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    Home»"D" come Donna»Raffaella Carrà, l’icona di tutti
    "D" come Donna

    Raffaella Carrà, l’icona di tutti

    Maria Giovanna FarinaBy Maria Giovanna Farina06/07/2021Updated:10/07/20213 commenti3 Mins Read
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    Raffaella Carrà, un nome ed un cognome sono sufficienti per raccontare la storia dell’icona di tutti. Il termine icona, oggi moto abusato, è però adatto per definire un’artista che già mentre viveva era nella storia. Molto difficile parlarne quando ci si sente coinvolti, ma scrivere è lasciare un segno indelebile e per questo non posso rinunciarvi. Lunedì 5 luglio 2021 a 78 anni anni compiuti da pochi giorni ci ha lasciati per sempre una grande artista che è stata definita nei titoli giornalistici in tutto il mondo la regina della tv. Raffaella, come tutti l’abbiamo sempre chiamata, mi ha accompagnata fin dalla più tenera infanzia e forse anche chi l’ha conosciuta in anni più recenti per motivi anagrafici ha avuto la stessa piacevole sensazione. Nel 1970 la tv italiana era in bianco e nero ed io ero in seconda elementare: da quel momento l’ho seguita in ogni momento e mi ha aiutata a crescere. Con l’ombelico scoperto, simbolo di rivoluzione cultural/sessuale, ci ha condotti verso un erotismo più naturale e libero da stanchi stereotipi. Come lei stessa ha dichiarato, l’ombelico ce lo abbiamo tutti, in effetti è il ricordo ancestrale della nostra venuta al mondo e dell’essere cresciuti nel ventre materno: cosa c’è di più bello ed emozionante?

    E poi è stata un fattore unificante, Come è bello far l’amore da Trieste in giù, ci ha raccontato non solo il piacere di amare ma anche di farlo senza barriere ideologiche. L’amore per sua natura è libero e non dobbiamo farci condizionare da pregiudizi di appartenenza territoriale. Forse a partire da quel momento Raffaella ha iniziato il suo percorso verso l’incoronazione a icona gay.

    Tornando un passo indietro, negli anni ’80 ha preso in mano una nuova tv, quella delle ore 12, mostrandosi alle donne casalinghe come una di loro; le donne già l’amavano per quel suo stile raffinato ma alla mano, per una fisicità elegante e non prorompente, per un modo di porsi determinato ma tenero, accuditivo ma emancipato. Raffaella è stata un simbolo dell’evoluzione femminile, della donna che pur amando gli uomini non ne ha fatto una presenza irrinunciabile ma paritaria. Ce la puoi fare con le tue risorse senza appoggiarti al potente di turno, è il messaggio che ci è giunto.

    Se è stata un’icona di tutti, è perché oltre al talento, la preparazione, l’impegno e la bellezza anche sensuale ha saputo mostrare un’anima pura capace di toccare il cuore, era un’anima materna anche per questa ragione ha saputo conquistarci.

    Raffaella Carrà
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    Maria Giovanna Farina
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    Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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    3 commenti

    1. rita garofalo on 08/07/2021 15:57

      L’articolo rispecchia in tutto la personalità di Raffaella : donna determinata, coraggiosa, di indiscutibile talento e professionalità sempre al passo coi tempi. Ci hanno tenuto compagnia il suo sorriso e il buonumore che ha saputo infondere in coloro che l’hanno amata. Complimenti Maria Giovanna Farina per l’articolo!

      Reply
      • Maria Giovanna Farina on 09/07/2021 06:21

        Grazie per il tuo commento. E’ stato un piacere scrivere questo articolo e un bisogno nato dal profondo. Quando si dice scrivere con il cuore… e grazie per aver sottolineato l’importanza di Raffaella nella vita di molti di noi, è un modo anche per contrastare troppi che l’hanno criticata in un momento in cui il rispetto dovrebbe prevalere.

        Reply
        • rita garofalo on 09/07/2021 09:59

          Grazie a te!

          Reply
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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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