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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Percorrendo le strade della parità – Lucca
    Vie e disparità

    Percorrendo le strade della parità – Lucca

    DolsBy Dols30/03/2017Nessun commento6 Mins Read
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    Lucca- 7 marzo-palazzo ducale-Percorrendo le strade della parità-intervento Laura Candia_
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    Alcune riflessioni sul volume Percorrendo le strade della parità – Progetto della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lucca

    di Laura Candiani

     

    La Commissione PO della Provincia di Lucca ha avuto un’idea davvero interessante, da prendere come modello e da condividere su ampia scala. Con il contributo della storica prof. ssa Simonetta Simonetti è stato realizzato un progetto di ricerca e di studio di tutte le intitolazioni stradali al femminile della città di Lucca e dei comuni della intera provincia. Percorrendo le strade della parità è il frutto di questo lavoro, un libro in cui in ogni pagina compaiono una fotografia e la descrizione del personaggio ricordato. In primo luogo si evidenziano alcuni nomi presenti un po’ ovunque in Italia: benefattrici, Madonne, sante (qui più frequenti che altrove Santa Gemma Galgani e Santa Zita). E poi le regine (Elena e Margherita), Matilde di Canossa e -indispensabile in quest’area geografica – Elisa Bonaparte Baciocchi, la sorella di Napoleone bruttina ma tanto intelligente, che qualcuno è arrivato a definire la vera mente politica della famiglia. Insieme al marito furono Principi di Lucca e Piombino dal 1805 al 1814 e a loro si deve un parziale riassetto urbanistico che vide al centro l’attuale piazza Napoleone. Proprio qui si affaccia l’imponente palazzo Ducale in cui il 7 marzo 2017, alle ore 17, nella sala Tobino, si è svolta la presentazione del libro a cui ho partecipato come referente di Toponomastica femminile, che aveva dato il patrocinio all’evento.

    piazza Anna Pardini-Stazzema-dal volume citatoProseguendo l’analisi del testo e dei nomi di donna ricordati nella odonomastica locale, troviamo a Viareggio anche la sorella prediletta di Napoleone, Paolina, celebre per il ritratto marmoreo che ne fece Antonio Canova. Colpiscono poi alcuni personaggi insoliti e poco noti, come Evangelina Whipple, ricchissima inglese sepolta a Bagni di Lucca, e le scelte operate dal comune di Camaiore che ha fatto omaggio ad attrici e cantanti (Lina Cavalieri, Ella Fitzgerald, Francesca Bertini, Eleonora Duse, Marta Abba, Anna Magnani, Irene Tomeoni), intitolando finalmente anche alcune rotatorie. Ancora artiste a Viareggio e Forte dei Marmi, ma anche due immortali eroine dei capolavori di Puccini: Tosca e Turandot. Non mancano poetesse e scrittrici: da Ada Negri a Sibilla Aleramo, da Elsa Morante a Oriana Fallaci; a Lucca si ricorda la figura di una poetessa estemporanea celebre fra Sette e Ottocento: si chiamava Teresa Bandettini ma fu nota come “Amarilli Etrusca”, nome con cui fu incoronata in Arcadia.

    A Viareggio vanno evidenziate due intitolazioni a figure di donne le cui vite si sono legate al mare in maniera indissolubile. Una è Santina Berti che accompagnò per 58 anni il marito, capitano Antonio Antonini, nei suoi viaggi nonostante la nascita di 16 figli; l‘altra è ricordata anche nel nostro volume Le Mille (p. 342) per il suo record: Alga Soligo Malfatti fu infatti la prima donna comandante di nave mercantile; scomparve in mare con tutto il carico e l’equipaggio a soli 33 anni per cause mai accertate. Sempre a Viareggio, bello il ricordo delle Madri di Plaza de Majo con un parco; rimanendo nell’ambito della memoria storica spiccano le nobili figure della partigiana e presidente dell’ANPI Didala Ghilarducci e di “mamma Viola” Bertoni, medaglia d’oro al valore civile. La strage di Sant’Anna di Stazzema e altre tragiche vicende lungo la linea Gotica hanno lasciato una scia di sangue e di dolore: ecco dunque le vittime Vera Vassalle, Cristina Lenzini Ardimanni, Genny Marsili, Anna Pardini, di 20 giorni, strappata “al girotondo del mondo”.

    Se cerchiamo invece il ricordo di mestieri declinati al femminile, troviamo soltanto via delle Sarte (Porcari) e una ostetrica (Paolina Maggi), vera istituzione di Camaiore. La curatrice Simonetta Simonetti non manca di suggerire nella Premessa altre attività legate all’economia e alla vita sociale della provincia: sigaraie, filandine, lavandaie, stiratrici. A cui potremmo aggiungere le figurinaie che realizzavano statuine in gesso in Garfagnana (a Coreglia esiste un museo dedicato a questo antico mestiere). Certo è che a Lucca, come un po’ dappertutto, la “disparità” è assai evidente; in alcuni comuni della provincia non esiste alcuna intitolazione femminile (Castiglione di Garfagnana , Fabbriche di Vallico, Montecarlo, Vagli) e negli altri non va molto meglio: 2 intitolazioni ad Altopascio e Piazza al Serchio, 3 a Porcari, 4 a Barga e Bagni di Lucca, 1 soltanto a Borgo a Mozzano, Molazzana, Pescaglia, Pieve Fosciana.

    rotonda Ella Fitzgerald-Camaiore-dal volume citatoTuttavia le commissioni di toponomastica potrebbero individuare tanti e significativi suggerimenti al femminile visto che qui le donne – nell’arte, nella cultura, nella storia, nelle attività quotidiane – hanno lasciato tracce evidenti. La vicesindaca e assessora alle PO, Ilaria Maria Vietina, ha informato il pubblico presente su due intitolazioni: la via che conduce al nuovo ospedale è stata da poco intitolata a Silvana Sciortino, attiva nella politica locale, mentre a breve, in località Santa Maria del Giudice, una strada verrà dedicata a Luisa Amalia Paladini, educatrice e patriota risorgimentale.
    Qualche altra proposta nasce spontanea: perché a Torre del Lago non procedere con i personaggi pucciniani? Dopo Tosca e Turandot, non meritano forse il ricordo almeno Manon, Madama Butterfly e Mimì? Attingendo al ricchissimo Archivio di Stato contenente numerose “carte di donne”, la studiosa Isabella Pera ha stilato un lungo elenco di documenti nel quale spiccano quattro interessanti volumetti di diario, scritti dal 1791 al 1823 da Luisa Palma Mansi, nobildonna e dama di corte di Elisa Baciocchi. Al passato più o meno lontano rimandano le figure di Ilaria del Carretto Guinigi, ancora viva nel riposo eterno grazie a Jacopo della Quercia, e poi la poetessa rinascimentale Chiara Matraini, detta la “Sibilla lucchese”, Lucida Saminiati Mansi il cui fantasma sembra aleggi ancora per la città, la mecenate Maria Antonietta di Borbone, seconda moglie di Leopoldo II, che diede il nome alla linea ferroviaria Firenze – Lucca. E Costanza Trenta Arnolfini immortalata con il marito, lucchese anch’egli, nel bellissimo ritratto di Jan Van Eyck (1434) conosciuto in tutto il mondo. La nobildonna Marianna Andreozzi Motroni, nata nel 1802, fu una celebrata musicista, mentre la pittrice e poetessa pistoiese Egle Marini – non ricordata neppure nella sua città e oscurata dalla fama del fratello gemello Marino – scelse di vivere negli ultimi anni a Viareggio dove morì nel 1983. Veramente interessante l’esperienza della maestra Elena Salvestrini, vissuta in Versilia dal 1930 alla morte (1985), che dal 1926 al ’30 insegnò a Ponte Sestaione – sulle montagne pistoiesi – lasciando un ricordo indelebile per i suoi metodi didattici innovativi. Maria Eletta Martini – venuta a mancare nel 2011 – è stata una politica di spicco nella DC del dopoguerra, nominata dal presidente Ciampi Cavaliere di gran croce per la lunga militanza.
    Insomma, come al solito basta operare con accortezza e lungimiranza, individuando qualche area ancora senza nome: vie traverse, giardini, piccoli parchi, rotatorie, piste ciclabili, percorsi pedonali e poi guardarsi intorno e fermarsi un attimo a riflettere: i nomi per le nuove intitolazioni verranno senza difficoltà, di singole donne e di professioni femminili, dal passato più remoto al ricordo più recente, allo scopo di colmare l’evidente disparità così che l’auspicio contenuto nel titolo del libro delle amiche lucchesi si trasformi davvero in realtà.

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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