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    Home»Vie e disparità»LE RESISTENTI SULLE STRADE DEL VENETO – parte prima
    Vie e disparità

    LE RESISTENTI SULLE STRADE DEL VENETO – parte prima

    DolsBy Dols23/04/2017Updated:24/04/2017Nessun commento3 Mins Read
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    deganutti
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    Per la ricorrenza del 25 Aprile, giornata della Liberazione e ricorrenza fortemente simbolica, è stato fatto un lavoro di ricerca di quante strade nel Veneto ricordino partigiane

    di Nadia Cario

    PARTE PRIMA

    Per la ricorrenza del 25 Aprile, giornata della Liberazione e ricorrenza fortemente simbolica, è stato fatto un lavoro di ricerca di quante strade nel Veneto ricordino partigiane, staffette, resistenti o Giuste che hanno combattuto e agito a vario titolo per salvare e liberare persone e patria. Sono molte poche, anche se i dati raccolti e diffusi dall’Associazione Nazionale dei Partigiani e Partigiane (ndr) d’Italia ricordano che sono 35.000 le Partigiane, 20.000 le Patriote e 2.900 tra fucilate o cadute in combattimento. Il riconoscimento ufficiale da parte dello Stato si è concretizzato con l’assegnazione di 16 Medaglie d’oro e 17 Medaglie d’argento al Valor Militare.

    deganuttiCecilia Deganutti. Oderzo (TV)

    Cecilia Deganutti (Udine 26.10.1914 – Trieste 4.04.1945)
    Insegnante elementare, venne insignita della Medaglia d’oro al Valor militare alla memoria e la Medaglia d’oro della Croce Rossa. Infermiera diplomata della Croce Rossa Italiana, dopo l’armistizio si dedica all’assistenza dei militari italiani internati in Germania. Rientrata in Italia, prende parte alla Resistenza, militando nelle Brigate “Osoppo-Friuli”. Per mesi assolve a rischiosi compiti informativi, operando a Udine e nella Bassa Friulana. Catturata dai tedeschi e tradotta a Trieste, dopo essere stata torturata, venne richiusa nella famigerata Risiera di San Sabba. Qui viene uccisa e bruciata nel forno crematorio.

     

    FOTO2Ida D’Este. Mestre Venezia

    Ida D’Este (Venezia 10.02.1917 – Venezia 9.08.1976)
    Insegnate di francese, entra nella Resistenza come staffetta di raccordo tra i comitati provinciali di Venezia, Padova, Vicenza e Rovigo. Nel gennaio del 1945, cade nelle mani della polizia. Arrestata con altri membri del CLN, viene detenuta e torturata dalla banda Carità a Palazzo Giusti a Padova. Deportata a Campo Tures, presso Bolzano evita il trasferimento in Germania per l’avvenuta Liberazione. Scrive il libro La Croce sulla schiena raccontando l’esperienza vissuta. Nel dopoguerra entra in politica, organizzando nella regione il movimento femminile della Democrazia cristiana. Diventa deputata al Parlamento nel 1953. Lavora nelle commissioni Lavoro e Previdenza e collabora con Tina Anselmi al coordinamento delle giovani democristiane. Nel 1958, quando decide di lasciare la vita politica, si dedica prevalentemente ad attività di carattere assistenziale fondando, nel 1963, l’istituto laico “Missionarie della carità”, che ha come scopo il recupero delle prostitute e la tutela delle ragazze madri.
    FOTO3Livia Bianchi. Melara (RO)
    Livia Bianchi (Melara 19.07.1919 – Cima Valsolda 21.01.1945)
    Attiva nella Resistenza già dall’8 settembre 1943, Livia Bianchi divenne presto partigiana combattente nella formazione “Ugo Ricci” col nome di battaglia “Franca”, operante sulle montagne della zona del Lario.
    Medaglia d’oro al valor militare. Nel corso di un rastrellamento, un gruppo di partigiani, tra i quali c’era Livia, aveva trovato rifugio in una casa di Cima, a Porlezza. La casa venne circondata dai fascisti. Dopo un lungo scambio di colpi, i partigiani, esaurite le munizioni, dovettero arrendersi. I fascisti condussero subito i loro prigionieri verso un muro del locale cimitero per eliminarli, quando il comandante dei militi si rese conto che nel gruppo c’era anche una donna. Offrì quindi a Livia la possibilità di sottrarsi alla morte e di andarsene. Lei rifiutò e volle essere trattata come i suoi compagni di lotta.
    FOTO 4Foto 4 Cornelia Lovato. Arzignano (VI)
    Cornelia Lovato (Arzignano 1923 – 28.4.1945)
    Operaia, prende parte alla resistenza vicentina come staffetta di raccordo. Cade il 28.4.1945. Le viene intitolato il Battaglione della Brigata Stella.
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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