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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Le ricette per diffondere lo smart working
    Donna e lavoro

    Le ricette per diffondere lo smart working

    DolsBy Dols04/02/2015Updated:04/02/2015Nessun commento5 Mins Read
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    COWORKING-PIANOc
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    Terminano i tre mesi dell’edizione pilota di C to Work, progetto che Piano C ha ideato per reinventare l’identità professionale delle donne. Dipendenti, libere professioniste o disoccupate. La collaborazione con Cisco Italia è stata dedicata al lavoro agile.

    Si è conclusa il 4 febbraio  all’Urban Center di Milano l’avventura delle prime partecipanti al programma C to Work – soluzioni senza precedenti per fare innamorare donne e lavoro. Hanno partecipato: Chiara Bisconti, Assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Risorse umane, Tutela degli animali, Servizi generali; Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca; Davide Formica, Manager per Cloud e Sviluppo servizi di business Cisco Italia; Flavia Caldera, Presidente Donne Impresa Confartigianato Lombardia; Fiorella Crespi, Responsabile Ricerca Osservatorio Smart Working Politecnico di Milano; Monica D’Ascenzo, Giornalista de Il Sole24Ore.

    L’idea era quella di permettere a donne che stavano cercando lavoro o che volevano reinventare la propria professione, di lavorare su un progetto operativo concreto che le mettesse in contatto con le realtà a cui volevano avvicinarsi. Grazie alla partnership tra Piano C e Cisco Italia è stato possibile organizzare un percorso di orientamento di dodici settimane, dedicato alla diffusione della cultura dello smart working. Cristina Coppellotti, Giuditta Deodato e Mara Pieracci sono state affiancate da madrine e padrini d’eccezione che hanno creduto nel programma e supportato le idee elaborate dalle partecipanti.

    • Davide Formica, Manager per Cloud e Sviluppo servizi di business in Cisco Italia ha fatto da padrino all’idea di Cristina Coppellotti sul “gamification” (da game, gioco) degli obiettivi di lavoro. Il gioco, potente strumento per coinvolgere e motivare, può essere usato, ad esempio, nella comunicazione con la clientela e può semplificare i rapporti commerciali;
    • Andrea Rangone e Fiorella Crespi, Professori del Politecnico di Milano, hanno seguito sempre con Cristina “A scuola di smart working”. E’ possibile crescere dei futuri prfessionisti più preparati a lavorare in un’organizzazione basata sul lavoro agile? Collaborazione e lavoro di gruppo, autonomia e responsabilità, lavoro per obiettivi: sono solo alcune delle competenze coerenti con prassi e logiche proprie di un sistema aziendale in un’ottica smart.
    • L’Assessora Chiara Bisconti ha fatto da madrina all’idea di Giuditta Deodato dal nome “InformaSmartWorking. Un servizio per le aziende e le persone”. Modellare uno smart working diverso per ogni realtà aziendale si può, anzi si deve. Perché non istituire un modello di consulenza che parta proprio dalle amministrazioni pubbliche per valorizzare le peculiarità di ogni contesto?
    • Flavia Caldera, Presidente Donne Impresa Confartigianato Lombardia, ha sposato l’intuizione dell’uso strategico degli spazi. Esiste un’interazione fra ambiente fisico e performance aziendali? Sì e Giuditta ci spiega che la soluzione è la “tavolozza di luoghi”. La coesistenza, cioè, di diverse tipologie di spazi lavorativi, dall’open space con postazioni libere alle aree dedicate alla socializzazione, fino a quelle dedicate alla concentrazione.
    • Mara Pieracci, terza partecipante, ha trovato l’appoggio dell’Assessora Tajani nell’idea de Coworking di quartiere. Aumentare il senso di appartenenza ad una comunità di persone, ad un luogo, attivando processi di rivitalizzazione di spazi pubblici e/o privati. Grazie al lavoro e all’ufficio condiviso.
    • Infine, come realizzare tutto questo? L’esperienza contabile di Mara e il supporto della penna esperta di Monica D’Ascenzo, hanno trovato la soluzione in due incentivi fiscali che tutte le realtà possono sfruttare per sperimentare lo smart working. La proposta, concreta, è quella di estendere le agevolazioni “Bonus ristrutturazioni” e “Bonus mobili”.

    C to work, edizione Cisco Italia, in numeri:

    1 progetto operativo sviluppato e presentato pubblicamente;

    20 ore di group coaching seguito da un coach certificato;

    50 ore di formazione specialistica su soft skills: public speaking, project management, redazione del cv, social media management;

    150 ore di tutoring, con un tutor dedicato che ha supportato le partecipanti in ogni momento del progetto;

    25 aziende contattate per interviste e incontri sul tema smartworking

    Questi numeri hanno prodotto questo primo grande risultato che, senza il supporto di Cisco Italia, non avrebbe visto la luce.  Marianna Ferrigno,  Inclusion & Diversity Leader di Cisco Italia, commenta: “Siamo molto colpiti dalla qualità e dalla creatività delle proposte nate dal lavoro di questi mesi;  ognuna di esse stimola da un diverso punto di vista la riflessione sullo smart working, è una vera e propria “filosofia di vita” che abbiamo adottato da sempre e che favoriamo anche sviluppando tecnologie che consentono di lavorare e collaborare in modo flessibile. Un mondo del lavoro smart offre opportunità nel rispetto della diversità delle esigenze di vita e di esperienze: realizzarlo è una scelta intelligente, etica ed estremamente produttiva perché permette a tutti di contribuire pienamente alla società e all’economia senza disperdere risorse preziose”.

    “Sono idee originali, nuove, diverse, come il lavoro e il percorso fatto da chi le ha prodotte – aggiunge Riccarda Zezza, Presidente di Piano C –  A Cristina, a Giuditta e a Mara crediamo e speriamo che siano servite per riscoprirsi e crearsi nuove reti, per aggiornarsi e trovare nuove strade professionali, o consolidare quelle già percorse. Ma, tutti insieme, noi di Piano C sogniamo anche che queste idee siano utili, che siano messe in pratica, che ispirino dei cambiamenti, che producano innovazione”.

     

    #ideesmartworking

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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