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    Home»Costume e società»Cultura»Film»Antonella Fattori suora in ”Sacrificio d’amore”
    Film

    Antonella Fattori suora in ”Sacrificio d’amore”

    Valeria MassenziBy Valeria Massenzi14/12/2017Nessun commento7 Mins Read
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    Sacrificio-damore-Antonella-Fattori-Suor-Agnese
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    Venerdì 8 dicembre alle 21.00 su C5 è partita una nuova serie tv, prodotta da Endemol Shine: “Sacrificio d’Amore”; una storia avvincente, appassionante, romantica, ambientata nelle spettacolari cave di marmo di Carrara. Ad aprire le puntate della serie in costume la splendida voce di Mina.

    sacrificio-d-amore-francesca-valtorta-silvia-corradi-ep-1-500x748Antonella, in questa lunga serie tv, interpreti un personaggio intenso, perfido, assetato di potere. Ce ne vuoi parlare?
    Il personaggio che interpreto in questa fiction è Suor Agnese… una suora molto autorevole e molto importante, direttrice dell’Ospedale Santa Corona, nel quale s’intrecciano alcune situazioni legate alle vicende narrate in Sacrificio d’Amore. Suor Agnese è un personaggio senza scrupoli, asservito al potere che non disdegna di fare certi favori, naturalmente per un suo tornaconto personale. Nel corso della storia subirà un notevole cambiamento, ci saranno delle situazioni che la porteranno ad una metamorfosi, situazioni che al momento non posso svelare. Posso solo dire che anche lei avrà il suo Sacrificio d’Amore.

    Ma Suor Agnese è una madre superiora “casta e pura” o è una sorta di Monaca di Monza?
    E’ una suora… sì dovrebbe essere casta e pura, ma… non posso dire molto altro perché andrei a svelare una parte importante della trama, che invece credo sia giusto che il pubblico scopra pian pianino. Monaca di Monza? Forse.

    Ho la sensazione che il tuo personaggio sconvolgerà molti equilibri all’interno di questa vicenda. Che mi dici: semplice percezione?
    Diciamo che principalmente è proprio la sua vita ad essere sconvolta; le certezze che aveva, ad un certo momento verranno messe in discussione per diversi motivi. La sua autorevolezza, la sua perfidia, la sua sete di potere, derivano da un passato di sofferenza che sembra aver cancellato il lato umano di Suor Agnese. Questo personaggio ha molte sfaccettature. Suor Agnese nasconde molte verità…

    Tanti mesi di lavoro, un cast artistico ricchissimo, addirittura sei registi a dirigervi. Com’è stato vivere questo set?
    E’ stato un lavoro particolare, abbiamo girato 21 puntate in sei mesi… in un periodo di tempo simile normalmente si gira molto meno. Avevamo vari set aperti, tutti i giorni , con sei unità differenti che contemporaneamente giravano. Quindi noi attori ci alternavamo e capitava che nello stesso giorno lavoravamo in location diverse con registi diversi. La difficoltà principale è stata proprio quella di cambiare set e regia nel giro di poche ore: sei registi a dirigerci, sei persone con modi, stili, approcci dissimili… insomma sei personalità differenti con le quali interagire… anche se poi, naturalmente, per il bene del prodotto seguivano tutti una linea comune. E’ stata un’esperienza davvero interessante e particolare che sicuramente arricchisce l’attore, che con grande velocità deve sintonizzarsi con ognuno dei director. Personalmente non avevo mai lavorato con nessuno di loro, però devo dire che è stato abbastanza semplice, forse perché dopo tanti anni di lavoro ho la capacità di comprendere al volo quello che il regista mi chiede. Quindi la cavesintonizzazione è stata buona sia con i registi che con tutti i miei colleghi.

    Protagonisti principali della vicenda tre giovani attori: Francesco Arca, Francesca Valtorta e Giorgio Lupano. Quanto Suor Agnese entra nella vita dei personaggi da loro interpretati?
    Il personaggio di Suor Agnese interagisce principalmente con due o tre ruoli all’interno della fiction, ma com’è stato detto, in conferenza stampa, da Carnacina, ognuno ha una sua storia personale; ogni personaggio ha un suo percorso, molti ruoli s’intersecano tra di loro, ma non necessariamente con quelli interpretati dai tre attori principali. Sul set sono stata molto spesso con Francesca Valtorta, anche se ho girato delle scene anche con Arca e Lupano.

    Cosa c’è in Suor Agnese della donna Antonella Fattori?
    Porto sempre qualcosa di me all’interno dei personaggi che interpreto, credo che ogni attore lo faccia, magari in maniera diversa, anche in base al proprio percorso di vita. Ci sono, sicuramente, delle similitudini emotive tra Antonella e Suor Agnese, ma anche qui di più non posso dire… il mio personaggio si svela nell’arco del tempo, quindi devo necessariamente essere ermetica.

    Seguendo il tuo lavoro posso dirti che tu rappresenti nell’ambito dello spettacolo qualcosa di particolare, non sempre presente: un connubio perfetto tra bravura, bellezza e professionalità. In questo, mi ricordi un po’ le attrici americane, che interpretano ruoli belli, importanti, dove però non sempre possono mettere in luce la loro avvenenza fisica, che tendono a sacrificare in nome del ruolo. Lo hanno fatto Nicole Kidman, Penelope Cruz, Elisabeth Moss, etc. Qui da noi non è una consuetudine tutto ciò. Infatti difficilmente troviamo ruoli da protagonista dove l’attrice di turno ha dovuto usare make up o costumi di scena particolari per apparire più bruttina. Anzi se mai è il contrario. A tuo parere, perché?
    Questo è un vecchio discorso che facciamo spesso noi attori. E’ vero, in Italia si tende ad assegnare sempre gli stessi ruoli a determinate persone. Se io ho fatto bene una donna dura, allora continuano ad affidarmi personaggi di questo tipo: coriacei, cattivi, infelici, etc.. In America c’è un senso dell’interpretazione diverso, si confrontano con personaggi diffesacrificio d'amorerenti, che spesso sono lontani anni luce dall’attore che l’interpreta. Qui da noi c’è un cliché, probabilmente legato alla storia del nostro cinema, al periodo del neorealismo dove venivano presi dei personaggi dalla strada che erano chiamati ad interpretare se stessi. Qualche piccolo cambiamento sta avvenendo anche in Italia, ma più per i ruoli maschili. Forse vista la nostra situazione le attrici sono un po’ più restie ad interpretare delle “brutte” perché hanno il timore che poi per tutta la vita faranno solo quello (ride). Penso anche ad attrici non più giovanissime che si rifiutano di interpretare una madre: personalmente non vedo nessun ostacolo. A me piace trasformarmi in un personaggio, specie se differente dal precedente , o un ruolo completamente nuovo che non ho mai interpretato. Suor Agnese, è una suora, ho indossato lo “scafandro”, come l’ho simpaticamente definito, sono andata davanti alla macchina da presa quasi senza trucco, avevo solo pochissimo fondo: niente rimmel, niente rossetto, niente fard… com’è giusto che sia per il ruolo che mi è stato affidato. Ero in qualche modo nuda e cruda, certo un po’ la donna ne risente, ma io faccio l’attrice… oggi sono una suora, domani sarò una madre, dopodomani una giornalista, etc., questa è la bellezza di fare l’attore. In America ci sono delle possibilità che qui non abbiamo… attrici-attori che ingrassano 10-20 kg per interpretare un ruolo (cita Bridget Jones), che vanno in palestra per modificare il loro aspetto fisico (cita Toro Scatenato) … si agganciano ad un metodo lavorativo molto più interessante. In Italia, normalmente, fai sempre quel ruolo che qualcuno ti ha ritagliato… e qui torniamo al discorso sul senso dell’interpretazione, carente sotto certi aspetti. Io sono disposta a fare tutto, più personaggi diversi faccio e più mi diverto.

    Con “Sacrificio d’Amore” torna in tv il melodramma italiano che si va ad intrecciare con il racconto storico. Prima di salutarci vorrei fare un gioco con te. In questo momento io rappresento il telespettatore indeciso, colui che ha il telecomando in mano e sta facendo zapping, un telespettatore quindi da convincere. Di conseguenza la domanda è: Perché, il venerdì sera, dovrei sintonizzarmi su C5 e seguire “Sacrificio d’Amore”?
    Sacrifico d’Amore è ambientato in un periodo storico molto interessante, complesso, ricco di avvenimenti e di cambiamenti. La vicenda abbraccia gli anni che vanno dalla fine del 1912 al 1918. Nella storia che vi raccontiamo ci sono fatti reali: la Prima Guerra Mondiale, la lotta delle donne per conquistare la loro indipendenza, la loro voglia di uscire dalla condizione d’inferiorità o di sudditanza rispetto alla propria famiglia, agli uomini, al lavoro. Uno spaccato dell’Italia dell’epoca, nel quale anche alcuni personaggi sono veri, come ad esempio la regina Elena. Vedere Sacrifico d’Amore significherà entrare in un’atmosfera d’altri tempi: un viaggio tra personaggi e fatti storici, costumi del ‘900 bellissimi e ambientazioni meravigliose. Un ritratto veritiero di un’epoca che forse non tutti conoscono, soprattutto i più giovani.

    Suor Agnese e tanti altri personaggi , vi danno appuntamento domani sera, venerdì 15 dicembre, su C5 per la seconda puntata di Sacrificio d’Amore!!!

    Pubblicato anche su Universo Donna
    https://valeriamassenzi-universodonna.blogspot.it/

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    Valeria Massenzi
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    4 of 36,709 Vive a Roma, laureata in Lettere – Dams presso l’Università Statale Roma Tre, si occupa di, principalmente, di scrittura. La sua quotidianità è fatta di mille cose: l’essere donna, moglie, madre, nonna, colf, scrittrice e cantante in erba. Ebbene, sì, ha fondato una sua band "The Alpha Groove", con cui ha fatto, anche recentemente, dei Live, portando sul palco generi blues e rock. Ma la sua grande passione resta la scrittura. Ha lavorato nel campo della sceneggiatura collaborando con alcune produzioni italiane, come la Morgana Production, la Dauphin o la Cassiopea. Nel 2007, tra oltre 1000 progetti, arrivati da tutto il mondo, arriva tra i primi dieci finalisti, al Festival Internazionale della fiction di Roma, con un progetto di mini serie tv, scritto con Massimo De Pascale. Nel 2009 partecipa alla realizzazione di un corto Vite Parallele, diretto da Fulvio Spagnoli, che ha vinto il primo premio al Festival del Cortometraggio di Roma. Nel 2010 esce il suo primo romanzo

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