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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»L’Ucraina come la Cecenia?
    Costume e società

    L’Ucraina come la Cecenia?

    DolsBy Dols25/02/2022Updated:25/02/2022Nessun commento6 Mins Read
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    putin
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    di Lucia Tilde Ingrosso

    La Russia ha attaccato l’Ucraina.

    Niente di nuovo.
    «Li perseguiteremo dappertutto e quando li troveremo, li butteremo dritti nella tazza del cesso» così dichiara Vladimir Putin, appena preso il potere. È il 1999. Nel mirino, quella volta, ha la Cecenia, repubblica del sud, con capitale Grozny. Piccola, periferica, poco popolata. Ma non poco importante. Anzi. Incastonata fra le montagne del Caucaso è ricca di petrolio e si trova in una posizione strategica.
    La seconda guerra cecena scoppia nel 1999. È un susseguirsi di atrocità, violenze gratuite su vecchi e bambini, stupri, torture. Con l’aggravante che, rispetto ai tempi di Eltsin, la stampa non è più libera di documentare il conflitto. I giornalisti non allineati vengono uccisi. O emarginati. O corrotti.
    anna politlovskajaA documentare il conflitto, fra gli altri, c’è Anna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta e “reporter per caso”.
    «Il mio direttore ha deciso di mandarmi sul campo perché ero solo una “civile”, con l’idea che questo mi avrebbe permesso di comprendere l’esperienza della guerra più a fondo di chi, vivendo nelle città e nei villaggi ceceni, la subiva giorno dopo giorno. Ho viaggiato per tutto il Paese e visto tanta sofferenza. La cosa peggiore è che molte delle persone di cui ho scritto negli anni adesso sono morte».
    Anna, da quel momento alla sua uccisione nel 2006, va oltre 40 volte in Cecenia, soffrendo fame, sete, freddo, subendo imboscate e rischiando la vita. Nel 2001 viene arrestata e lasciata per tre giorni in una buca sotto terra.
    «È stato un arresto prezioso perché sono riuscita a vedere le fosse. Tanti ne parlavano, ma nessuno era mai riuscito a vederle».
    I suoi reportage sono spaventosi.
    «È una guerra terribile; medievale, letteralmente, anche se la si combatte mentre il Ventesimo secolo scivola nel Ventunesimo, per giunta in Europa. Immaginate uomini assetati di sangue e ubriachi di vodka che perseguitano anche civili innocenti. Quello che dovete capire è che essere una persona in Cecenia non ha lo stesso significato che in Occidente. Una persona in Cecenia è un soggetto biologico privo di qualsiasi diritto e della possibilità di contare sullo Stato».
    Una guerra che non risparmia nessuno, neanche i bambini. Una guerra in cui l’esercito federale commette atti brutali e di una violenza inimmaginabile. Atti contrari a tutte le norme del diritto internazionale, a un basilare quoziente di umanità, persino al buon senso comune. Stermini di civili, violenze carnali, omicidi gratuiti di vecchi e bambini, torture, persecuzioni omofobe, rapine. Per dieci anni la Cecenia è una terra senza leggi e senza Dio.
    Lo scempio è tale che, dopo il passaggio dei soldati russi, le Nazioni Unite nel 2003 definiscono Grozny, la capitale della Cecenia, come “la città più devastata del mondo”.
    Su Putin Anna Politkovskaja è molto chiara: «Mi chiedo spesso se sia un essere umano. O se è solo una gelida statua di ferro. Se è un essere umano, non lo dà certo a vedere. È il tipico tenente colonnello del Kgb sovietico con la forma mentis, angusta, e l’aspetto, scialbo, di chi non è riuscito a diventare colonnello. È sinceramente convinto che l’epoca sovietica sia stata la migliore e che bisognerebbe restaurarla. Era l’epoca in cui il Kgb era al massimo della sua potenza e tutti ne avevano paura, senza neanche sapere bene perché. L’epoca in cui si aveva una doppia vita e una tripla morale. L’epoca in cui il capo aveva una faccia per l’Occidente e una per il suo popolo».
    All’estero, Anna è amata. Riceve premi e inviti per parlare a conferenze. In Russia riceve 15 minacce di morte alla settimana. Viene emarginata. La chiamano “la pazza di Mosca”.
    Racconta il suo caporedattore Dmitry Muratov (Premio Nobel per la pace nel 2021, riconoscimento dedicato ad Anna): «Le sue inchieste provocano un calo della tiratura e innumerevoli disdette dell’abbonamento. E il direttore, in riunione, ogni tanto, le dice di lasciar perdere gli orrori della Cecenia e scrivere qualcosa di un po’ più leggero, per esempio… sul suo cane! Allora lei risponde: “In un’altra vita, anch’io farei volentieri articoli sui panini”».
    Nel mio romanzo Anna Politkovskaja. Reporter per amore ho ricostruito la sua vita. E intervistato persone che l’hanno conosciuta. Fra loro c’è l’editore Riccardo Cavallero. «L’ho conosciuta in Spagna, nel 2004, quando le ho consegnato un premio giornalistico. Nelle stesse ore, arrivò da Londra la notizia che le avevano offerto asilo politico. Mi sembrava un’ottima notizia, così a cena le chiesi: “Allora, quando ti trasferisci?” La sua risposta fu lapidaria: “Mai, neanche per sogno. Io ho il diritto di restare nella mia patria. E non me ne andrò”».
    E così Anna è rimasta («Lo faccio per i miei figli. Perché imparino a credere in una Russia migliore, in cui le persone non mettano le testa sotto la sabbia, ma abbiano il coraggio di fissare il potere negli occhi») e affrontato il suo destino già scritto. Il 7 ottobre del 2006 un sicario le ha scaricato contro 5 colpi di pistola.
    Il mandate dell’omicidio non è mai stato scoperto e punito.
    C’è chi parla di Vladimir Putin, che il 7 ottobre compie gli anni.
    C’è chi parla del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov, che due giorni prima aveva festeggiato 30 anni e che così commenta l’assassinio: «Era una donna, doveva stare in cucina».
    Dell’assassinio di Anna nessun organo di stampa russo dà la notizia. Nessun politico partecipa al funerale. Men che meno Putin, che è a Dresda per incontrare l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel.

    Sono passati oltre quindici anni.
    Vladimir Putin continua a essere alla guida della Russia. E continua a scatenare guerre sanguinose.
    E l’Europa? Ci auguriamo che la frase di Anna non sia più attuale. Non solo perché c’è l’Ucraina al posto della Cecenia. Ma soprattutto perché l’Occidente non è più connivente con un dittatore come Putin.
    «L’Europa ha un doppio metro nell’intendere i diritti umani. Uno – distillato, bello, decoroso, civile e comprensibile – è per se stessa. L’altro – non troppo pulito, non troppo distillato – per la Russia, dove la democrazia ha solo un decennio di vita. Per la Cecenia, poi, l’enclave in rivolta, c’è il vuoto, il metro scompare del tutto».

    cecenia Putin ukraina W
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
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