Susanna Garavaglia intervista Susanna Garavaglia

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Auto intervista di Susanna Garavaglia per spiegare  come mai sta  intervistando con tanto entusiasmo così tante donne negli ultimi tempi.

Ho deciso di intervistarmi per capire come mai sto intervistando con tanto entusiasmo così tante donne da un po’ di tempo a questa parte. Ho pensato che solo io so, ai miei livelli interiori profondi, quali sono le domande giuste per farmi andare all’origine di questa mia fertile ossessione, anche se forse consciamente ancora non ne sono consapevole. Tutte le interviste pubblicate fino ad ora sono a questo link.

E allora, senza altri preamboli, mi butto nella mischia della Eccellenza al Femminile e vediamo cosa salta fuori.

Mi incontro nel mio studio a Calice Ligure, davanti ai mandala che ho dipinto l’anno scorso e alla mia parete tutta scritta a mano coi miei pensieri di questi ultimi tempi. Da quando ho lasciato Milano e sono venuta a vivere in Liguria con mio marito ai margini di un bosco, la nostra vita é cambiata. Per qualche anno ho smesso di pubblicare libri, di fare la naturopata, di scrivere per i giornali, di tenere corsi e discorsi.  Avevo bisogno di radicarmi maggiormente, di mettere le mani nella terra, di integrare la mia conoscenza della realtà con la Natura, quella parte di mondo che fino a quel momento avevo ignorato. Tipica naturopata di città conosco tutte le piante e i fiori nelle loro boccette ma quando li incontro nel loro ambiente, ancora troneggianti nel loro corpo fisico, non li riconosco. E così ho incominciato a guardarmi intorno, a fare l’orto, a cercare di integrare nella mia esperienza quello che ancora mi mancava.

Ma in realtà non ho mai smesso di scrivere, la mia pagina di Fb é diventata un libro che mi sono autopubblicata, tradendo ogni casa editrice e il muro del mio studio é un diario sotto agli occhi di chiunque venga a trovarmi. Compresi gli ospiti del B&B che abbiamo aperto con il nome adatto a chi ha cambiato vita passando da Milano centro al bosco. Joie de Vivre.

E ho ricominciato a tenere i miei corsi, ma qui in mezzo alla Natura. E continuo ad incontrare chi ha bisogno di una naturopata o di una counselor un po’ fuori dalle righe.

Quello che non ho mai smesso di fare é stato tenere vivi i fili invisibili che ci collegano gli uni agli altri. Da questa mia necessità vitale sono nate le mie interviste.

Non so ancora quali siamo gli aspetti della Energia del Femminile più evidenti in me, lo vedremo al termine di questa autointervista.

 

SUSANNA GARAVAGLIA*Veniamo subito al sodo: da tre mesi stai forsennatamente intervistando Donne Eccellenti e stai intasando Dol’s Magazine con le tue domande. Cosa ti ha spinto a questa nuova avventura?

Ho sempre amato fare interviste perché sono momenti di incontro profondo in cui spesso le anime si intrecciano. Sai benissimo come mi siano estranei gli incontri da salotto e come invece sia vitale per me ogni attimo in cui l’altro mi si mostra per quello che è e non per quello che vorrebbe essere o che crede di dover essere. E’ da quando avevo vent’anni che faccio interviste, all’inizio quando avevo una mia rubrica di teatro sul settimanale Alba cercavo sempre di barattare le critiche degli spettacoli teatrali con interviste agli attori e ai registi e già allora ogni incontro era magico. Critica Teatrale con una mia rubrica su un settimanale femminile già a nemmeno vent’anni, ho sempre tenuto le distanze dall’atteggiamento critico a favore di quello creativo.

 

*Strana scelta, la tua, “critico teatrale”, così lontana da te, amante del teatro che si fa ma non di quello che si giudica..

Infatti, non so bene perché io abbia scelto di diventare Critico Teatrale mentre i miei docenti della Civica Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro mi proponevano di fare le audizioni come Regista o come Attrice. In realtà non mi interessava giudicare uno spettacolo di Giorgio Albertazzi ma parlare con lui per coglierne l’anima. Incontrare Andréè Ruth Shammah allora agli esordi ma già affermata e, con lei fantasticare sul futuro del teatro, era molto più bello, per me, che analizzare la stagione del Pier Lombardo. E il parlare a lungo con Franco Parenti, Andrea Giordana, Franca Nuti, Lucilla Morlacchi, Gabriele Lavia o Pupella Maggio lo vivevo come un incontro d’anime prima ancora che come un’intervista ai grandi del palcoscenico. Incontrare Laura Lattuada o Rolanda Benac o Romina Power, mie coetanee o di poco più grandi o poco più giovani di me, era mettere a confronto i nostri sogni. E tra Miriam Crotti, Eva Magni, Rossella Falk o Marcello Bartoli, notare Adriana De Guilmi e intuire che in futuro saremmo diventate grandi amiche è stato un eccellente dono per la mia vita..

 

*Anni dopo hai ricominciato a fare interviste per Gioia, Duepiù, D donna di Repubblica, Psicodinamica.. Era cambiato qualcosa nel tuo modo di incontrare le persone e di fare domande?

Sicuramente c’era una maggiore consapevolezza e un grande rispetto per la persona che avevo davanti. Da giovanissima, all’inizio, mi inventavo il mio modo di essere anche professionalmente e forse proiettavo sul personaggio che avevo davanti a me qualche parte di me in modo più smaccato. Come quando ho litigato con Giorgio Albertazzi perché non ero in sintonia con un suo sentire che poi, solo crescendo, ho capito fino in fondo e ho sentito profondamente anche mio. E siamo stati più di tre ore seduti alla Cremeria di via Dante a discutere. A vent’anni si ha un distacco diverso quello che si ha a quaranta o a sessanta. E incontrare più volte e a lungo Alda Merini , Enzo Decaro, Marco Columbro, Irene Pivetti, Daniela Poggi, Marco Liorni, Platinette, Barbara D’Urso, Raffaele Crovi, Cesara Buonamici, Roberto Vecchioni, Veronica Pivetti, Maria de Filippi, Carla Tolomeo, Marta Marzotto e tanti tanti altri ancora, uomini e donne, era sempre una entusiasmante avventura. Era un rapporto più paritetico, a quell’età..

*Hai finito la tua lista della spesa?

Si, mi sono lasciata prendere la mano dai ricordi, li rivedevo ad uno ad uno.. E ne ho dimenticati tanti altri, Enzo Jannacci ad esempio.. Comunque anche con questi grandi era un rapporto più paritetico a quell’età..*

*E arriviamo a queste interviste sulla Eccellenza del Femminile per Dol’s Magazine..perché Dol’s e perché proprio queste donne?

Qualche mese prima ero diventata amica di Caterina della Torre su Fb e, guardando il suo profilo, avevo conosciuto il giornale, senza che noi due però avessimo ancora stabilito un rapporto personale, cosa che è avvenuta dopo le prime interviste. Quando ho sentito che era il momento di dare avvio a questo progetto ho pensato a Dol’s e ho scritto a Caterina proponendole la pubblicazione.

 E cosa ti ha fatto sentire che era il momento?

Una frase di Enrica Bonaccorti che poi è stata la prima Donna Eccellente che ho intervistato. Quando le ho confidato l’intenzione di dare avvio, ad una serie di interviste sulla Eccellenza del Femminile, dicendole che prima o poi l’avrei fatto, lei mi ha detto, perentoria che il “poi” il più delle volte diventa “mai”. Mi è bastata questa frase per mettere in moto il progetto, avevo solo bisogno di una spinta da cuore a cuore. Io sono fatta così

*Come sei fatta?

In me la mente e il cuore devono per forza lavorare insieme. Mi si può far fare qualsiasi cosa se si fa leva sulla mia parte affettiva ed emozionale; il modo migliore per darmi una mano quando sono incerta non è darmi spiegazioni razionali ma toccare quelle corde che mi fanno sentire ascoltata. Se il mio cuore non si sente coinvolto boicotta la mente..

*Parli del cuore e lo fai spesso.. ma non è sempre comunque tutta una faccenda mentale, cuore compreso?

Certo, noi siamo quello che pensiamo e quello che pensiamo è tutto il nostro orizzonte possibile. Ho scritto anche le parole di “Ma tu pensati bella”, cantata da Laura Gessner, per far capire questo concetto.. Ma io penso con il cuore, il fatto è questo. Devo innamorarmi di quello che sto facendo ed allora do tutta me stessa. Intera. In qualunque cosa io stia facendo, anche delle interviste. Che poi sono veri e propri incontri..

 *Cosa ti ha colpito in ognuna delle donne che hai intervistato?

In ognuna di loro mi ha colpito tutto quello di cui ho parlato nella introduzione ad ogni intervista. Per me parlare con ognuna di loro è stato un dono e se non avessero avuto qualcosa di speciale non avrei pensato a loro. Anche se credo che ogni donna abbia in sé qualcosa di speciale, pure quando lei stessa non sa di possederlo. E’ questo il bello della Eccellenza del Femminile, non è mai un mantello che si indossa ma è una luce che viene da dentro e che a un certo punto della vita si risveglia

*Parliamo di questa luce..

Cosa vuoi che ti dica di questa luce? Non c’è niente da dire, se non te ne innamori nessuno te la può raccontare.. Per questo io le intervisto, perché ciascuno, leggendo, riesca a vederla, questa luce..

*Forse sono donne che hanno tempo da dedicare a questa luce perché stanno bene, non hanno niente da fare e a loro non é mai capitato niente di grave..

No no, sei fuori strada. Sono invece donne che hanno sofferto e hanno affrontato momenti difficili ma hanno saputo trasformare i loro momenti di crisi in terreno fertile per crescere, trasformarsi, aprire gli occhi.. non sono certo state lì a piangersi addosso.. 

 *Con che criterio scegli proprio queste donne e non altre?

E’ una questione di empatia. Quando empatizzo con qualcuno sento i fili sottili che ci collegano ed è attraverso questi fili che la loro anima mi parla ed io parlo con loro.. Appena una persona mi affascina o qualcuno mi parla di una donna che non conosco ma che l’ha affascinato, sento che è la persona giusta che può raccontarmi qualcosa di straordinario di sé. Ma non le sto contattando tutte insieme, ce ne sono ancora tante con cui devo mettermi in contatto e che forse ancora non sanno che presto chiederò loro il dono di concedermi un’intervista.. Poi ci sono quelle che stanno scappando, che tergiversano.. perché spesso queste interviste sono un test anche per loro stesse.

*Un test in che senso?

Un test per capire quanto si vogliono bene. Le mie domande sono come uno spazzacamino che porta via tutte le incrostazioni che ci siamo messi addosso negli anni e ci costringono a mettere a nudo la nostra bellezza. E non è facile ammettere con se stesse di essere persone valide e interessanti: quali scuse si possono inventare per non mettere a frutto il nostro potenziale quando tutta la nostra potenzialità è portata alla luce in questo modo?

 *Ne sei certa?

Si, è una delle poche certezze che ho. Farsi intervistare è come venire in studio e fare una prima visita con me counselor o con me naturopata. Il risultato è lo stesso e non costa niente…

 

*E ogni intervista a te cosa regala?

Ogni volta che voglio intervistare una donna me la studio e per ore e ore cerco di entrare nel suo mondo. Ascolto o leggo altre interviste che le hanno fatto, se trovo dei filmati su di lei li guardo con attenzione, leggo tutto quello che ha a che fare con lei. Se invece non trovo tracce su Internet mi metto in ascolto profondo e mi collego a livelli sottili, intuendo quello che è utile chiederle per mettere in luce la sua luce. Poi la incontro di persona o su Skipe oppure in modo epistolare e si crea quel momento magico in cui le nostre dimensioni interiori profonde parlano tra loro. Alla fine io ne esco sempre trasformata perché ognuna di queste donne mi mostra non solo qualcosa di sé ma anche della vita e perfino di me.

 

*Tu hai fatto molti lavori, hai avuto molti interessi nella vita. Cosa avevano in comune tra loro e con queste interviste per Dol’s?

In realtà il mio obiettivo è sempre lo stesso, portare alla luce la luce delle persone, aiutarle a trovare dentro di sé la loro bellezza. Ma quella vera. E questo l’ho sempre fatto, che io stessi esercitando come insegnante, critica teatrale, regista, autrice, attrice, naturopata, counselor, scrittrice. La situazione e il ruolo erano e sono per me sempre contingenti e unicamente mezzi per affiancare la persona nella sua crescita e nella sua trasformazione. Nella sua guarigione..

 

*Perché parli di guarigione? Cosa significa per te questa parola?

Guarire per me significa riuscire ad essere quello che si è, suonare la propria nota e non quella di un altro, utilizzare i propri talenti e metterli al servizio del mondo.

 

*E le donne che stai intervistando per Dol’s sono tutte persone guarite?

No, non necessariamente lo sono, guarite, ma sono tutte persone che hanno portato alla luce il loro talento. E che con quel talento, o con quei talenti, possono aiutare chi ancora non sa di potersi avvicinare a quello che è veramente e continua a vivere ai margini di sé. Sono donne che regalano il sogno di riconoscere la propria anima e iniziare a colloquiare con lei. Insomma, ognuna di loro é una “Donna di più”.

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*Per questo le hai definite “eccellenti”?

Si, quando parlo di eccellenza non includo competitività, non mi interessa stabilire classifiche e dire che quella persona è migliore di quell’altra o che questa eccelle in questo o in quello. L’Eccellenza del Femminile è altro, ha a che fare con quell’aspetto energetico femminile che è in ogni essere umano, uomo o donna che sia. La competitività non è un aspetto energetico del Femminile ma del Maschile. Il Femminile include, unisce, collega, mentre la competitività esclude, separa, divide. L’Eccellenza del Femminile è la espressione della propria potenzialità in ogni aspetto di sé e questo implica l’aver riconosciuto i propri talenti e averli accettati non come espressione egoica ma come dono da condividere. Tutte le donne che ho intervistato e che sto intervistando (e quelle che ancora non lo sanno ma che a breve cercherò di intervistare) si sono chieste chi sono e hanno cercato di onorare la loro natura, trasformandola in terreno fertile che alimentano ogni giorno, anche attraverso i loro dubbi e le loro incertezze..Pensa ai dubbi di una delle due protagoniste del mio romanzo “Stavolta sarò femmina”, pensa al tripudio del femminile che c’é in quel romanzo.

 

*Perché dubbi e incertezze e non sicurezze e certezze?

Perché forse solo chi vive di dubbi è in grado di interrogarsi ogni giorno sul senso di quello che sta facendo. E di cambiare rotta, se necessario. Quasi tutte le donne che ho intervistato hanno in comune tra loro la capacità di contraddirsi, di essere contemporaneamente questo e quello, di affrontare la vita e le scelte con flessibilità e fluidità. Certezze e sicurezze spesso sono zavorre anziché ali e senza ali si ha una visione troppo ridotta della realtà.

 

*Ma le ali non bastano per affrontare la realtà. Ci vogliono anche le radici

Ecco, dici bene, le radici. L’eccellenza di queste donne è di avere radici ben salde e ali leggere. E’ del Femminile sentirsi canale tra la Terra e il Cielo, tra la Madre e il Padre, tra le due energie che hanno due funzioni complementari e essenziali. Quella della terra, la Madre, radica, rende presenti a se stessi e alla vita, mantiene concretamente nel qui e ora, fornisce tutto quello che ci serve per stare nell’azione sapendosi muovere in sintonia con il momento presente, di intuire quello serve a noi e a chi è con noi, di condividere, di prenderci cura di noi e degli altri, di passare da una tappa all’altra, sapendo anche cambiare la rotta se ce n’è bisogno.

 

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*E quella del Padre?

Quella del Cielo, il Padre, ci mostra la direzione, ci orienta, ci fornisce gli strumenti che ci servono, ci suggerisce la meta. Le donne con cui ho parlato sono coscienti di queste due energie che si muovono in loro e le usano insieme o, comunque, si chiedono come fare per armonizzarle tra loro. Ne sono consapevoli.

 

*Parlare della eccellenza non è un po’ controcorrente in un mondo che mette sempre in luce le pecche e mai gli aspetti positivi?

Se è controcorrente è ancora più utile, come tutto quello che va controcorrente. Mi ha molto colpito quello che scrive il filosofo canadese Alain Deneault nel suo bestseller “Mediocrazia” , sostenendo come oggi il mondo sia dei mediocri. Parlando di questa mediocrazia la paragona alla dittatura e la trova ancora più pericolosa La dittatura è psicotica, la mediocrazia è perversa. Psicotica perché la dittatura non ha alcun dubbio su chi deve decidere. Hitler, Mussolini, Tito sono stati tutti personaggi ipervisibili, affascinanti, che schiacciano con le loro parole; la mediocrazia è perversa perché cerca di dissolvere l’autorità nelle persone facendo in modo che la interiorizzino e si comportino come fosse una volontà loro». La sua soluzione è il pensiero critico che maschera la vera ideologia che sottostà a tutto questo, un discorso di interessi sotto la parvenza di scienza. La mediocrazia “Chiede a persone impegnate nel servizio pubblico di gestire come si trattasse di una organizzazione privata, così si trovano in conflitto perché avevano un’etica diversa; chiede a ingegneri di progettare oggetti che si rompano in maniera deliberata perché vengano sostituiti, chiede ai medici di diagnosticare malattie che potrebbero diventare davvero pericolose a 130 anni… Senza parlare della manipolazione dei consumatori da parte del marketing”

 

*La sua soluzione è il pensiero critico, la tua soluzione invece qual è?

La mia soluzione è mettere in luce chi mediocre non é.

 

*Quindi ti contraddici, hai appena affermato che non vuoi stabilire classifiche e dire che queste sono meglio di quelle..

No, questa non è una contraddizione (ne ho altre di cui vado fiera!) Io non sto stabilendo nessuna classifica ma credo che mettere in luce la bellezza di queste donne porti ogni altra donna a chiedersi cosa ci sia di eccellente anche in lei e ad accorgersi di tutte le potenzialità che magari sono solo addormentate o che lei per prima non riesce a vedere in se stessa.. E’ molto diverso dal fare classifiche, anzi..Ci sarà chi discrimina e sceglie chi è meglio di altri, ma non sono certo io. Questo proprio non lo so fare e poi trovo che ogni classifica sia così soggettiva da non garantire niente di certo.

 

*Quindi cosa proponi per cercare di uscire dalla schiavitù che la società ci sta imponendo?

Se vogliamo uscire dalla schiavitù di una società che ci sta manipolando e ci fa credere di desiderare quello che ci impone è fondamentale che ciascuno di noi si interroghi sui suoi talenti e li porti alla luce. La conoscenza di sé ci salverà. Perché solo la conoscenza di sé porta alla conoscenza del Sé e permette a ciascuno di riconoscere la propria regalità.

 

*Questo forse lo si può fare da giovani ma credi che anche le persone più avanti negli anni possano accorgersi di quello che per decenni non hanno nemmeno supposto di sé?

Si, credo sia possibile. Sempre di più. Dovresti saperlo ma ti ricordo che io e Bruno, mio marito, abbiamo cambiato vita dopo i 60 anni, trasferendoci da Milano vecchia Fiera-zona borghese nella quale sono nata e cresciuta- alla campagna e al bosco ligure. E ci siamo messi a fare i locandieri nel nostro B&B Joie de Vivre. Dopo una vita passata a scrivere, pensare, studiare, creare ora io passo il tempo facendo torte e servendo le colazioni ai miei ospiti. E pare che il mio strudel e il mio pane che sforno caldo ogni mattina siano eccezionali e che siano diventati famosi sui siti turistici. Chi mai avrebbe detto, anche solo sei o sette anni fa, che sarei diventata famosa per lo strudel, dopo tutti i libri che ho pubblicato e per i quali ben pochi mi conoscono?

 

*Lascia perdere le battute e rispondi seriamente..

Può sembrare una battuta ma invece non lo é. Ciascuno di noi ha delle potenzialità di cui non è nemmeno consapevole e, se queste potenzialità rimangono a dormire, nel mondo manca la nostra nota che solo noi siamo in grado di suonare. E la sinfonia rimane più povera. Se poi lasciamo che sia il potere a suonare la sinfonia, allora il mondo precipita..

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*Parli sempre di fili invisibili che ci collegano l’uno all’altro. Vuoi spiegare una volta per tutte di cosa stai parlando?

C’è un filo sottile, invisibile ai più, che ci collega gli uni agli altri ma non come una catena che ci rende schiavi, bensì come un raggio di luce infinito. Quel filo, quell’intreccio non separabile, si snoda incurante dello Spazio ma anche del Tempo e porta mutamenti repentini , calore, amore, sostegno, nuove intuizioni, flash improvvisi. Chi avverte la presenza di quel filo sa che separazione e solitudine non esistono, sono percezioni stonate figlie di paura e di scarsità. In questo senso far parlare Donne Eccellenti può essere utile per chi riesce a leggere queste loro interviste. Nessuno di noi è neutro per la vita di un altro. Ognuno di noi può fare la differenza per chiunque.

 

*In che senso e in che modo?

Nel senso che non c’è istante nella nostra vita in cui non siano attivi i fili invisibili che collegano alle persone che amiamo ma non solo. Ogni nostro pensiero, anche inconsapevole, rivolto a loro, immediatamente li raggiunge e penetra nelle loro cellule modificando qualcosa in modo impercettibile o talvolta evidente. Quando poi il pensiero è consapevole e mirato, allora non c’è distanza fisica che ci possa realmente separare. E comunque se leggessi qualche mio libro forse sapresti rispondere anche tu. E’ vero che sei il mio secondo pesce e te ne vai per i fatti tuoi..

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*Il tuo secondo pesce?

E’ inutile che tu faccia finta di non capire..Sai bene che siamo del segno dei Pesci e che talvolta procediamo parallele, senza lottare né contestarci ma andando ognuna per la sua strada, talvolta all’insaputa dell’altra. Ma di questo parleremo un’altra volta..

 

*E quali sono gli aspetti della Energia del Femminile più evidenti in te? Avevi ipotizzato di dirlo alla fine della intervista..

Forse questo lo avevi ipotizzato tu a mia insaputa. E comunque lasciamo che lo dicano i nostri coraggiosi lettori che ce l’hanno fatta ad arrivare fino in fondo. Alla prossima intervista!

 

 

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Profilo Autore

susanna garavaglia

Susanna Garavaglia, da sempre attenta ad una visione Olistica della vita studia e diffonde la trasformazione del futuro, ora anche dal suo B&B nel bosco. Con Dede Riva ha dato vita al Manifesto Progetto Creatività, Via Femminile alla Trasformazione, firmato da esponenti della cultura di tutto il mondo. Ha pubblicato con Tecniche Nuove La Scrittura dell'Anima, Diario di Psicosomatica, L'anima del Successo, 365 Pensieri per l'Anima . Con Stazione Celeste Stavolta sarò Femmina, con ilmiolibro.it Senza radici dove voli? Con Anguana Edizioni insieme a Devana “Sciamane. Storie, canti e risvegli di anziane sedute in cerchio”, con Giovanna Tolio e altri autori “Amicizia (nuova energia di evoluzione)”, Leone Editore.

4 commenti

  1. Alberto Barranco on

    Era la mia professoressa di italiano al Leone XIII forse la classe era la Terza D ma non ricordo precisamente. Un giorno ci fece scrivere un tema: “Perchè”.
    E scrissi un testo che per me fu un risveglio fisico,non solo psicologico, e da quel testo venni fuori “io” emergendo da un liquido amniotico che mi paralizzava. Poi un po’ dal mio testo e un po’ dalla sua fantasia ne venne uno spettacolo teatrale “ We All” che lei coordinò con quelle doti eccezionali che le ho sempre riconosciuto: intelligenza, coraggio, lucida follia, fantasia, narcisismo ma finalizzato al risultato, fascinazione femminina, erotismo intellettuale, e soprattutto curiosità. Solo ora scopro senza stupirmi che lei ha prodotto pensiero attivo, che ha dedicato molto di se stessa agli altri,non a tutti indistintamente. Mi ricorderò sempre di lei perchè ha liberato i primi pezzi della mia personalità di adolescente. È stata una vera docente. Ora mi occupo di architettura, critica di arte contemporanea, scrittura e anche di teatro ma sempre legato all’Arte. Non vivo nel web ma con le persone che nella mia vita incontro per caso/per lavoro/per diletto che poi è la stessa cosa. Un abbraccio. A.

    • susanna garavaglia
      susanna garavaglia on

      Alberto, che bello leggerti, mi ricordo benissimo di te e ho nel cuore il lavoro che abbiamo fatto insieme e quel We all in cui tutti noi, voi ed io, abbiamo messo il cuore e tanto entusiasmo e anche una certa professionalità. Grazie di tutto quello che hai scritto qui, in effetti il mio compito é sempre stato quello di liberare, come tu scrivi, i frammenti sparsi nello spazio e nel tempo e di riportarli tutti nel qui ed ora. Mi fa molto piacere ritrovarti, in questo periodo sto ritrovando molti di voi e ne sono felice. <spero di poterci un giorno rivedere..

  2. Buonasera Prof.ssa, ciao Alberto… vi abbraccio con il pensiero. Ho letto il tuo messaggio, caro Alberto, con grande piacere, e con lo stupore di chi ritrova sul proprio cammino di vita un “pezzo” di sè stesso, lasciato alle spalle molti anni prima, nel cortile di un grande istituto scolastico milanese, sotto quel sole di giugno che abbaglia la vista e che sigilla, con il suo calore, la conclusione delle scuole medie.
    E’ il 1983.
    Là, in questo istante, ci sono io.
    A voi, che avete percorso con me quegli anni, anche se con “vesti” diverse, dedico con gioia, malinconia e gratitudine la pagina che ricorderà per sempre, d’ora in poi, la sera del 17 Febbraio 1982, quando tutti noi della II D portammo sul palcoscenico il frutto di quella meravigliosa esperienza di collaborazione e libertà creativa che fu “We All”, il cui ricordo vive in modo indelebile nella mia memoria da 41 anni.
    A Lei, Prof.ssa, chiedo la cortesia di portare un caloroso saluto al Prof. Verona, che è stato insieme a Lei l’artefice di tutto ciò. Non importa chi io sia.
    Dio vi benedica tutti.

    https://www.flickr.com/photos/199272751@N08/with/53208955372/

    • susanna garavaglia
      susanna garavaglia on

      Che meraviglia!!! Grazie per questo bel regalo, We all è stato l’inizio di tutto.. Errante, chi sei? Chiunque tu sia tu sia ti abbraccio forte forte..

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