Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • F1 il film
    • ll femminismo inutile
    • Le stagioni della verità
    • Effatà 2
    • Effatà – Hikikomori di Pastori Gloss
    • Puglia e dintorni
    • Tre amiche
    • Spirit World – La Festa delle Lanterne
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      F1 il film

      By Erica Arosio24/06/20250
      Recent

      F1 il film

      24/06/2025

      Le stagioni della verità

      24/06/2025

      Puglia e dintorni

      22/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Passeggiate di genere nel capoluogo piemontese (terza parte)
    Vie e disparità

    Passeggiate di genere nel capoluogo piemontese (terza parte)

    Maria Pia ErcoliniBy Maria Pia Ercolini03/10/2014Updated:03/10/2014Nessun commento5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    tabachine
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    La Manifattura Tabacchi e il quartiere di San Gaetano

    La tabachina non porta il cappello senza che abbia un bel nastro. Il nastro è una cosa fine, c’è la tabacchina da accontentare Oh me pover’uomo! Come posso fare? C’è la tabacchina da accontentare. La tabachina non porta le calze senza che abbiano un bel pisèt. Il pisèt è una cosa fine, c’è la tabacchina da accontentare Oh me pover’uomo! Come posso fare? C’è la tabacchina da accontentare. La tabachina Coro Valtanaro sezione Alessandria http://www.youtube.com/watch?v=YR14VyM_0uQ

    Tabacchi, fabbricaLa terza passeggiata torinese di genere proposta dal gruppo di Toponomastica femminile, in occasione del III Convegno nazionale, avrà luogo nei locali dell’antica Manifattura Tabacchi e nel vicino quartiere di San Gaetano – poche case tra la fabbrica, la chiesa di San Gaetano, la scuola elementare e l’asilo – in cui vivevano le tabacchine.

    A guidarla sarà Angelo Castrovilli, appassionato ricercatore sulle periferie urbane e coautore di diverse pubblicazioni sulla città, tra le quali uno specifico studio su La Manifattura Tabacchi e il suo Borgo; Direttori, tecnici e impiegati nella Regia Manifattura Tabacchi di Torino. Dall’Unità d’Italia al periodo giolittiano (in Impresa e lavoro in un’industria di stato: la Manifattura Tabacchi tra Ottocento e Novecento).

    Pubblichiamo di seguito la sua scheda che verrà distribuita tra le/i partecipanti alla visita e la testimonianza di un’operaia-scrivana. All’inizio del Novecento la Regia Manifattura Tabacchi era tra le più importanti unità produttive di Torino, con circa 2.000 addetti, in prevalenza donne: nel 1913, ad esempio, vi lavoravano 1728 operaie di cui 372 “fanciulle” di età compresa tra i 14 e i 15 anni, 189 operai e 25 impiegati.

    I periodi di maggior sviluppo produttivo e occupazionale, in cui furono superate le 3000 unità produttive, si registrano però in altri due momenti ben distinti: negli anni Settanta dell’Ottocento e negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale.

    San Gaetano La preponderanza del personale femminile è sempre stata una caratteristica delle Manifatture Tabacchi italiane, in particolare in relazione alla lavorazione manuale dei sigari: le cosiddette sigaraie furono una delle figure dominanti che con la loro sapiente manualità, pagata a cottimo, garantivano un’alta produzione tale da raggiungere i 1000 sigari al giorno. Il loro ruolo nell’ambito industriale italiano godette sempre di una certa importanza grazie all’incidenza numerica e allo status di dipendenti del Ministero delle Finanze. E così fu anche a Torino. La Regia Manifattura Tabacchi, una tra le più importanti unità produttive della città, vantava una manodopera a maggioranza femminile.

    Lavorare in grandi opifici concentrati nell’ambiente urbano, portò a una crescita di sensibilità politica e sindacale che si concretizzò per molte lavoratrici nell’adesione a movimenti anarchici e socialisti. Un’ondata di scioperi e lotte operaie caratterizzò il periodo tra il 1898 e il 1921: le sigaraie protestavano contro le innovazioni introdotte nei cicli di lavorazione e rivendicavano il miglioramento delle condizioni ambientali di lavoro, del trattamento retributivo e pensionistico.

    Altre importanti proteste riguardavano i soprusi e le molestie perpetrate dai Capi Laboratorio e dai Capi Operai e i provvedimenti disciplinari che colpivano soprattutto le operaie giovanissime. Si trattava di scioperi molto lunghi, che duravano anche mesi. La forte coesione e solidarietà che esistevano nel mondo operaio, al suo interno e anche all’esterno, con il Borgo Regio Parco, permisero di ottenere concessioni in anticipo rispetto ad altre categorie. Tabacchi, asilo

    Le sigaraie, o meglio tabacchine, come venivano chiamate a Torino, sono state una testimonianza unica di un mondo produttivo manifatturiero che ha coinvolto migliaia di donne in città e in provincia, e che ha contribuito a formare un tassello fondamentale nella storia del movimento operaio torinese [Angelo Castrovilli].

    Racconta Giulia Marengo, scrivana. “Sono entrata alla Manifattura Tabacchi nel 1936, con la qualifica di operaia scrittuarale[…], questa strana qualifica significava che con la retribuzione da operaia svolgevo mansioni da impiegata, questo però non deve stupire più di tanto in quanto a quel tempo tutte le impiegate della Manifattura Tabacchi inizialmente venivano assunte con tale qualifica. […]. Le operaie comuni, erano le uniche a svolgere mansioni di effettiva produzione. Ad un gradino più alto delle operaie comuni si trovavano le operaie di controllo e sorveglianza, le cosiddette maestre; le quali venivano scelte fra le operaie più esperte e con maggiore anzianità di produzione, dopo aver sostenuto un piccolo esame. Le maestre avevano il compito di riferire al capo laboratorio le esigenze delle operaie, assicurare un continuo e costante approvvigionamento di materie prime, fare cioè da tramite fra lavoratrici e direzione.

    La Manifattura Tabacchi era suddivisa in reparti, ogni reparto produceva un articolo. A sua volta ogni reparto era costituito da laboratori che eseguivano, ognuno, una particolare fase di lavorazione. Alla direzione di ogni laboratorio vi era un impiegato tecnico, denominato capo laboratorio. Nessuna donna era capo laboratorio […]. Il livello massimo al quale una donna poteva aspirare era quello di impiegata amministrativa. tabachine2Negli anni seguenti al 1945 si raggiunse una maggiore parità fra uomini e donne; infatti, a parità di lavoro svolto e di qualifica, uomini e donne giunsero a percepire la massima retribuzione[…]. Fra uomini e donne non vi era assolutamente rivalità per quanto concerneva la carriera lavorativa, in quanto questa seguiva percorsi diversi per gli uni e per le altre. Gli uomini potevano entrare in Manifattura come operai comuni e poi, in base alle capacità ma sempre per concorso, passare impiegati tecnici. Le donne entravano come operaie comuni e potevano diventare o maestre o impiegate amministrative […].

    All’interno della Manifattura vi era un asilo nido, che veniva denominato, e ancora adesso non so per quale motivo, l’incunabolo presso il quale trovavano sistemazione i bambini fino all’età di tre anni. Per ammettere i bambini al nido le famiglie pagavano una retta mensile molto bassa. Coloro che accudivano i bambini erano operaie dello stabilimento che per motivi diversi (anzianità, motivi di salute, capacità individuali), venivano destinate a queste mansioni […]”. Tratto da http://www.arpnet.it/offmem/libromanifattura/cap5_18_testimonianze.html

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Maria Pia Ercolini
    • Facebook

    Responsabile del progetto Sui Generis, insegna Geografia nella scuola superiore. Si occupa di mediazione culturale e didattica nei musei, orientamento scolastico e professionale, didattica e nuove tecnologie. Ha pubblicato numerosi reportage di geopolitica e condizione femminile su Geodes, Terra, Rinascita, Avvenimenti, Minerva. Alcuni suoi articoli sui temi del linguaggio e delle pari opportunità nella scuola sono recentemente apparsi sulla rivista Leggendaria. Cura la collana "Percorsi di genere femminile" per l'editore Iacobelli, nella quale ha pubblicato due volumi su Roma.

    Related Posts

    Rebecca, medaglia crocifissa

    06/09/2024

    LE VENERI VAGANTI

    02/09/2024

    A Catania, sulle vie delle donne

    13/05/2024
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/ https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/

Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
    Post su Instagram 18104628619530738 Post su Instagram 18104628619530738
    Le protagoniste di questo bel film sono tre attric Le protagoniste di questo bel film sono tre attrici francesi deliziose, tre donne vere, che non hanno bisogno di chissà quali artifici per essere belle, attraenti e soprattutto insuperabili nel mettersi nei guai.

https://www.dols.it/2025/06/18/tre-amiche/
    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

https://www.dols.it/2025/06/17/luana-sciamanna/
    Post su Instagram 17888416860161530 Post su Instagram 17888416860161530
    https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-se https://www.dols.it/2025/06/13/tutto-lamore-che-serve/
    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    Post su Instagram 18090652831721010 Post su Instagram 18090652831721010
    Post su Instagram 18048668675601778 Post su Instagram 18048668675601778
    Post su Instagram 17876335017241317 Post su Instagram 17876335017241317
    Post su Instagram 18063607010115356 Post su Instagram 18063607010115356
    De bello a Gresart De bello a Gresart
    Post su Instagram 18117014455479037 Post su Instagram 18117014455479037
    Post su Instagram 18227739895291385 Post su Instagram 18227739895291385
    Recensione di Adriana Moltedo Recensione di Adriana Moltedo
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK