C’è un piccolo museo archeologico che non è famoso come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, né ha milioni di visitatori come il British Museum di Londra. Si trova a Civita Castellana, una cittadina di 15.000 abitanti a qualche decina di km da Viterbo, nel cuore della Tuscia. E può essere davvero una piacevole scoperta.
A Civita Castellana, alla scoperta di Falerii Veteres
Fondata, secondo una leggenda, dall’eroe greco Aleso (“Halaesus a quo se dictam terra falisca putat”: “Aleso da cui la terra falisca ritiene di aver preso il nome”, scrive Ovidio nei Fasti, IV,73), Civita Castellana, all’epoca della sua fondazione, si chiamava Falerii Veteres. Oggi, conserva nel suo centro storico le rovine dell’antica cittadina falisca, distrutta dai Romani alla fine della Prima Guerra Punica e dai Romani stessi ricostruita presso l’attuale Fabrica di Roma, nel 241 a.c., con il nome di Falerii Novi.
Collocata, come molte piccole città del viterbese, su un massiccio di tufo tra il fiume Treja e la Valle del Tevere, Falerii Veteres era abitata dai Falisci: un popolo italico che, entrato in contatto sia con gli Etruschi che con i Greci, aveva assorbito elementi culturali e artistici dai due popoli, influenzandoli a sua volta. I resti della civiltà falisca sono oggi esposti a Civita Castellana nel Museo Archeologico dell’Agro Falisco, all’interno del Forte Sangallo, testimonianza dell’edilizia rinascimentale militare progettata dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio per volontà di Papa Alessandro VI Borgia.
Il Museo Archeologico dell’Agro Falisco
È qui che, dopo aver attraversato il Ponte Clementino ed essere entrati nel forte (che racchiude le Celle di rigore, le Fucilerie, il Mastio, i portici affrescati), possiamo ammirare la collezione di reperti della civiltà falisca racchiusi nel museo archeologico, molti dei quali rivelano l’influenza etrusca. A cominciare dalle straordinarie ceramiche a graffiti, poi a figure rosse su fondo nero, che nulla hanno da invidiare a quelle etrusche, romane, greche. Accanto a loro, le terrecotte architettoniche e votive provenienti dai santuari falisci; i corredi funerari con gioielli e vasellame in bronzo; le ricostruzioni di tombe, come quella dei Sarcofagi di Quercia.
Il Museo Archeologico dell’Agro Falisco, allestito dal 1950 al 1985 e gestito dal Polo Museale del Lazio, è infatti (con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma), il più importante spazio espositivo della civiltà falisca e contiene i reperti ritrovati nelle città falische di Falerii, Corchiano e Narce – quest’ultima situata in posizione strategica nella Valle del Treja e per questo conquistata dai Romani nel II secolo a.C.
La mostra di Eugène Berman
All’interesse della collezione archeologica si aggiunge quest’anno, fino al 30 giugno, un altro elemento di grande attrazione: la mostra “Passeggiate immaginarie. La collezione rivelata e l’opera riscoperta di Eugène Berman“, voluta dal Ministero della Cultura italiano. Scopriamo così che il temperamento artistico di Berman, pittore e scenografo russo-americano nato a San Pietroburgo nel 1899 e morto a Roma nel 1972, non si concretizzava solo nella produzione di opere d’arte ispirate alla corrente neo-romantica, di scenografie per i teatri più importanti del mondo, di disegni per le copertine dei dischi di opera, ma anche nel collezionismo.
Al Museo Archeologico dell’Agro Falisco è esposta una parte degli oggetti archeologici acquistati da Berman durante i suoi viaggi, soprattutto in Africa e in Sudamerica, oltre ad alcune sue opere d’arte su carta o su tela. Una, in particolare, colpisce il visitatore: il disegno a china acquarellata che, nel giugno del 1942, Eugène Berman dedicò all’adorata moglie Ona Munson, attrice hollywoodiana statunitense impegnata in ruoli brillanti e drammatici (tra cui la parte di Bella Watling in Via col vento). La mostra è aperta ancora per alcune settimane. Dopo, le opere di Berman ritorneranno ai vari musei che le ospitano nel mondo, come il Metropolitan Museum of Art o il Museum of Modern Art (MoMA) a New York.
Per informazioni
Museo Archeologico dell’Agro Falisco
Forte Sangallo, via del Forte 82, 01033 Civita Castellana VT
tel. +39 0761-513735
https://www.fortesangallo.beniculturali.it/
Ingresso gratuito. Orari: martedì-sabato ore 8:30-19:00 (ultimo ingresso ore 18:00), domenica e festivi: 8:30-13:00 (ultimo ingresso ore 12:00)
Ministero della Cultura | DRMNL – Direzione Regionale Musei Nazionali Lazio
Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9 A, 00185 Roma RM
tel. +39 06-00244368
drm-laz@cultura.gov.it
https://direzioneregionalemuseilazio.cultura.gov.it/
Photo credits
Foto del forte e della mostra: © Chiara Santoianni