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    Home»Pari opportunità»Perché la non violenza e il femminismo sono connessi
    Pari opportunità

    Perché la non violenza e il femminismo sono connessi

    monica lanfrancoBy monica lanfranco02/09/2014Updated:28/10/2015Nessun commento5 Mins Read
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    nonviolenza-femminismo
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    Il seminario di Officina dei saperi femministi ad Altradimora, www.altradimora.it dal 5 al 7 settembre, tratterà  della connessione tra pensiero e pratica femminista e non violenta

    Provo a raccontare, prima dell’inizio del seminario di Officina dei saperi femministi ad Altradimora, www.altradimora.it che si svolgerà dal 5 al 7 settembre, alcuni dei pensieri che condividerò con chi partecipa.

    Intanto la novità, in questo sesto anno di attività: la presenza degli uomini, sempre accolti, ma quest’anno per la prima volta invitati a fare alcuni degli interventi di facilitazione introduttiva del dibattito. Una scelta che scaturisce dal lavoro di un anno e mezzo di laboratori con Manutenzioni-uomini a nudo, lapiece di teatro sociale per uomini germogliata dal libro Uomini che odiano/amano le donne – virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi, che mi ha portato a conoscere decine di uomini, quasi tutti al di fuori dei circuiti organizzati dalle reti maschili, che si sono, spesso per la prima volta, messi in gioco attraversando il lavoro di una femminista. Ce ne saranno due provenienti da questi percorsi, accanto ad un compagno di strada del G8 di Genova, con il quale da allora ci sono stati scambi anche anche aspri ma proficui.

    Quando, nel 2003, misi insieme a Maria Di Rienzo il materiale per Donne disarmanti-storie e testimonianze su nonviolenza e femminismo, che fu il primo libro italiano a far emergere, con saggi e biografie, la connessione tra pensiero e pratica femminista e non violenta, sapevamo di toccare un punto sensibile e di anticipare un lavoro di ricerca che non ha mai smesso di trovare ostacoli, anche e soprattutto dentro il mondo dei movimenti.

    D auna parte il rischio è di cadere nella trappola dell’equivoco e dello stereotipo secondo il quale le donne sarebbero maggiormente inclini per natura ad essere no nviolente, per via della capacità riproduttiva, oppure semplicemente perché, in quanto meno muscolari degli uomini, biologicamente meno aggressive. Sappiamo bene che non è, e che è solo lavorando su di sé individualmente e come genere che si può costruire una non violenza attiva che prenda anche spunto, ma non solo, dall’essere incarnate in un corpo femminile.

    Dall’altra il peso della retorica rivoluzionaria , che indica quasi sempre nella figura maschile dell’eroe testo steronico, seduttore e virilmente violento il modello ideale del condottiero ha storicamente creato consenso ‘erotico’ da parte di molte donne, come bene ha scritto Robin Morgan nel suo Il demone amante – sessualità del terrorismo.

    Sta nelle parole di Audre Lorde ‘Non possiamo smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone ’l’indicazione di un percorso e di una visione divergente che indica una strada scevra dagli stereotipi tipici del sessismo e dell’enfasi rivoluzionaria. La frase di Lorde, poeta e femminista Usa, riassume il senso della ricerca che in molte alcune femministe, (e anche alcuni uomini) provano a tradurre in pratiche politiche: usare la violenza, anche quando si pensa (e di fatto è vero) di stare dalla parte giusta non cambia davvero l’ordine delle cose, né aiuta a costruire orizzonti diversi da quelli nei quali ci si trova,subendo la sopraffazione del dominio. Ovviamente non è facile: ci vuolegrande forza di volontà, collaborazione, studio, consapevolezza, empatia, tempoe pazienza. Certamente un’arma, qualunque essa sia, risolve in fretta undissidio, e offre a chi la usa un potere straordinario, quello di vita o dimorte. E’ la dinamica del dominio, anche se la casacca è quella dellarivoluzione. Il cambiamento sociale e la democrazia, se costruite con laviolenza, partono già con un malanno dentro, che prima o poi tornerà indietro achiedere il conto. Tra uccidere e morire c’è una terza via: vivere, scriveva Christa Wolf, ed è in questo spazio di fatica, di incertezza ma anche di grande creatività e possibilità, la vita appunto, che possiamo, donne uomini insieme, costruire relazioni e pratiche diverse da quelle usate nel dominio.

    Mi ha colpito, poi, un diffuso ignorare che la nonviolenza è uno strumento, e non un tema esclusivamente legato alla violenza di genere: molte donne mi hanno scritto esprimendo la loro volontà di partecipare al seminario, o il rammarico per non poterlo fare, raccontando le loro esperienze di violenza, e legando quindi in automatico il tema con la violenza sessuale. Un gruppo di giovani intellettuali, dopo che avevano proposto un contributo sulla violenza tra donne, e io avevo ribadito che il seminario era non sulla violenza ma sulla relazione tra femminismo e non violenza hanno rinunciato a scrivere dicendo che non avrebbero saputo che dire.

    Pietro Ingrao nel film a lui dedicato da titolo Non mi avete convinto dice che la politica, che tanta parte, quasi il tutto, è stata della sua vita, non ci aiuta a rispondere alla domanda su chi siamo, e non offre risposte su di sé.

    Il femminismo l’ha fatto, lo può fare, come politica che non parla solo del collettivo ma anche del quotidiano individuale, e riposiziona l’individualità nel collettivo (il privato è politico), insieme alla scelta di pratiche non violente che dal linguaggio all’ immaginario al corpo mettono al centro i bisogni e  i desideri prima e oltre le differenze di classe?

    Proveremoa ragionarne insieme, e su www.radiodelledonne.org metteremo gli interventi di facilitazione. Per chi volesse è anche disponibile il numero di Marea dedicato, come di consueto, al tema del seminario

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    monica lanfranco
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    Monica Lanfranco, nata il 19/3/1859 a Genova; laureata in filosofia è giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato nel 1994 il trimestrale di cultura di genere MAREA. Ha collaborato con Radio Rai International, Carta, Liberazione, Arcoiris Tv, Linus. Ha un blog sul Fatto quotidiano. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il suo primo libro è stato nel 1990 Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi (Solfanelli). Nel 2003 esce Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi(Intramoenia). Nel 2005 esce Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo (Intramoenia). Nel 2007 ha prodotto il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici. Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne (Punto Rosso). Nel 2013 è uscito Uomini che odiano amano le donne- virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (Marea Edizioni) dal quale è stata tratta la piece teatrale, primo caso di teatro sociale per uomini Manutenzioni – Uomini a nudo https://manutenzionilapiece.wordpress.com Ha collaborato con Radio Rai International, Carta, Liberazione, Arcoiris Tv, Linus. Ha un blog sul Fatto quotidiano. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il suo primo libro è stato nel 1990 Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi (Solfanelli). Nel 2003 esce Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi(Intramoenia). Nel 2005 esce Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo (Intramoenia). Nel 2007 ha prodotto il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo Ci dichiariamo nipoti politici. Nel 2009 è uscito Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne (Punto Rosso). Nel 2013 è uscito Uomini che odiano amano le donne- virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (Marea Edizioni) dal quale è stata tratta la piece teatrale, primo caso di teatro sociale per uomini Manutenzioni – Uomini a nudo https://manutenzionilapiece.wordpress.com I suoi siti sono www.monicalanfranco.it ; www.altradimora.it ; www.mareaonline.it www.radiodelledonne.org https://manutenzionilapiece.wordpress.com

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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