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    Home»Costume e società»Attualità»INUTILE NEGARE L’IMPORTANZA DEGLI AGGANCI
    Attualità

    INUTILE NEGARE L’IMPORTANZA DEGLI AGGANCI

    Rita CugolaBy Rita Cugola09/01/2025Updated:10/01/2025Nessun commento3 Mins Read
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    Non unirò la mia voce al coro di esultanza seguito alla liberazione della reporter Cecilia Sala, avvenuta dopo 20 giorni di arbitraria detenzione nel carcere iraniano di Evin per ragioni rimaste assai vaghe. Non mi presterò al gioco dell’ipocrisia imperante per avvalorare la tesi dell’onnipotenza governativa.

    Apprezzo ovviamente la volontà e la determinazione della premier Giorgia Meloni a risolvere una questione alquanto spinosa, controversa e complessa sul piano sia politico che diplomatico.

    Accondiscendere all’istanza di Teheran, tesa alla scarcerazione dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi – arrestato all’aeroporto di Malpensa su indicazione di Washington per aver dotato l’Iran di droni e componenti elettronici utilizzati in un mortale attacco a svariati soldati statunitensi – rischierebbe di incrinare la storica e solida alleanza con la Casa Bianca (sebbene il recente incontro della leader italiana con il presidente eletto Donald Trump, sullo sfondo di Mar-a-Lago, Florida, potrebbe aver sensibilmente influito sul repentino sviluppo degli eventi occorsi).

    Concedere agli Usa l’estradizione del prigioniero – attualmente rinchiuso nel carcere milanese di Opera – equivarrebbe d’altro canto a tradire le aspettative della Repubblica Islamica, che non ha certo contribuito al repentino rilascio di una detenuta straniera nel proprio territorio per puro spirito di compassionevole solidarietà.

    Tuttavia, a prescindere dagli effetti tangibili conseguiti in questa assurda vicenda dai risvolti terribilmente opachi, non posso evitare di porre in evidenza alcuni aspetti intenzionalmente sottovalutati, se non direttamente ignorati dalla pubblica opinione.

    La profonda e annosa amicizia che lega il vicepremier, nonché capo della Farnesina, Antonio Tajani ai familiari della donna appena rilasciata dal regime degli ayatollah, tanto per cominciare.

    “(…) Sono amico personale del padre, quindi ho seguito anche con particolare apprensione le vicende di questa giovane giornalista. Oltre al dovere da ministro, ci ho messo anche un po’ di affetto del padre e dell’amico”, ha precisato il titolare degli Esteri nel corso di un’intervista trasmessa dalla televisione pubblica.

    Esternazioni analoghe da parte di Renato Sala, genitore di Cecilia: “Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha aiutato molto”.

    Già. Dubito infatti che in assenza di vincoli amichevoli con figure istituzionali la famiglia Sala avrebbe beneficiato di tanta dedizione. Dubito che a fronte di perfetti sconosciuti il caso si sarebbe apparentemente concluso con altrettanta rapidità.

    E non per cinismo, bensì per mero pragmatismo. È innegabile che in Italia le conoscenze “giuste”, i cosiddetti agganci, insomma, siano di importanza basilare ai fini del successo. Sempre e comunque. Chiunque insista a negare tale realtà non possiede evidentemente gli strumenti adatti per azzardare valutazione alcuna.

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    Rita Cugola
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    Milanese del ‘59 è giornalista professionista da molti anni. Nel periodo universitario si è dedicata alle recensioni musicali e cinematografiche su istanza di Amica, Cosmopolitan, NoiDonne, Il Borghese). In seguito si è però specializzata in questioni di politica estera e problematiche sociali internazionali (con peculiare attenzione all’universo femminile islamico e al fenomeno discriminatorio globale), scrivendo per svariate testate nazionali, tra cui Panorama.it, La Padania, La Stampa e Il Fatto Quotidiano. Già autrice e conduttrice di programmi giornalistici di approfondimento in emittenti private e tv locali ha deciso di creare un blog su tematiche di geopolitica internazionale (LOOK BEYOND, ritacugola.wordpress.com). Appassionata di egittologia, sufismo e filosofia ha lavorato a lungo con (Sp)Hera, mensile di storia, archeologia ed ermetismo. Per un triennio è stata condirettore di Alganews (magazine online fondato da Lucio Giordano). Attualmente scrive per Dol’s Magazine e il mensile Storica (gruppo RBA). Grazie alla conoscenza di quattro lingue (oltre all’Arabo che sta studiando nel tempo libero) collabora attivamente con la Libreria Islamica/Edizioni Al Hikma, traducendo testi ancora inediti di carattere filosofico/religioso.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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