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      La solitudine dei non amati

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    Home»Costume e società»SONO TUTTE “UNA DI NOI”
    Costume e società

    SONO TUTTE “UNA DI NOI”

    Maria Cristina Paselli lifecoachBy Maria Cristina Paselli lifecoach21/11/2023Updated:21/11/2023Nessun commento4 Mins Read
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    l'amore npn uccde
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    Sono 108 a oggi le vittime di femminicidio.

    Una strage senza fine, senza controllo, senza pietà.

    Gli autori sono padri, mariti, fidanzati, familiari di cui queste donne si fidavano e a cui si affidavano.

    Tutti uomini violenti, crudeli, apparentemente normali, innamorati e premurosi compagni di vita, persone che dicevano di amare, ma che sono stati capaci di aggredire, strangolare, avvelenare, sfregiare con l’acido, accoltellare brutalmente, distruggere.

    Il tutto eseguito in modo selvaggio, come se fosse il più naturale degli atteggiamenti d’amore. 

    Il femminicidio non può avere alcuna giustificazione, spesso si parla di raptus non prevedibile o di un improvviso stato di confusione mentale o gelosia per un tradimento, un rifiuto a continuare la storia d’amore.

    Nel caso di Giulia Cecchettin si pensa che Giulia fosse un appoggio vitale per Filippo Turetta che di fronte all’ abbandono non sia riuscito a mantenere l’autocontrollo e abbia agito con inaudita ferocia contro il soggetto d’amore che gli sfuggiva oramai sicuramente lasciandolo solo.

    Qualcuno pensa che la gelosia ossessiva e il controllo costante su Giulia, scatenato anche dall’imminente laurea di lei, con il conseguente cambio di vita e allontanamento da lui, gli abbia manifestato l’idea di ricorrere ad un piano premeditato per ucciderla e tenerla sempre con sé.

    Quindi Giulia, ragazza dolce e gentile, ha accettato di andare ad un ultimo incontro per parlare con Filippo e consolarlo per un’imminente partenza dal paese e il termine naturale del percorso di laurea.

    Ho visto i genitori delle due famiglie, attoniti, allucinati da quello che stava accadendo loro, dalla perdita violenta,terribile,inconsolabile e inaspettata di due figli. 

    Ci si chiede come tali genitori, apparentemente coscienti e responsabili, vicini ai loro figli, non si siano accorti del disagio di Giulia e Filippo, della situazione di stallo che stavano vivendo ed ora la sorella, travolta dall’accaduto, intende trasformare il suo dolore in una battaglia sociale per non dimenticare Giulia e tutte le vittime di femminicidio.

    Il ruolo dei genitori è fondamentale in ogni problema dei figli e soprattutto in situazioni di questo tipo, il parlare tanto con loro è necessario per tirar fuori in modo maieutico, ogni tipo di esitazione e angoscia, occorre davvero farlo, superando timidezze, imbarazzi e timori.

    Troppe donne, ragazze, muoiono ogni giorno per mano di uomini violenti in situazioni non chiarite o non superate.

    La mancanza di cultura, il narcisismo compulsivo di molti uomini, la non accettazione dell’abbandono vissuto come rifiuto del sé, una dominante cultura della sopraffazione, tutto questo cela la diffusione di una violenza compiuta con totale mancanza di coscienza.

    1.Proviamo a parlare di ciò che ci angustia o ci fa male

    2.Riconosciamo i primi segnali di pericolo anche i più piccoli:

    gelosie, divieti, controlli, ossessioni, minacce, ricatti.

    3.Denunciamo i molestatori anche per reiterati cat calling

    4. Riconosciamo l’esercizio di una presunta falsa mascolinità

    5.Informiamoci sulle persone che frequentiamo, sulle loro abitudini di vita, sui loro atteggiamenti

    6.Chiediamo con forza leggi tutelanti.

    7.Non rinunciamo mai alla nostra autonomia mentale e fisica.

               Dalla poesia “Troverò la libertà” di Wadia Samadi

    Il mio trucco non copre il mio viso livido

    Il mio sorriso non nasconde il mio volto tirato

    Eppure nessuno viene ad aiutarmi

    Dicono: andrà meglio

    Dicono: non parlarne

    Dicono: questo era il mio destino

    Dicono: una donna deve tollerare

    I panni sporchi si lavano in famiglia, dicono

    Quando finirà tutto questo?

    Ancora una volta trascina il mio corpo sul pavimento

    Mi soffoca e io lo imploro di non uccidermi

    Ancora una volta pretende il mio silenzio

    Ancora una volta mi dice che non merito di vivere.

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    Maria Cristina Paselli lifecoach
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    Specializzata in Scienze d’Azienda, Gestione di Risorse Umane, lavora da tempo nei settori dell’Alta Formazione per Manager, nel Coaching, nella Comunicazione Positiva, Marketing, Creazione di Team Leader, Immagine Personale, Leadership Aziendale e nella Selezione di Personale Hight Level. Collabora con Province e Regioni per Corsi di Avvio e Formazione all’ Imprenditoria . Consulente di Aziende Private ed Enti Pubblici per Attività di Organizzazione, Management, Aggiornamento professionale, Progettazione, Formazione sul Lavoro ed Orientamento. Ha pubblicato testi sulla Formazione, l’Inserimento e il Ricollocamento di donne, adolescenti difficili, adulti e categorie ritenute socialmente deboli. Ha realizzato la sceneggiatura di Performance teatrali al termine di Corsi di Autostima. Ha progettato e diretto Programmi di Prevenzione e Mantenimento del Benessere Psicofisico in Centri di Cura, collaborando con specialisti e terapisti orientali, sia in Veneto che in Toscana.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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