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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Donne e sport»IO E IL SITTING VOLLEY
    Donne e sport

    IO E IL SITTING VOLLEY

    DolsBy Dols20/09/2018Updated:20/09/2018Nessun commento5 Mins Read
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    sitting-voleyball
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    IO E IL SITTING VOLLEY: DA DISCIPLINA SCONOSCIUTA ALLA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO.

    di FLAVIA BARIGELLI
    NTT DATA ITALIA  https://nttdatastorie.it/2018/09/05/io-e-il-sitting-volley-da-disciplina-sconosciuta-alla-realizzazione-di-un-sogno/

    Gioco a pallavolo da quando ero una ragazzina è uno sport coinvolgente, la squadra ti supporta e ti incita nei momenti difficili e per me questo sport è stato sempre molto importante.

    Poi, come spesso succede, le cose belle sono quelle che capitano per caso ; durante una partita col mio club sono stata notata e segnalata alla nazionale italiana che mi ha invitata a partecipare ad un raduno ad Albano dove ho trovato un clima bellissimo, noi atlete eravamo concentratissime e cariche e si percepiva la voglia di giocare per vincere.

    Ed eccomi quindi ingaggiata per la nazionale di sitting-volley in un anno particolare in cui la nostra nazionale di calcio non ha avuto modo di partecipare ai mondiali. Ho quindi pensato che una nazionale diversa composta da lavoratrici come me, studentesse, mamme oltre che atlete poteva rappresentato l’Italia a testa alta in un mondiale e magari potare a casa qualche bella soddisfazione.

    Il Sitting-volley è una disciplina paralimpica ispirata alla pallavolo, nata in Italia nel 2015, e io che gioco a pallavolo da quando ero una ragazzina non la conoscevo. Mi sono avvicinata al sitting solo due mesi fa, per caso, e da lì a poco è stato un crescendo di emozioni e di eventi inaspettati che mi hanno portato in pochissimo tempo a disputare un mondiale.

    Questi i fatti: il 6 luglio scorso è stato il momento in cui ho accantonato il mio ruolo di sviluppatrice Mule dell’area Business Process and Service Management per vestire la maglia della Nazionale per ben dieci giorni.

    Siamo partite alla volta di Milano dove per me e le mie compagne di squadra si prospettava una sessione intensiva di allenamento con la nazionale statunitense, detentrice del titolo di campione delle paralimpiadi di Rio 2016. Di a li a poco saremmo partite per l’Olanda, con prima tappa Arnhem, era la prima volta che la Nazionale Italiana si qualificava per un mondiale ed aspettativa e carica viaggiavano di pari passo.

    La pool del campionato ci ha messo contro l’Iran, la Slovenia e la Cina, campione degli ultimi due mondiali. Eravamo cariche ma consce della difficoltà che ci stava mettendo in competizione con squadre in cui il sitting-volley si pratica da decenni, squadre che nel ranking mondiale si trovano minimo a 10 posizioni davanti la nostra giovanissima Nazionale.

    Siamo usciti vittoriose da questa prima fase battendo l’Iran 3-1 e con un secondo posto nella pool, dopo la Cina, e siamo entrate tra le prime otto squadre del mondo ottenendo l’accesso ai quarti di finale.

    Nonostante il girone difficile eravamo riuscite a qualificarci oltre le più rosee aspettative centrando l’obiettivo che ci eravamo prefisse, ma a quel punto era talmente alta la voglia di andare avanti e di emergere che abbiamo fatto un ulteriore sforzo, raccogliendo tutte le energie rimaste, per tentare la conquista del podio.

    Ci siamo qui spostate Da Arnhem a Rotterdam, come seconde nel nostro girone ci aspettava lo scontro contro la prima di un altro girone, l’Olanda, la padrona di casa nonché inventrice della disciplina sitting-volley. Avete presente Davide contro Golia? Ecco c’era la stessa sperequazione tra la nostra squadra e quella delle avversarie e in più la tensione era alle stelle!

    Inutile dirlo, il tifo del pubblico era tutto per le padrone di casa, noi avevamo il sostegno dei colleghi di NTTDATA, di amici e famigliari che ci seguivano attraverso i social.

    Abbiamo chiuso la partita vittoriose in un combattutissimo quinto set strappando all’Olanda, per la prima volta nella storia del sitting, l’accesso alle semifinali.

    Al fischio dell’ultimo punto, noi atlete, i tecnici e lo staff ci siamo riversate in campo urlando e tra lacrime e abbracci abbiamo assaporato il sapore di una vittoria sudatissima e per questo ancora più goduta.

    Probabilmente durante quella partita avevamo vinto il nostro mondiale, avevamo dato il massimo e forse anche qualcosa in più di quello che ci potevamo permettere. La semifinale ci ha posto contro gli USA e la nostra ascesa si è fermata li perché anche la partita seguente, per il 3-4 posto, nonostante il nostro buon gioco, si è conclusa a favore della Cina.

    Ci siamo qualificate in questo mondiale in un fantastico quarto posto, una posizione impensabile alla vigilia della competizione. E’ stato molto emozionante vedere gli sguardi delle atlete delle altre nazionali, abbiamo percepito tutte un cambiamento nel modo in cui le prime squadre pensano alla nostra Nazionale e qualcosa probabilmente è cambiato anche in noi stesse.

    Ognuna di noi ha acquisito una sicurezza e una consapevolezza delle proprie capacità ed è emersa una voglia di crescere e di puntare sempre più in alto.

    L’obiettivo ora è conquistare una buona posizione agli Europei del 2019, per poter realizzare un sogno, Tokyo 2020!

     

     

    sitting volley
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