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    Home»Costume e società»MILANO, VIA GOLA: RIPRENDIAMOCI IL TERRITORIO
    Costume e società

    MILANO, VIA GOLA: RIPRENDIAMOCI IL TERRITORIO

    DolsBy Dols09/07/2017Updated:09/07/2017Nessun commento4 Mins Read
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    via-gola-milano
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    La città è dei cittadini, a maggior ragione, è dei cittadini che l’hanno costruita e resa bellissima nel tempo e famosa per la qualità del lavoro, delle professionalità che si trovano a Milano e delle infinite possibilità di studio e di crescita.

     

    di Concetta Andaloro

    Milano, la zona dei Navigli, da sempre rappresenta il luogo più caratteristico della città. Il quartiere più frequentato, fresco anche in estate dove la brezza mitiga un po’ la calura che avvolge la city. Con la nuova Darsena è il luogo della Movida per eccellenza, ma…esiste un problema molto importante che rende poco sicure queste strade dove la gente passeggia in tranquillità.
    Via Gola, luogo di spaccio infinito e fuori controllo, di abitazioni Aler occupate per l’80%, da stranieri senza documenti, cantine comprese e dove le forze dell’ordine non intervengono quasi mai.
    La devastazione di questa via, corta, che unisce il Naviglio Pavese alla Via Giovanni Segantini, si riversa sulle attività commerciali della zona, che hanno abbandonato il Naviglio Pavese e le vie circostanti, perché è sempre più difficile vivere e lavorare a contatto con questa realtà triste, dolorosa e pericolosa.
    Mi raccontano i pochi negozianti coraggiosi rimasti, dell’assenza di Aler che nulla fa per difendere il proprio patrimonio dalla noncuranza degli occupanti e ancor meno per difendere la sicurezza dei pochi inquilini con regolare contratto rimasti.
    L’apertura di un non ben qualificato “centro sociale” favorito dalla cultura del precedente sindaco, ha portato feste improvvisate, barbeque di strada e falò che richiedono spesso l’intervento dei pompieri.
    Passare per Via Gola, oggi, significa subire le offerte di fumo ed altre droghe da parte dei gruppetti di venditori di “merce fine”, farsi una canna all’aria aperta non voluta per il forte odore di marjuana che spesso impregna l’aria, o assistere ad aggressioni e liti da parte della popolazione magrebina che qui è padrona.
    Ebbene si, questo quartiere non è più nostro, non è più milanese e tantomeno italiano.
    La realtà è che la gestione dell’occupazione degli alloggi e delle cantine è in mano a musulmani, che affittano a connazionali abitazioni che dovrebbe gestire Aler.
    L’altra triste realtà è che la malavita e lo spaccio sono sempre gestiti dalle stesse persone.
    Vogliamo riprenderci il nostro territorio oppure vogliamo continuare a stare a guardare ed a subire?
    Alcuni cittadini italiani residenti nella zona hanno fondato un comitato per riportare in Via Gola il commercio, la bellezza, la tranquillità che esistevano prima dell’arrivo di queste orde numerose di persone senza documenti né lavoro e senza patria.
    Sono Donne conscie che qui c’è un asilo, tante famiglie con bambini piccoli e che via Gola è Milano, ed è centro città.
    E’ il momento di riprenderci il nostro territorio, di riprendere la nostra città e di farne territorio italiano dove possono vivere tutti coloro che hanno documenti in regola, un lavoro fisso ed un domicilio regolare , nel rispetto di tutto ciò che è la nostra cultura, i nostri usi, le nostre leggi e gli spazi in cui vivono.
    Se questa è la nostra realtà, è anche responsabilità nostra: per troppo tempo abbiamo osservato silenziosi, la sporcizia, la maleducazione, l’incapacità di queste persone di adattarsi alla città. E’ giunto il momento di agire seriamente.
    Come? Ognuno può aderire ai vari comitati esistenti nella zona 5, a S.O.S Imprese di Confesercenti o può farsi portatore di un progetto che riporti l’italianità ed il decoro nella nostra zona ed in tutta Milano.
    La città è dei cittadini, a maggior ragione, è dei cittadini che l’hanno costruita e resa bellissima nel tempo e famosa per la qualità del lavoro, delle professionalità che si trovano a Milano e delle infinite possibilità di studio e di crescita.
    Tutti, ma veramente tutti vogliono venire a Milano. Qui si è accolti e si vive una vita in continua crescita. Questo patrimonio è nostro, dobbiamo difenderlo e riprenderne il controllo, qui i cittadini devono sentirsi sicuri e tranquilli, devono poter passeggiare in una Milano serale che ha molti panorami da scoprire.
    Devono vivere una vita italiana.

    Milano e Lombardia via Gola
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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