell’archivio di Vikentij Kugel, un fotografo attivo a Odessa nei primi del Novecento. Dal 24 febbraio 2022 ha scelto di non abbandonare Odessa, dove fa volontariato e continua a scattare a fotografie. Anna Golubovskaja è rappresentata dalla Galleria Paola Colombaridi Milano, con la quale dal 2022 partecipa regolarmente all’esposizione internazionale Mia Photo Fair BNP Paribas di Milano.




Eugenio Alberti Schatz
Scrittore
Nato a Milano da padre italiano e madre russa, ha alle spalle studi in lettere antiche. Lavora nell’ambito della comunicazione e degli eventi come autore e direttore creativo. Da diversi anni esplora i territori dell’arte contemporanea, della comunicazione e della fotografia, sia come artista, che come curatore e critico. In questo ambito ha pubblicato per Einaudi, DeriveApprodi, Skira, Rizzoli, Blonk. Ha tradotto opere letterarie e teatrali dal russo e pubblicato resoconti di viaggio. Nel 1999, insieme al fotografo Stefano Torrione, ha intrapreso un viaggio di 4 mesi in Asia Centrale e nel Tien Shan, ripercorrendo le tappe di un viaggio compiuto da Scipione Borghese e Jules Brocherel cent’anni prima. Dal 2004 pubblica la rivista on line di testi inediti ospiteambiguo.it. Ha seguito corsi di cinema con Paolo Rosa dello Studio Azzurro e con Leonid Alekseychuk. Nel 2006 ha realizzato per conto del Comune di Genova il documentario La testa! Le mani! Gli occhi! – Eugenio Carmi, un artista in fabbrica (Italsider, Genova 1956-1965). Ha tenuto docenze di scrittura creativa allo Ied di Milano a da quattro anni tiene un laboratorio di scrittura alla Naba nell’ambito del Biennio di Design della Comunicazione. È editor nella casa editrice Skira e Direttore creativo nell’agenzia di eventi Sinergie. Ha curato il libro Design in Town Troia 2013 – Un caso di assalto creativo.
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